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Perché pensiamo di non piacere agli altri?

piacere agli altri, ragazza sola e disperata
09-11-2021
Siamo ciò che siamo e se anche si può cambiare, è importante comprendere le proporzioni di queste trasformazioni e l’effetto che avranno su di noi. Pensi ancora di non piacere a nessuno?

A volte è solo un periodo fatto così, ma è sempre meglio non sottovalutarlo: perché pensi di non piacere agli altri? Si tratta di un fenomeno transitorio, oppure di un terrore radicalizzato cheti prende quando lasci che l’imbarazzo e la paura del rifiuto prendano il sopravvento?

Questa fobia può arrivare a condizionare in maniera decisiva la tua vita, finendo immancabilmente per farti vivere in un costante stato di tachicardia in presenza degli altri. E se dico la cosa sbagliata? E se faccio la cosa sbagliata?

Da dove nasce l’esigenza di piacere agli altri?

Piacere agli altri non è mai una questione oggettiva. Col passare del tempo e con le esperienze che forse hai già maturato, ti sarai resa conto che l’idea che ti sei fatta di una relazione non corrisponde sempre a quella che, a conti fatti, ha l’altra persona. Piacere agli altri è un fatto del tutto indipendente da ciò che sei e talvolta non è possibile intervenire in maniera efficace per modificare il fatto che a qualcuno non piaci. La puoi chiamare chimica, ma è più una questione di chi sei davvero.

Ogni persona, non solo tu, interpreta le conversazioni e vede le cose in modo differente. Gli atteggiamenti che per qualcuno possono essere spiacevoli potrebbero essere accettabili per te, e viceversa. L’accettare e riconoscere il piacere degli altri è parte integrante della tua crescita emotiva, e talvolta ti fa sentire disorientata perché non riesci a leggere chi hai davanti.

Ogni persona sente il bisogno profondo di essere accettata così com’è. La diretta conseguenza, sia essa in grande scala o in formato ridotto, è quella di formare un gruppo di persone, anime affini, con cui condividere la quotidianità. Li chiamiamo amici. Essendo l’essere umano un animale sociale, viene spontaneo per noi cercare di rispettare i protocolli e le convenzioni sociali. Diamo il meglio di noi stessi per piacere a qualcuno e stringere un legame d’amicizia, insomma. Cosa succede, però, se questo bisogno di piacere agli altri viene esasperato? Cosa accade quando il nostro bisogno di piacere sovrascrive chi siamo davvero?

Piacere agli altri per piacere a se stessi: un paradigma sbagliato

Voler piacere agli altri a tutti i costi, voler essere accettati per potersi valutare positivamente, è un comportamento errato. L’atteggiamento diviene problematico, dunque, quando la tua approvazione di te passa per quella degli altri, che come abbiamo già detto percepiscono in maniera del tutto soggettiva discussioni e comportamenti.

Non puoi controllare quello che gli altri pensano di te: per proprietà transitiva, gli altri non devono mai e in nessun caso poter controllare la tua percezione di te stessa. Se hai paura di essere costantemente valutata in maniera negativa per tutto ciò che dici e fai, per l’impressione che lasci, non stai più pensando né a loro e neanche a te. Riesci a vedere solo la tua paura di essere criticata e rifiutata dagli altri.

Da dove nasce la paura del rifiuto?

Perché hai paura di essere rifiutata, al punto che talvolta smetti perfino di metterti in gioco e scegli la solitudine? Non si tratta solo di un problema di autostima o di costruzione della tua identità. Focalizzarti per troppo tempo su ciò che si aspettano gli altri da te ti porta inevitabilmente ad assumere comportamenti insoliti per te. Insomma, fai cose che normalmente non faresti, perché sai che le persone se lo aspettano e tu hai troppa paura di incrinare la relazione. Quello che non vedi, però, è che questo continuo fare cose che non ti piacciono finisce inevitabilmente per incrinare una relazione nel lungo periodo. Parimenti, vivere una vita fatta di percezioni altri crea una profonda insoddisfazione in se stesse. Perché?

Perché non possiamo piacere a tutti, e per quanto sembri una frase fatta, essa corrisponde anche alla pura verità.

Le cause di questo bisogno di piacere possono essere analizzate psicologicamente in tanti modi. Per esempio, potrebbe esserti mancata la validazione infantile, o magari sei una perfezionista. Anche l’egocentrismo, che ci fa mettere al centro di qualsiasi situazione anche quando nessuno ci presta attenzione, potrebbe essere una causa di questo bisogno. Le persone che basano il proprio giudizio su quello altrui finiscono sempre per arrivare all’esasperazione, presto o tardi. Quando questa paura si trasforma in patologia, soffri di atelofobia – il terrore di non piacere agli altri che spesso viene associato ai disturbi dell’ansia.

Se senti di stare soffrendo di questo problema, non fermarti alla lettura di questo articolo. Contatta un esperto psicologo o psicoterapeuta che possa aiutarti a comprendere le origini di questo bisogno. Sarà lui, o lei, a darti gli strumenti necessari per riprendere il controllo delle tue emozioni, tornando a focalizzarti sull’unica persona che conta davvero nella tua vita. E che guarda caso sei tu.

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