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L’ipersensibilità è una debolezza o una risorsa?

Ipersensibilità
15-04-2024
Cos'è davvero l'ipersensibilità e perché le persone che la possiedono possono diventarne vittime? Scopriamo di cosa si tratta e come fare per gestirla nel modo migliore, tenendo per sé solo il buono di questa speciale qualità.

Il termine "ipersensibilità" viene spesso usato a sproposito: molte persone non sono consapevoli di cosa significhi realmente, nemmeno quando si trovano a dover gestire personalmente questa caratteristica, che spesso si manifesta in modo subdolo come parte integrante della propria personalità.

L'ipersensibilità è un tratto che può rendere la vita quotidiana più complessa. Chi si riconosce come persona ipersensibile è consapevole che questa peculiarità può talvolta complicare le relazioni sociali e la gestione delle emozioni. Tuttavia, con un'analisi più approfondita, può rivelarsi anche un vantaggio, perché permette di avere una percezione più acuta e una maggiore empatia verso gli altri.

Essere una persona ipersensibile significa vivere le emozioni e gli eventi con un'intensità superiore alla norma. Questa condizione può derivare da una varietà di cause, inclusa una predisposizione genetica o esperienze di vita particolarmente significative che hanno modellato la sensibilità emotiva di una persona. L'ipersensibilità non è solo una reazione esagerata agli stimoli esterni, ma un modo complesso e ricco di sfumature di interagire col mondo, che spesso amplifica dolori e piaceri.

Il lato oscuro dell'ipersensibilità si manifesta quando non è gestita adeguatamente. Senza le strategie corrette, le persone ipersensibili possono trovarsi sopraffatte da emozioni che sentono con intensità devastante, come se ogni piccolo evento avesse il potere di "mandarle in frantumi".

Per convivere con l'ipersensibilità è fondamentale sviluppare tecniche di auto-consapevolezza e di regolazione emotiva. Imparare a riconoscere i propri trigger emotivi, stabilire limiti salutari nelle relazioni e praticare la mindfulness sono passi essenziali che possono aiutare a bilanciare la sensibilità eccessiva. La terapia psicologica può anche giocare un ruolo cruciale, offrendo strumenti e spazi sicuri per esplorare e comprendere meglio le proprie reazioni emotive.

In sintesi, mentre l'ipersensibilità può sembrare un fardello, con la comprensione e le tecniche giuste, può trasformarsi in una risorsa, migliorando la qualità delle relazioni interpersonali e arricchendo l'esperienza di vita di chi possiede questo tratto distintivo.

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Cos’è l’ipersensibilità

Per prima cosa è bene capire di cosa si sta parlando e magari scoprire che quella persona che ci è sempre sembrata esagerata nelle sue reazioni, altro non è che una persona ipersensibile. Una dote e/o qualità innata che può diventare anche molto pesante per chi la possiede.

L’ipersensibilità, infatti, è la predisposizione naturale che alcuni di noi hanno (circa il 20% delle persone) a percepire gli stimoli che arrivano dall’esterno, vivendoli in modo più intenso, sia a livello fisico che emotivo. Ma non solo.

Questa sorta di fragilità emotiva fa sì che le persone ipersensibili soffrano più facilmente e più profondamente degli altri, anche per cose apparentemente innocue o che non vengono considerate importanti dalla maggior parte delle persone (e soprattutto da chi le fa). Una parola detta male, un litigio, uno sguardo severo. Qualunque cosa viene vissuta in modo più intenso, scatenando una reazione nel soggetto.

Come si riconoscono le persone ipersensibili

Ma come fare a capire chi è ipersensibile? Ovviamente osservandone i comportamenti (o analizzando i propri). Chi è soggetto a ipersensibilità, infatti, è solitamente una persona più predisposta e incline a comprendere il mondo circostante e anche se stesso. Si tratta di persone attente a ciò che avviene intorno a loro, pronte a individuare e intervenire in caso si manifestino ingiustizie o problemi verso altri.

Ma non solo. Chi è ipersensibile solitamente ha una visione più profonda e ampia di ciò che è la realtà. Come se ne vedesse lati invisibili o nascosti. Vivendo tutto con una maggior intensità e consapevolezza, sia verso l’esterno che a livello personale, qualunque tipo di avvenimento e/o emozione. Sia di gioia che di dolore e sofferenza. Ed è proprio qui che nasce il problema.

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I “problemi” che può generare l’ipersensibilità

L’ipersensibilità, infatti, se da un lato è una grande risorsa e una qualità che può essere di grande aiuto, porta chi la possiede a vivere tutto talmente intensamente da diventare quasi deleterio.

Emozioni troppo forti, un livello di empatia tale da vivere le sofferenze altrui come proprie, la costante concentrazione anche inconscia verso qualunque stimolo esterno, tanto da dimenticarsi dei propri bisogni in favore di quelli degli altri. Fino ad arrivare a sentire i propri solo quando il corpo manda dei segnali talmente chiari da non poterli più ignorare, spesso sotto forma di malattie o disturbi più o meno gravi.

Risultando, quindi, più vulnerabili rispetto alle altre persone, più soggetti a stress, ansie o a tensioni (e a tutti i problemi che ne derivano) e a essere insicuri verso se stessi e le proprie capacità.

Come gestire l’ipersensibilità

Insomma, una qualità tanto bella quanto potenzialmente dannosa, sia per il corpo che per la mente e per la propria parte interiore.

Ma non se la si sa gestire nel modo corretto. Come? Semplicemente lavorando su se stessi, in modo costante e mirato. Allenandosi giorno dopo giorno a focalizzare la propria attenzione su ciò che si prova e su come lo si prova. Imparando a comprendere le emozioni che si vivono, a osservarle e a viverle in modo davvero consapevole, equo e più equilibrato:

  • dosando l’empatia;
  • evitando di immedesimarsi troppo negli altri (dimenticandosi di se stessi);
  • mettendosi dei limiti (e mettendone anche agli altri);
  • ascoltando i segnali fisici che manda il corpo;
  • concentrandosi su di sé, ascoltandosi e dedicandosi momenti di silenzio e di rilassamento;
  • evitando di ingigantire parole, gesti e situazioni ma osservandole per ciò che sono, vivendole di conseguenza;
  • accettandosi senza sensi di colpa, giudizi o rimproveri, imparando ad amarsi e amare la propria ipersensibilità come parte fondamentale di sé e della propria unicità;
  • praticando della attività fisiche che riescano a ridurre l’adrenalina nel corpo in favore dell’ossitocina (l’ormone dell’amore). Che aiuta ad aumentare la fiducia, il rilassamento e le emozioni positive.

In poche parole valorizzandosi in ogni minima sfaccettatura e imparando a prendere solo ciò che ci fa bene e che si può usare in modo consapevole per il proprio benessere personale (e solo dopo degli altri). Lasciando andare ciò che non serve (compreso ciò che ci viene detto) e usando questa straordinaria caratteristica solo come un grande vantaggio. Unico e speciale. E soprattutto volendo un gran bene a ogni singola parte di sé prima che a qualsiasi altra cosa.

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