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Ecco perché i ricordi possono diventare un’arma a doppio taglio

Ragazza seduta con una tazza di caffe guarda l'orizzonte accanto al suo gatto
La nostalgia dei ricordi passati può avere il potere di impattare in maniera negativa sul nostro presente. Ecco come e perché i ricordi possono diventare un'arma a doppio taglio

L’infanzia, l’adolescenza, le esperienze che abbiamo fatto in età più adulta, arricchiscono tutte, in un modo o nell’altro, il nostro bagaglio di vita trasformandosi in ricordi spesso indelebili. E sono proprio questi ricordi che possono impattare sul nostro presente e pesare sulle aspettative, diventando un’arma a doppio taglio.

Quando infatti gli eventi passati influenzano negativamente il presente si innesca un loop di emozioni mal gestite, ansia da prestazione e difficoltà di gestione delle relazioni interpersonali da cui può essere difficile uscirne. Ecco quando e perché i ricordi possono diventare un’arma a doppio taglio e minare i nostri rapporti sociali e il nostro benessere psicofisico.

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La percezione del passato non è all’altezza del presente

Quando ci ritroviamo a pensare alla nostra infanzia, se abbiamo avuto la fortuna di non aver subito traumi o situazioni particolarmente spiacevoli, la associamo immediatamente a un periodo felice e spensierato. E la spensieratezza vissuta da bambini è un lusso difficile da concedersi quando si cresce. Col tempo impariamo a capirlo. Già in adolescenza risulta chiaro, per la maggior parte di noi, che qualcosa cambia. Che la vita non va sempre come vorremmo, che le responsabilità si moltiplicano, che l’indipendenza va conquistata con un duro lavoro e che vivere con leggerezza non sempre è possibile.

Ma questa assunzione di consapevolezza non vale per tutti. Molte persone si trovano infatti a fare i conti con una vera e propria difficoltà nell'affrontare le responsabilità tipiche dell'età adulta. Una difficoltà che diventa personale, relazionale, psicologica e che si esplica in comportamenti impulsivi, nel rifiuto di impegnarsi in rapporti a lungo termine e di assumersi le proprie responsabilità. Tutto questo non può che avere un impatto negativo sulla vita di una persona adulta e limitarla nelle relazioni e nella crescita alla ricerca spasmodica di una spensieratezza che possa replicare perfettamente quella vissuta nell’infanzia.

La comfort zone e la paura del cambiamento

I ricordi possono diventare un'arma a doppio taglio anche quando pongono le fondementa della nostra comfort zone. Le abitudini acquisite da bambini, le regole che siamo abituati a rispettare, gli ambienti che ci sono familiari, sono tutte condizioni che inevitabilmente ci fanno sentire a casa. Ed è proprio la sensazione di sicurezza che deriva dal “sentirsi a casa” che costituisce la nostra zona di comfort.

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Ma anche se ci fa sentire perfettamente a nostro agio, rimanere recintati all’interno della comfort zone non farà altro che limitarci nel presente e nel futuro. Sì, perché la sicurezza può trasformarsi in paura del cambiamento, la fiducia nei nostri cari in timore delle relazioni con persone che non fanno parte della nostra cerchia di amici o familiari e la routine in cattive abitudini alienanti e ripetitive. Tutto questo non porta valori aggiunti alla nostra vita e si riferisce a una stabilità che nel momento stesso in cui ci conforta, ci limita, togliendoci la possibilità di esprimere tutto il nostro potenziale.

Ricordi felici Vs Presente

Quel viaggio zaino in spalla con gli amici del liceo, quella relazione che sembrava uscita da un film di William Wyler, il primo incontro con il nostro amico a 4 zampe, quell’amore a prima vista… la lista potrebbe continuare all’infinito. Sono tanti i ricordi felici che fanno parte della vita di tutti noi, ma spesso ricordarli non vuol dire solo riviverli, ma rimpiangerli. Lo facciamo per mille motivi diversi e in primis perché ci convinciamo che nulla possa essere alla loro altezza. Lo facciamo soprattutto quando ciò che stiamo vivendo non ci soddisfa pienamente.

Un lavoro che non ci piace, un partner di cui non siamo più innamorati, un gruppo di amici in cui fatichiamo a riconoscerci, le incombenze quotidiane, sono tutti fattori che ci portano a pensare che non vi sia più la possibilità di tornare ad essere felici come un tempo. Ma la vita è fatta di piccoli attimi felici e saperli riconoscere è tutta una questione di predisposizione. Porsi in maniera cinica, spaventata, chiusa, nei confronti delle novità e degli accadimenti di tutti i giorni non farà altro che desensibilizzarci e ciò ci porterà ad allontanare sempre di più la possibilità di riconoscere la felicità e viverla pienamente.

È solo aprendosi alla vita e affrontandola con un atteggiamento positivo, empatico e sensibile verso le situazioni e le persone, che possiamo cogliere le gioie quotidiane e imparare ad apprezzarle. I ricordi felici non devono trasformarsi in nostalgia debilitante, né influenzare negativamente il nostro presente. Per questo può rivelarsi vitale distaccarsi da essi. Come? Riconoscendone senza dubbio l’importanza e il valore, ma togliendo loro il potere di impattare, come un’arma a doppio taglio, sulla nostra vita presente e sul nostro futuro.

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