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Che cos’è l’ipervigilanza e come combatterla

ipervigilanza
Ansia, paura, continua tensione e allerta costante: l’ipervigilanza colpisce molti di noi e spesso non siamo in grado di gestire queste emozioni esplosive e quasi sempre irrazionali. Come possiamo reagire?

L'ipervigilanza è uno stato di allerta eccessiva o costante, in cui una persona è particolarmente sensibile agli stimoli esterni o alle minacce percepite. Ci troviamo quotidianamente a rapportarci con ciò che ci spaventa nel mondo esterno, ma quando questo comportamento si estremizza può diventare complesso da gestire.

Questo stato può essere associato ad ansia, stress eccessivo o condizioni come il disturbo da stress post-traumatico. Quali sono i fattori scatenanti dell’ipervigilanza, e cosa possiamo fare per combatterla?

Che cos’è l’ipervigilanza

L'ipervigilanza è uno stato mentale caratterizzato da un'eccessiva attenzione e vigilanza verso gli stimoli esterni o interni, spesso associato ad ansia, stress o simili. In sostanza, una persona ipervigile è costantemente in uno stato di allerta eccessiva, pronta a reagire a qualsiasi segnale di pericolo o minaccia, anche se non è realmente presente.

Infatti, buona parte delle cose che ci spaventano sono in realtà create dalla nostra mente, che elabora avvenimenti passati, paure nascoste, e variabili negative, proiettandole nel presente e nel passato.

Quali sono i fattori scatenanti dell’ipervigilanza?

Questa condizione può essere il risultato di vari fattori. I traumi passati sono quelli più comuni, poiché le persone che hanno vissuto eventi traumatici possono sviluppare l'ipervigilanza come una sorta di meccanismo di sopravvivenza per proteggersi da futuri pericoli.

A questi si associa l’ansia eccessiva, che può portare a un aumento della vigilanza e dell'attenzione verso i potenziali pericoli, anche quelli che non sono razionali o reali. Parliamo di una proiezione delle nostre ansie, e non necessariamente di un pericolo che possiamo affrontare.

Non possiamo sottovalutare i disturbi psicologici: condizioni come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), i disturbi d'ansia o i disturbi ossessivo-compulsivi (OCD) possono comportare ipervigilanza come sintomo. Situazioni di stress prolungato o cronico possono portare a un aumento dell'attenzione verso i potenziali fattori stressanti.

Secondo gli esperti, anche vivere in ambienti urbani densamente popolati o ad alto traffico può portare a un aumento della vigilanza costante dovuto alla percezione di rischi e minacce potenziali. Non tutti sono portati a vivere circondati da molte persone e a condurre uno stile di vita frenetico come quello dei grandi centri urbani, e questa indisposizione si tramuta in malessere.

Gli effetti dell'ipervigilanza possono essere dannosi per la salute mentale e il benessere complessivo, poiché può causare stress cronico, affaticamento mentale e disturbi del sonno.

Come combattere l’ipervigilanza?

È importante imparare a gestire l'ipervigilanza attraverso tecniche di rilassamento, e strategie volte a ridurre l'ansia. Se l'ipervigilanza sta causando disagio significativo o interferisce con la vita quotidiana, è consigliabile consultare un professionista della salute mentale per un supporto adeguato.

Iniziamo a lavorare su noi stesse con la consapevolezza: essere consapevoli dei propri pensieri e delle proprie reazioni è il primo passo per gestire l'ipervigilanza. Riconoscere quando si è ipervigili e comprendere quali situazioni o stimoli scatenano questa reazione è fondamentale per iniziare a gestirla.

Come accennato, tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione, lo yoga o il training autogeno possono aiutare a ridurre lo stress, l'ansia e il livello di allerta eccessivo.

L'esercizio fisico regolare può essere un’ottima valvola di sfogo. Promuove il rilascio di endorfine, i "neurotrasmettitori del benessere", nel cervello. Trovate nuove attività da svolgere nel tempo libero che possano impegnare la mente distraendola dalle sue paure. Va bene “perdere il controllo”, non possiamo sorvegliare tutto togliendo tempo ad altre attività quotidiane e necessarie per il nostro benessere.

Imparare a gestire lo stress, trovando dei contro altari ai momenti di maggiore tensione, può aiutare a ridurre l'ipervigilanza. Ciò può includere la pratica della pianificazione delle attività quotidiane, l'apprendimento delle tecniche di risoluzione dei problemi e la creazione di un ambiente rilassante a casa e sul luogo di lavoro. Accendete delle candele, mettete delle musiche rilassanti in sottofondo, dedicatevi a attività rilassanti, e godetevi il vostro relax senza tenere il cervello sempre in movimento.

Ridurre l'esposizione a stimoli o situazioni che scatenano l'ipervigilanza può aiutare a prevenirne l'insorgenza o l'aggravamento. Questo potrebbe includere limitare il tempo trascorso sui social media, evitare luoghi affollati o rumorosi quando possibile. Ma anche stabilire limiti chiari con le persone che possono causare stress.

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