Rompere gli equilibri significa dare la spinta verso un cambiamento, una trasformazione. Talvolta significa anche generare il caos. L’equilibrio visto come lo status quo, la situazione delle cose allo stato attuale, non è per forza un male, ma questo non significa che le cose non potrebbero essere migliori di così.
Se ti senti bloccata o in un vicolo cieco, se ogni giorno ti poni le stesse domande e ti rispondi che no, dovresti sacrificare troppo di quello che conosci per portare il vero cambiamento, allora forse hai bisogno di dare un taglio a qualcosa.
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È perfettamente normale rincorrere la stabilità, sia essa economica, emotiva o sentimentale. La stabilità è quello che ci permette di abbassare la guardia e di poter vivere una vita meno sul chi vive. Riduce lo stress e ci permette di guardare obiettivamente al futuro, senza doverci preoccupare eccessivamente di lui. È la rete che ci prende al volo quando cadiamo.
Detto così sembra perfetto: l’equilibrio è un posto dove tornare quando le cose si mettono male. Tuttavia, prima di affidarci ciecamente a questo sistema, dobbiamo analizzare con attenzione il suo valore intrinseco. È un equilibrio a cui ci stiamo aggrappando, o a cui ci vogliamo aggrappare a tutti i costi? La differenza non è solo fatta di parole, ma di profondi significati.
Camminare lo stretto binario del trenino dell’equilibrio, senza conoscere gli orari dei treni, ci porta a fare affidamento su qualcosa di cui non dovremmo fidarci, e ci porta a guardare verso il futuro con più timore. Perché cosa succede quando questo equilibrio su cui facciamo così tanto affidamento si spezza? Quando l’equilibrio è troppo precario, perderlo è un rischio troppo alto per coloro che, come forse noi, sono state educate nell’ottica di cercarlo a tutti i costi.
La paura di cadere
Quando l’equilibrio si spezza, cadiamo. E quando si cade, non si sa mai come lo si fa, o dove si arriva. Quanto male farà? Perché molto probabilmente farà male. Quello di cui spesso non ci rendiamo conto è che il dolore che stiamo provando in una situazione apparentemente equilibrata è infinitamente più malsano del dolore della caduta. Sembrano chiacchiere insensate per coloro che stanno troppo male per riflettere su queste parole, eppure c’è del vero.
Nel momento in cui impariamo a lasciare andare un equilibrio che non ci ha soddisfatte, ci educhiamo a cadere. E forse è vero, non ci sarà nessuno a prenderci, ma questo ci insegnerà una volta per tutte che non abbiamo bisogno di nessuno. Possiamo benissimo rialzarci da sole. Impolverate, ammaccate, mai più uguali a prima. Ma di nuovo in piedi.
La paura di cadere è una trappola mentale molto diffusa e del tutto normale. Ce la siamo costruite ogni giorno, mattone su mattone, mentre edificavamo le sicurezze che molto spesso abbiamo idealizzato. È un naturale meccanismo di sopravvivenza che ci porta verso ciò che conosciamo – anche quando non è esattamente il massimo – piuttosto che verso l’ignoto.
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Cosa succede al di fuori del seminato? C’è vita oltre l’equilibrio che ci siamo imposte con tanto accanimento? Pensare che al di fuori della propria comfort zone ci siano solo orrore e raccapriccio è uno dei bias più comuni in cui di solito andiamo ad incappare. Si tratta della naturale predisposizione a credere che là fuori non ci sia niente di meglio per noi. O comunque, si pensa erroneamente che quello che abbiamo sia un’approssimazione sufficiente di quello a cui possiamo aspirare. e che non possiamo fare nulla di diverso.
Approssimativamente non significa bene. La paura di rompere gli schemi, gli equilibri, sconvolgere la propria vita, è perfettamente normale. Tuttavia, nella sua grande saggezza, la vita trova sempre il modo. Sì è vero, è una frase che potremmo aver rubato a Jurassic Park, ma adesso non soffermiamoci troppo sulle fonti.
Concentriamoci su quello che è importante: la vita trova il modo di aprire porte anche negli scantinati più luridi. Quando fai una scelta per cambiare, per aspirare a qualcosa di meglio, quando metti te stessa nella decisione, stai andando incontro a una novità.
Il cambiamento fa paura, ma è anche l’unico modo che abbiamo per cercare di migliorare la nostra posizione nel mondo e nella vita. Ci fa crescere, ci fa maturare e soprattutto ci permette di imparare cose nuove. Cose nuove sul mondo, sì, ma anche su di noi. Il cambio di prospettiva è un salto grosso che può sconvolgere il nostro senso dell’orientamento, ma in linea generale riuscirà sempre, nel bene o nel male, a insegnarci qualcosa. E di questo dovremmo sempre essere grate.
I veri insegnamenti, ricordiamo, sono quelli indotti dalle nuove esperienze. È difficile comprendere davvero qualcosa quando non si ha nulla da perdere.