Il successo è davvero la chiave per essere felici? Inafferrabile e indescrivibile, la felicità è qualcosa che tutti, prima o poi, ci troviamo a rincorrere, ognuno a modo suo. E spesso quella piccola scintilla la cerchiamo in obiettivi lontani, in grandi traguardi e in sogni che proviamo ad afferrare e fare nostri. Ma è davvero giusto così?
Allora perché quella promozione tanto agognata ci ha lasciate indifferenti? E perché quando finalmente abbiamo raggiunto quell’aumento, abbiamo comprato la borsa che sognavamo, abbiamo conquistato un nuovo step fondamentale, non ci siamo sentite felici?
Capita spesso – nel mondo dello sport come in quello del lavoro – che le persone si sentano “vuote” dopo aver conquistato quello che volevano. In sostanza il successo non le ha rese felici, al contrario, ha creato un vuoto che non si può colmare.
Il risultato? Dopo un successo non ci si ferma ad aspettare, si fugge da quella sensazione di vacuità e si rincorre un nuovo obiettivo. E il gioco ricomincia, spingendoci sempre più lontano dalla felicità. Perché anche se ci hanno insegnato che fama, soldi e una buona posizione lavorativa possono renderci felici, non è affatto così.
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Qual è il problema? Viene da chiedersi. Per capirlo partiamo da un piccolo, semplice termine: felicità. Di certo una parola universalmente abusata (di pari passo con “amore”), di cui però non cogliamo spesso il senso. Questo perché siamo così abituati a parlare di “felicità”, a rincorrerla, a discuterne, che ci scordiamo completamente cosa vuol dire “essere felici”.
È la promozione che abbiamo raggiunto, è la medaglia che abbiamo vinto dopo un duro allenamento o è la vittoria che volevamo a tutti i costi? Forse niente di tutto ciò. "Avere successo – scriveva W. P. Kinsella, celebre scrittore canadese -. Vuol dire ottenere quello che vuoi, essere felici significa volere quello che si ha". Traduzione? L’ossessione per il successo spesso non ci avvicina alla felicità, ma ci spinge lontano.
Perché se continuiamo a cercare un modo per essere felici attraverso il successo, finiremo per restare imprigionati in una gabbia che non ci consentirà di goderci il bello della vita, ma solo di inseguire la nostra ossessione. In sostanza: restiamo perennemente insoddisfatti e questo non ci consente di essere positivi e, di conseguenza, felici.
Cosa dicono gli psicologi
Gli psicologi definiscono questo meccanismo come il “paradosso della felicità”. Se la insegui e ti sforzi di ottenerla, non la raggiungerai. Perché essere felici significa prima di tutto vivere il qui e ora, apprezzando ciò che abbiamo a disposizione, prima di tutto la vita stessa. In conclusione dovremmo cancellare quello che ci hanno sempre ripetuto: non si tratta di un’emozione, ma di uno stato mentale!
Uno state of mind verso cui al tempo stesso fuggiamo e tendiamo, in un gioco perverso che il più delle volte è senza fine. Perché essere felici non è “stare bene”, ma molto di più. Come se la situazione non fosse già abbastanza ingarbugliata, ci si mette anche la cultura. In base al luogo in cui viviamo dunque ci vengono fornite risposte diverse alla domanda: “Come posso essere felice?”.
In Occidente, la felicità corrisponde al successo, dunque la stabilità economica e la carriera. Per la cultura taoista, al contrario, tutto muta continuamente. Dunque la felicità muterà prima o poi nel suo opposto, ovvero l’infelicità, e viceversa. Siamo talmente presi dal capo che ci chiede di fare un nuovo lavoro, dal traffico, dalla gestione del tempo e da quella dei soldi e dalla necessità di essere multitasking che non ci accorgiamo della cosa più importante: noi stessi.
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Se il successo non è la chiave per la felicità allora cosa lo è? Bella domanda, vero? Prima di rispondere è importante sottolineare che la prima persona che può renderti felice sei tu. Perché, come abbiamo già evidenziato, non si tratta di un’emozione, ma di uno stato mentale, di una scelta ben precisa a cui arriviamo quando, come diceva Gandhi “ciò che pensi e ciò che dici e ciò che fai sono in armonia”.
Innanzitutto smettila di parlare al condizionale: “vorrei, farò, potrei”. In questo modo infatti finirai per creare uno stato mentale in cui la felicità ti sembrerà sempre più lontana, sino ad essere irrealizzabile. Sforzati invece di parlare al presente, punta su obiettivi che inseguano i tuoi desideri del momento e non sprecare le tue energie: le frasi sulla felicità parlano di vivere il momento.
Impara a dominare la tua voglia di successo. Ora che hai capito che non ti renderà felice (per lo meno da sola) è arrivato il momento di pensare anche ad altro. Goditi le piccole conquiste quotidiane, apprezzando le sensazioni positive che ti trasmettono: il caffè del mattino, un look che ti fa sorridere allo specchio, una risata con le amiche oppure una passeggiata al parco con il sole tiepido del pomeriggio.