Se sei in un momento di stallo, hai la sensazione che i rapporti con le persone non stiano andando per il verso giusto forse c’è qualcosa da analizzare e su cui lavorare più nel dettaglio.
Spesso a incidere sul tipo di legame che si riesce a stringere con qualcuno, e soprattutto sulla capacità di mantenerlo solido, incide il modo in cui ci si pone. In tal senso, imparare ad ascoltare migliora le relazioni e ti consente di sentirti maggiormente in connessione con una determinata persona.
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L’ascolto attivo
Gli esperti di psicologia lo chiamano così, ascolto attivo, ed è una capacità molto utile per riuscire a comunicare e a comprendere cosa l’altro ci vuole dire. Sapersi predisporre al dialogo è il primo passo per farlo funzionare nel migliore dei modi ed evitare fraintendimenti.
A tutti piace piacere, è quello che proviamo a fare quando iniziamo una nuova conoscenza. Entrambi gli attori in gioco mostrano il meglio di sé e provano – per quanto inconsciamente – di tenere in penombra i difetti.
Sentirsi accettati, capiti, apprezzati è una sensazione bellissima e che fa bene all’autostima. Sapere che chi ci circonda, le persone a cui teniamo ci tengono in alta considerazione fa star bene. L’essere umano, di norma, ricerca armonia ed equilibrio.
Non sempre però è possibile evitare le incomprensioni o non trovare disaccordo da parte dell’interlocutore. È in questi casi che viene richiesta una certa capacità di ascolto, così da riuscire a ‘sbrogliare la matassa’.
Come imparare ad ascoltare per avere una relazione virtuosa
Nel tentativo di migliorare le relazioni interpersonali cerchiamo la cosa giusta da dire, i consigli migliori da suggerire, le strategie più efficaci per risolvere determinati problemi. Ma è davvero questo l’aspetto più importante per fare andare un rapporto a gonfie vele?
Strano a dirsi, ma quando due persone si confrontano tendono a focalizzarsi ognuna su di sé, cercano cosa dire per sembrare affidabili e credibili, ma in verità è sapere ascoltare che migliora le relazioni. Il segreto è imparare a comprendere l’altro, a prestare attenzione ai suoi bisogni. Questo, però, non significa per forza essere in accordo con il suo punto di vista, l’importante è starlo a sentire e fargli capire che ciò che dice per noi ha un valore.
Si tratta di uno scambio, un processo circolare in cui due parti si alternano e ricoprono a turno dei ruoli: colui che parla e colui che ascolta. Il dialogo – se non diventa un monologo – presuppone che ci sia una sorta di altalena. Prima tocca a uno e poi all’altro, entrambi devono saper comunicare e recepire quello che viene detto loro.
Imparare ad ascoltare è sottovalutato
Sapere ascoltare migliora le relazioni, ma non è un’abilità semplice da acquisire. Alle volte, erroneamente, si crede che equivalga a comprendere le frasi che vengono formulate dal proprio interlocutore. I rapporti umani, però, sono molto più complessi e un dato deve farci riflettere: il linguaggio verbale rappresenta soltanto a circa il 30% dell’intero processo comunicativo, il resto dipende dai canali non verbali.
Tanto quanto le parole, se non di più, sono importanti: la postura, la mimica, il colorito del volto, le espressioni del viso, i movimenti del corpo e tanto altro. Insomma, bisogna saper controllare non solo la lingua ma tutto il proprio essere (se non si vuole rischiare di essere fraintesi o se non ci si vuole ‘tradire’ e dire più di quanto in realtà non si voglia).
Le caratteristiche di un buon ascoltatore
Ma come possiamo essere sicuri di essere bravi a comprendere il prossimo, come possiamo avere la certezza di non essere autoreferenziali? Il primo aspetto da considerare è: quando un’altra persona ci racconta un suo problema o un fatto che lo riguarda, abbiamo la tendenza a ricercare nella memoria un’esperienza simile e la condividiamo?
Nell’ascolto attivo, se ci si concentra su di sé, invece che analizzare ogni aspetto del messaggio dell’altro, si rischia di perdere dettagli importanti. Il segreto è andare oltre le semplici parole, gli argomenti e cogliere la coerenza fra racconto ed emozioni. È essenziale saper leggere e interpretare i sentimenti, i pensieri e le opinioni che si nascondono dietro le parole del proprio interlocutore. Insomma, bisogna mettersi nei panni dell’altro per capire come si sente e di cosa ha bisogno per essere aiutato, perché il confronto possa essere costruttivo.
Imparare ad ascoltare non è facile
Sapere ascoltare migliora le relazioni, ma è un approccio che non è sempre facile da attuare, che richiede sforzo. Soprattutto bisogna oltrepassare il piacere fisiologico di parlare di sé, per mettersi a servizio dell’altro. Questo approccio deve far parte delle fasi di una relazione virtuosa.
Anche se sapersi raccontare sia importante per rielaborare le proprie esperienze e per migliorare grazie ai feedback esterni, per trovare un punto di incontro che consenta il dialogo e uno scambio costruttivo è importante – quando serve – essere in grado di mettere da parte l’ego e dedicarsi all’altra persona. A tal proposito, ecco alcuni consigli utili che presuppongono un certo autocontrollo:
- Non si deve interrompere l’altro mentre parla;
- È utile sapersi mettere nei panni del proprio interlocutore;
- Invece di dare opinioni o soluzioni, è meglio assicurarsi di aver capito ricapitolando ciò che si è recepito.
I rapporti interpersonali sono sempre delicati, soprattutto quando c’è un coinvolgimento sentimentale. Se si sta affrontando un momento particolarmente difficile con il proprio partner e/o con gli affetti più cari, chiedere l’aiuto di un esperto e avere un supporto psicologico può fare la differenza.