Quanto conta nella vita di ognuno di noi il giudizio altrui? Senza grande margine di errore potremmo dire molto, anche se ci sembra che non sia così. Secondo la famosa Piramide dei Bisogni di Maslow, infatti, l’essere amati e il bisogno di appartenenza occupa la terza posizione della classifica dei bisogni maggiori ed è proprio per questo motivo che la paura del giudizio altrui è presente in ognuno di noi.
VEDI ANCHE LifestylePerché il tuo giudicare gli altri riguarda il tuo modo di essere e non il loroUn timore che prende diversi aspetti della nostra vita e del nostro modo di agire, dalle paure che riguardano il nostro aspetto fisico, a quelle sul lavoro, da quelle che interessano le nostre origini o lo status sociale al nostro modo di essere, ecc. E che portano, troppo spesso, a snaturarsi per cercare di assecondare dei modelli di riferimento condivisi (ma poi da chi) e degli standard imposti da terzi, generando ulteriore paura, insicurezza e, spesso, sfociando in fobie vere e proprie. Come dire, il giudizio altrui non solo ci influenza ma spesso manipola la vita di chi lo soffre o lo tiene troppo in considerazione. Ma qual è il giusto peso da dare a chi ci giudica?
Che peso dare al giudizio altrui (e se darlo)
Come prima risposta ci verrebbe da dire nessuno. Dopo tutto nessuna persona dovrebbe mai sentirsi in diritto di giudicare qualcun altro, cosa che invece avviene sistematicamente per ogni cosa che viene fatta o detta, in tutto e nel contrario di tutto.
Ed è proprio questo che dovrebbe farci riflettere. In una società in cui, soprattutto dietro una tastiera, la libertà di dare giudizi anche verso chi non si conosce è sdoganata quasi fosse la normalità, appare chiaro che l’istinto di voler essere accettati e inclusi non troverà mai pace reale. Perché, in un modo o nell’altro, ci sarà sempre qualcuno a cui il nostro modo di essere e fare non andrà bene, cosi come ci sarà sempre qualcuno che non perderà occasione per farcelo presente.
Con queste basi, quindi, è fondamentale saper mettere un filtro ai giudizi altrui, capendo ciò che possiamo tenere e ascoltare e ciò che, invece, possiamo tranquillamente lasciar scorrere via come l’acqua di un fiume. Senza che nemmeno ci sfiori.
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E questo è possibile solo sviluppando una forte consapevolezza in se stessi, capendo noi per primi i nostri punti di forza e ciò sui cui dovremmo lavorare di più, aumentando la nostra autostima e la conoscenza di sé, avendo ben chiaro chi siamo e chi vogliamo essere. E capendo che solo noi possiamo dare un giudizio a noi stessi (magari evitando di essere troppo severi), liberandosi dalla trappola esterna del giudizio altrui ed evitando che questo ci condizioni.
Un passaggio fondamentale per raggiungere una serenità maggiore e per evitare di essere in balia di chi decide di riversare su di noi le proprie insicurezze o limiti, lasciando andare il superfluo e tenendo solo ciò che ci può far crescere, ma senza che ci cambi. E tutto questo ottenendo dei vantaggi enormi come:
- il raggiungimento di una maggior tranquillità;
- l’abbassamento delle aspettative che abbiamo verso noi stessi;
- un maggior controllo delle nostre scelte
- l’aumento la nostra influenza sugli altri
Imparando ad amarsi per come si è e a non dare peso a tutto ciò che ci viene detto per abbatterci e ferirci, ma scovando nella mischia solo ciò che davvero può esserci utile, facendone tesoro e trasformandolo in un’opportunità di crescita. L’unica vera misura possibile da tenere in considerazione e che, in un mare di parole e giudizi senza senso, ha motivo di essere ascoltato.