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Come capire quando avere pazienza è legittimo e quando ci danneggia

Pazienza ci danneggia
26-07-2022
Essere pazienti può essere una virtù e farci apprezzare dagli altri; a volte però potrebbe anche danneggiarci e rendere le nostre vite più complesse. Ecco come capirlo
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Chi non apprezza una persona che sa essere paziente sempre e comunque e in tutte le situazioni? La pazienza è senza dubbio una virtù, ma in alcuni casi potrebbe danneggiarci - quando siamo noi a praticarla ovviamente. Al contrario in determinate situazione applicare la pazienza può regalarci punti serenità extra: sta a noi capire quando avere pazienza ci danneggia e quando invece è legittimo e ci rende persone migliori e piacevoli.

Spesso infatti essere troppo tolleranti nei confronti degli altri danneggia non solo noi ma anche le persone con cui abbiamo a che fare, in quanto potrebbe incoraggiare comportamenti che non ci fanno stare bene e possono farci male sul lungo periodo, andando così a rovinare relazioni e rapporti, a volte in modo insanabile.

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Perché la pazienza può danneggiarci

Ci hanno spesso insegnato che la pazienza è la virtù dei forti, ma è davvero così? Essere sempre pazienti, tolleranti e sopportare tutto senza mai lamentarsi potrebbe non renderci persone migliori, anzi. Tirare troppo la corda con la pazienza ci potrebbe portare a provare un fortissimo disagio psicologico con conseguenze anche gravi.

Quella collega al lavoro che approfitta sempre della nostra disponibilità per arrivare tardi, l'amica che ci chiede sempre passaggi in macchina o il partner che dà sempre per scontato che ci occuperemo noi di quelle cose che lui non ha mai voglia di fare... sono tutte situazioni apparentemente banali, ma che possono davvero generare forti situazioni di stress e frustrazione.

Esagerare e portare "troppa pazienza" può provocare infatti fortissimi sentimenti di disagio e insoddisfazione e sul lungo periodo anche rovinare i rapporti con le persone, che abituate al nostro atteggiamento paziente, non si rendono conto del nostro malessere e continuano a chiederci aiuto, senza accorgersi che non stiamo bene.

Adattarsi a queste situazioni di continuo stress, infatti, non ci fa bene: può portare a stati depressivi e alla necessità di lunghi periodi di riposo e recupero, innescando reazioni a livello fisico, dannose per la salute, come l’aumento del cortisolo, che diminuisce le difese immunitarie e aumenta il rischio di contrarre malattie.

Prima di capire quali sono le cause di questo malessere e identificare le cose che esauriscono la nostra pazienza, è fondamentale imparare a conoscerci e analizzare noi stessi e i nostri sentimenti. Continuare a esporci alle situazioni che ci stressano, è molto pericoloso per la nostra salute emotiva e può avere anche conseguenze molto gravi.

Come e perché la pazienza ci danneggia

Non perdere la pazienza e non arrivare al limite della sopportazione non è difficile, almeno a parole: basta capire cosa merita la nostra attenzione e pazienza e cosa no e comportarci di conseguenza, senza cadere in sensi di colpa eccessivi e spesso malriposti, che possono peggiorare addirittura la situazione.

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Lasciare andare le cose che ci fanno esaurire la pazienza in modo poco sano non è facile, soprattutto se siamo per natura tentati di dire sempre di sì agli altri. Restare in silenzio di fronte a tutti quei comportamenti che ci fanno stare male ci danneggia in modo diretto, ma se non siamo noi a sforzarci di cambiare le cose, difficilmente riusciremo a stare meglio.

Di fatto, il segreto, è allontanarci da tutto quello che consuma in modo poco sano la nostra pazienza e dedicarla solo alle persone che la "meritano" davvero; in questo modo possiamo affrontare in modo più sano la nostra quotidianità, capendo quando la pazienza ci danneggia e senza rischiare sempre di arrivare al limite ed "esplodere".

Esercitare la "non-pazienza"

Ma come imparare a non "sprecare" la nostra pazienza con persone e attività che non la meritano? Come per molte altre cose, ci vuole esercizio. Bisogna imparare a dire no e a far valere le proprie posizioni e il proprio diritto a non essere pazienti, a non sopportare sempre tutto e anche un po' a lamentarci.

Esercitare il proprio diritto a perdere la pazienza, in modo costruttivo, insegna anche agli altri quali sono i nostri limiti e li abitua a comportarsi in modo più sano ed equilibrato nei nostri confronti.

Certo, se finora siamo stati campioni di pazienza potrebbe sembrare strano per chi ci circonda abituarsi a un nuovo atteggiamento da parte nostra: ma basterà spiegare con molta tranquillità che, per salvaguardare la nostra salute mentale ed emotiva, abbiamo deciso di organizzare il nostro tempo e le nostre disponibilità in modo diverso.

Essere sempre disponibili ad aiutare gli altri potrebbe renderci migliori ai loro occhi, ma se arriviamo a fine giornata senza energie, nervose e stressate, allora le cose sono sfuggite di mano e il nostro atteggiamento va rivisto in modo radicale, in quanto avere pazienza ci danneggia, se esageriamo. Un po' di sano egoismo, ogni tanto, fa bene e può fare addirittura miracoli per l'autostima e il nostro benessere psicofisico.

Se da soli ci viene difficile affrontare un simile cambiamento, la cosa migliore è chiedere aiuto: a un amico, un familiare, al partner o magari un professionista. Far presente che abbiamo portato troppa pazienza e raggiunto il limite di sopportazione, è il primo passo per cambiare le cose in meglio e iniziare a stare di nuovo bene, con noi stesse e gli altri.

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