Vi è mai capitato di chiedere scusa per qualcosa che avete fatto, anche involontariamente, è che ha ferito la persona con cui state parlando? Sicuramente sì. Ma allo stesso modo, non vi è capitato anche piuttosto frequentemente di chiedere scusa per qualcosa che non avete fatto, per iniziare una conversazione o una domanda, per giustificare voi o altri. O ancora di farlo per molte volte consecutivamente? Quasi come se fosse un intercalare del vostro modo di interagire? Bene, sappiate che scusarsi troppo non è quasi una buona cosa. Per molte ragioni diverse.
Se da una parte, infatti, chiedere scusa è un gesto di consapevolezza, empatia, gentilezza, di una presa di coscienza profonda del proprio impatto sulle altre persone e si, anche di coraggio, dall’altro farlo troppo spesso, ripetutamente o quando non si ha nessuna ragione per doverlo fare può voler dire quasi esattamente il contrario.
Ecco perché è sempre bene fermarsi a riflette e capire se, lo scusarsi troppo, dipende da una quantità esagerata di passi falsi che si sono compiuti (e quindi è bene riflette anche su questo) o da altro. E in tal caso, smettere subito di farlo, riprendendo in mano la propria vita. Il motivo? Scopriamolo insieme.
Perché si tende a scusarsi troppo?
Per prima cosa è bene specificare che le motivazioni che portano una persona a scusarsi troppo sono molte. E che in quasi la totalità dei casi questa abitudine non è per nulla positiva per se stessi (e nemmeno per chi si rapporta con noi).
Alla base della propensione al chiedere scusa molto più frequentemente del necessario, infatti, possono esserci fattori caratteriali come una bassa autostima, la paura costante di non essere abbastanza e/o di sbagliare, la mancata fiducia verso di sè e verso gli altri, un’eccessiva sensibilità e/o gentilezza, la tendenza a compiacere chi si ha davanti, ecc. Insomma, tutti aspetti della propria personalità che vanno a mettere in secondo piano la propria persona in favore di altro. Ma non solo.
A volte, infatti, lo scusarsi troppo dipende dalla poca inclinazione di chi lo fa di imbattersi in discussioni o problemi che non ha voglia di affrontare, o ancora dalla possibilità di uscire velocemente da una situazione che non vuole vivere o in cui si trova in una posizione di torto. E che grazie alla parola “scusa” anche se pronunciata in modo non sincero, si può facilmente esaurire. Insomma, in qualsiasi di questi casi, lo scusarsi troppo è indice che qualcosa dentro di noi non va e che è bene comprendere e risolvere.
Chiedere scusa per evitare una situazione
Quando il motivo che porta a scusarsi troppo riguarda la propria incapacità o non voglia di affrontare un problema, discussione, litigio, rimprovero ecc., per esempio, se da una parte può essere un buon modo per calmare le acque, dall’altro rappresenta un chiaro segnale che la persona in questione non è in grado di vivere serenamente eventuali esperienze “negative” o controverse che gli si possono presentare davanti. Sfociando in atteggiamenti di ansia, rabbia, nervosismo, tensione, ecc. che cerca di evitare e prevenire chiedendo scusa.
In questo caso ciò che è bene fare, non è solo smetterla di scusarsi troppo (anche perché questo può portare a rendere le proprie frasi di scuse senza valore per chi le riceve) ma è importante anche prendere in mano la propria incapacità di affrontare questo genere di emozioni o situazioni. Imparando a gestirle e controllarle. Comprendendo ciò che si prova, metabolizzandolo e accettandolo.
In questo modo, oltre ad acquisire una maggior consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, si aumenterà anche la propria autostima e il rispetto per se stessi, oltre a quello che gli altri nutrono per noi. Costruendo dei rapporti più sinceri, leali e di stima reciproca.
Scusarsi troppo come sintomo di bassa autostima
Discorso simile, ma non completamente, va fatto nel caso in cui la tendenza a scusarsi troppo derivi da una mancanza di stima nei propri confronti. Dalla poca convinzione e fiducia verso di sé e le proprie capacità o pensieri, dalla propensione a credere di essere sempre nel torto, di non essere abbastanza, ecc. Insomma, da una visione distorta di se stessi, in favore di chi si ha davanti.
Un problema diffusissimo (aimè molto più nelle donne che negli uomini) e che spesso arriva dall’infanzia, dal contesto in cui si è vissuti, dalle esperienze passate e che non si sono superate. E che nasce dalla convinzione di non valere tanto quanto chi si ha davanti. Di essere sempre un passo indietro. Come in una continua rincorsa verso un traguardo che, proprio perché creato sulla base delle proprie errate convinzioni, non si raggiunge mai. Portando a scusarsi troppo e per qualsiasi cosa. E attivando, di fatto, un circolo vizioso di pensieri negativi verso se stessi e ciò che si fa.
Le scuse (giustificate) fatte a ripetizione
Ma attenzione. Perché anche lo scusarsi troppo per un errore che si è commesso può essere nocivo. Il motivo? Lo stesso circolo vizioso appena descritto. Quando si sbaglia o si ferisce qualcuno, volontariamente e non (molto più spesso), è importantissimo chiedere scusa. Una, due, tre, tutte le volte che serve. Ma attenzione a non commettere l’errore di scusarsi troppo.
Quando ci si scusa con consapevolezza, sapendo di aver sbagliato, le proprie scuse non potranno che essere sincere, reali, vere. Ripeterle all’infinito (o sentirsi chiedere di ripeterle all’infinito) non ne aumenterà il valore o l’intenzione.
Ma quello che potrebbe, invece, innescare è la perdita del loro peso agli occhi di chi le riceve e, cosa ancora più grave, potrebbe portare chi le fa a sentirsi eccessivamente mortificato, sotto esame, giudicato, fino anche umiliato. Portando a dubitare di sé e arrivando a perdere la stima per se stessi.
Sbagliare è umano, lo facciamo tutti. Prenderne atto e scusarsi è fondamentale e giusto. Esagerare nel farlo no. Né per voi né per nessuno.
Come uscire da questo meccanismo deleterio?
Ciò che è importante fare, quindi, per evitare di scusarsi troppo ma anche per vivere una vita più piena, è prendere consapevolezza di ciò che si è. Con pregi e difetti, con i propri aspetti positivi e con quelli meno. Con ciò che si è capaci di fare e quello che ancora no. Accettandosi per quello che si è nella propria totalità. Imparando a lavorare su di sé, giorno dopo giorno. Con serenità e con coscienza.
Migliorando, di fatto, le proprie relazioni con gli altri, di qualsiasi tipologia si trattino (dal lavoro, alle amicizie fino a quelle familiari e sentimentali). E, soprattutto, migliorando la relazione più importante di tutte, quella con se stessi.