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Quando ci ossessioniamo per qualcuno di famoso: cosa sono le relazioni parasociali

relazioni parasociali
14-07-2023
In che modo i social media e, più in generale, Internet, hanno cambiato il modo in cui ci si relaziona con gli altri? Ce lo spiega il significato delle parole “relazioni parasociali”, un fenomeno relativamente nuovo che si è complicato con l’avvento della tecnologia

Cosa sono le relazioni parasociali

Hai mai sentito parlare di relazioni parasociali nella società attuale? Proviamo con una domanda leggermente diversa: quante volte avresti voluto attirare l’attenzione della tua cantante, attrice o youtuber/twitcher preferita con un commento sotto i suoi post? O in una sua diretta?

Tutte le volte che le relazioni nascono, crescono e maturano in un’unica direzione, stiamo parlando di relazioni unilaterali e fittizie che, tuttavia, tendiamo a costruire per proteggerci dalla solitudine. E per illuderci di conoscere qualcuno che, in realtà, non ci è affatto vicino.

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Come funzionano le relazioni parasociali

Sembra molto complicato, ma in realtà è più semplice di quanto non lo si creda. Con l’avvento del web e dei social media questo fenomeno si è acuito perché questi mezzi hanno sottolineato un problema che prima era meno sentito.

Quando parliamo di relazioni parasociali parliamo di un problema che potremmo avere attraversato tutti, a fasi alterne, durante la nostra vita – specialmente quella digitale. Stiamo parlando di tutte quelle persone che ritengono di “conoscere una celebrità” perché la seguono assiduamente sui social e sui mezzi di comunicazione annessi e connessi. Diciamo celebrità ma possiamo anche parlare di YouTube o, in maniera ancora più acuta, Twitch.

Le relazioni parasociali sono rapporti unilaterali in cui in individuo, probabilmente un fan, ha investito tempo, interesse ed energia in un’altra persona la quale è inconsapevole della sua esistenza. O lo è in maniera molto tangenziale.

Non essere come Stan

I millenials potrebbero leggere questo fenomeno attraverso le parole di Eminem e della sua celebre canzone Stan. Stan non è una persona vera, ma è un fan del rapper talmente ossessionato da lui da scrivergli lettere. Nella canzone, quando Eminem non gli risponde, lui si toglie la vita e la toglie anche alla sua ragazza.

Pur non trattandosi di una storia vera, questo episodio non solo ricalca alcune esperienze che Slim Shady ha avuto con certi dei suoi fan più ossessionati. La canzone ha definito la carriera del cantante e la parola “Stan” è entrata di diritto nell’Oxford English Dictionary. Adesso la trovi sui giornali, e un po’ ovunque: ma l’ha costruita Eminem. Uno “stan” è un fan radicalizzato e assolutista, fermamente convinto di conoscere l’oggetto della sua venerazione. È una persona vittima di un rapporto parasociale. E se c’era bisogno di una parola, significa che il problema esisteva già prima che il web dilagasse.

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Le relazioni parasociali non sono vere relazioni

Che tu sia un barbz, una lamb, un little monster, parte del beyhive o una belieber, non ha importanza: se ci credi abbastanza da sentirti parte di una comunità, l’incantesimo parasociale sta cominciando a sedimentarsi dentro di te.

Il problema di base è che le relazioni si costruiscono in due: sono caratterizzate, per definizione, dalla reciprocità. Quando un cantante parla al suo pubblico parla a tutti, e a nessuno in particolare. Se siamo convinti che stia parlando con noi, stiamo entrando nel meccanismo secondo cui in qualche modo abbiamo stabilito una relazione con una persona che nemmeno sa come ci chiamiamo o cosa facciamo nella vita.

Chi vive un rapporto parasociale vorrebbe intensamente incontrare nella vita reale quella persona, oggetto della sua ammirazione. Non solo: con lei (o lui) percepisce un rapporto intimo e stretto, come se tutto quello che pubblica sui social fosse effettivamente tutto ciò che gli capita davvero nella vita quotidiana.

Insomma: la relazione parasociale è un’illusione che può generare effetti positivi, quando la si comprende, o molto negativi, quando vi si rimane impantanati dentro.

Le caratteristiche del parasociale

Vivere una relazione parasociale ci fa identificare con l’oggetto della nostra ossessione. E questo desiderio di conoscere la persona del caso diventa talmente forte, e costante nei giorni e nei mesi, da rendersi quasi reale. A un certo punto siamo davvero convinti di conoscere una persona, e sviluppiamo un’empatia forte ne suoi confronti.

La relazione parasociale è inoltre un forte espediente di marketing che, proprio grazie a questa relazione fittizia, di fidelizza a un brand, a un influencer o a una personalità famosa. Attraverso questo fenomeno, in pratica, ci sentiamo molto più in alto rispetto al pubblico “normale”: ci sentiamo al di sopra. Come se gli altri fan non fossero tanto affiatati quanto noi. Per quanto possa sembrare uno strumento prezioso per le vendite e la credibilità, stiamo anche parlando di un problema di relazioni.

Persone sempre più sole, lasciate in balia della tecnologia, tendono a sviluppare queste relazioni. Capita anche ai bambini con i personaggi dei cartoni animati. La durata di queste relazioni può variare, ma in linea generale è importante monitorarne la durata per comprendere il livello di ossessione.

Le strategie social per instaurare un rapporto parasociale sono tante, e tutte configurate su principi di marketing e neuroscienze. Pensiamo per esempio al video di una personalità famosa che guarda dritto in camera, come se si rivolgesse proprio a noi. A te. Dando così l’impressione di conoscerti. Il bisogno di attenzione e validazione fa il resto, creando un rapporto che può sfociare nel fanatismo e, nei casi peggiori, negli stan, ovvero in fenomeni di stalking e di invasione degli spazi.

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