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Overthinking: cosa è, perché può essere dannoso, come stare meglio

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06-12-2021
Ti senti confusa, soverchiata e bloccata dalle situazioni difficili della vita? Potresti essere una di quelle persone che pensano troppo. Tutto quello che c'è da sapere sull’overthinking?

Pensare troppo è il piccolo dramma della nostra epoca: l’overthinking è un meccanismo di blocco della mente che ti impedisce di prendere una decisione. E di essere felice.

Non fraintenderci: prendersi il tempo di riflettere sulle decisioni da prendere quotidianamente non è qualcosa di negativo. Tuttavia, quando il rimuginare diviene sistematico, ripetitivo e macchinoso, smettiamo di vivere e focalizziamo la nostra energia sul mondo mentale che ci scorre dentro.

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Overthinking: cosa vuol dire rimuginare sempre

Ti capita spesso di immobilizzarti su un pensiero, o una decisione da prendere, rimanendo paralizzata davanti all’infinita possibilità di conseguenze a cui inevitabilmente decidere ti porterà? Se senti che stai pensando troppo a qualcosa, in maniera ossessiva e, nonostante tutti gli sforzi della tua mente, non riesci ad arrivare a una decisione, sei in pieno overthinking. Stai semplicemente pensando troppo. E, proprio come il non pensare affatto, pensare troppo può essere davvero deleterio.

Pensare tanto fa bene e aiuta a prendere decisioni più consapevoli e felici. Tuttavia, quando il pensiero diventa ossessionante, quando non ci fa dormire, mangiare o vivere, è un problema.

In altre parole, pensare molto e in maniera caotica non è un problema finché non ci crea un disagio o non altera ogni routine. Alcune persone trasformano questa pratica in un pensiero ossessivo. Caratteristiche fondamentali dell’overthinking sono i comportamenti ripetitivi, i gesti nervosi e l’impossibilità di fare qualsiasi altra cosa. Dall’overthinking, quello sbagliato, non ci si può distrarre che per pochi secondi. Le attività ripetitive tendono a far emergere i pensieri che ci turbano, rendendo ogni routine un vero e proprio inferno.

Da dove viene l’overthinking?

Pensare troppo è frutto di abitudini e comportamenti precisi che nascono dai nostri trascorsi o da chi abbiamo scelto come modello – di solito, un genitore. Gli overthinker tendono a voler tenere sotto controllo la situazione, sempre e in qualsiasi momento. Di conseguenza scelgono di pensare ad ogni faccenda nel dettaglio, in maniera compulsiva, per essere sicuri di poter prevedere ogni aspetto e conseguenza. Ogni singola ramificazione di ciò che potrebbe succedere prendendo una decisione.

Questo tipo di comportamento non è di per sé negativo, sebbene possa portare a un distaccamento emotivo e mentale dalle emozioni e dalla spontaneità. L’overthinking diviene sbagliato quando si trasforma in un pensiero costante, inconcludente e potenzialmente tossico per il nostro benessere. Ruminiamo su ogni minima cosa per arrivare allo stallo, all’inazione. Al non prendere mai una decisione.

Inevitabilmente, questo pensiero ossessivo porta al malessere interno, allo stress, all’ansia e all’infelicità. L’overthinking è disfunzionale quando toglie spontaneità ai rapporti con le persone e non ci fa dormire la notte. È il primo pensiero quando ci svegliamo, e l’ultimo quando finalmente prendiamo sonno.

Come si supera tutto questo?

Innanzitutto fai un bel respiro e prendi coscienza del fatto che, per quanto difficile sia la situazione in cui ti trovi, una soluzione c’è. Probabilmente l’hai anche già contemplata, ma non te ne sei neanche accorta. E perché non te ne saresti accorta?

Per il semplice fatto che sei troppo impegnata a pensare per poter raggiungere una decisione vera e propria. Se non riesci a inquadrare la situazione, proviamo con un esempio molto banale. Nella speranza di non semplificare troppo un problema così complesso e, talvolta, capace di bloccarci per mesi.

La montagna (di compiti)

Immagina di avere una montagna di compiti da fare per domani. Immagina di pensare a quanto sarebbe bello averli già finiti e accendere Netflix, ma sono le 17 e non hai neanche aperto un libro. Il problema è che i compiti ti sembrano così tanti che ti sembra di non essere in grado di portarli a termine, neanche in un milione di anni.

Non ti affliggere perché avresti potuto metterti avanti ieri, perché se fossi più intelligente li faresti in modo più rapido. Questo è overthinking. Non c’è bisogno di pensare a tutto questo, sebbene siano argomenti piuttosto logici, non ti porteranno vicina all’obiettivo. Si tratta di tentativi di svicolare dal problema: i compiti sono lì e nessuno li sta facendo.

Nel frattempo, dunque, la situazione non si sblocca, ma tu la stai corredando di tutte le motivazioni, con tanto di grafico a torta, sul perché non si stia sbloccando. E senza risolvere niente, dunque, ti starai causando una grande sofferenza. Rimarrai immobile, ferma al punto di partenza. E tu non vuoi rimanere qui, giusto? Eppure, sei dolorosamente consapevole che all’obiettivo non arriverai tanto presto, e dunque ti senti bloccata.

La soluzione all’overthinking non è sempre così facile, purtroppo

Riuscire a fare il passo di aprire i libri è già un progresso. Quella che dovrà seguire è la disciplina di mettere un piede davanti all’altro fino ad arrivare a sbloccare la situazione. E non c’è pensiero che possa sbloccare i tuoi compiti: solo l’azione di farli ti trarrà d’impaccio.

Purtroppo le faccende su cui tendiamo a sedimentare i nostri pensieri non sono di così facile risoluzione come può esserlo un compito. Quando i problemi sono grandi, l’overthinking diventa ancora più paralizzante, e potresti doverne parlare con un professionista qualificato. Sarà questa persona ad aiutarti a far scattare l’interruttore dell’azione.

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