Selfcare

Che cos’è la sindrome della brava bambina (e come se ne esce)

Sindrome della brava bambina
Molto più diffusa di quanto si possa immaginare, la sindrome della brava bambina è una vera e propria condanna alla perenne ricerca di una perfezione che, in realtà, non esiste. Ecco come superarla

Un salto tra un atteggiamento accomodante e un continuo susseguirsi di cure per gli altri: la sindrome della brava bambina è una condizione psicologica da non sottovalutare, estremamente comune e talvolta non identificabile a prima vista.

Rispetto a molte altre manifestazioni comportamentali legate ad ansia e stress, la sindrome della brava bambina viene talvolta ritenuta un semplice insieme di atteggiamenti che definiscono una persona buona. La verità è che non è così, e che chi ne soffre può arrivare a stare molto, molto male.

Le caratteristiche della sindrome della brava bambina

Immaginate di vedere una bimba molto buona, obbediente e composta seduta in un angolo. Non una macchia sul suo vestito, non un atteggiamento fuori posto. Sul momento può sembrare qualcosa di molto carino, ma ecco sorgere le domande spinose: perché non gioca gli altri?

Perché è così ferma, perché sembra che voglia a tutti i costi essere perfetta? La risposta, purtroppo, è semplice: perché ha bisogno di approvazione e sa che non correndo, non scompigliandosi e non sporcandosi verrà elogiata o (peggio) non verrà punita.

Applicate, adesso, questo comportamento a ragazze/donne che sono ben distanti dall'infanzia. Queste persone saranno sempre apparentemente perfette, concentrate, impeccabili. Mai una parola fuori posto, sempre profondamente altruiste, andando a scapito del loro stesso benessere.

Talvolta, nel guardarle, ci si potrebbe chiedere: perché è così buona? Come fa a essere così accudente e a non pensare a se stessa? Di fatto, queste domande, che spesso sottendono ammirazione, dovrebbero essere poste con una certa preoccupazione. Sì, perché la verità è che chi si comporta così ha un costante bisogno di essere approvata. Un bisogno tossico e deleterio.

Approvazione, amore e dolore

Chi soffre della sindrome della brava bambina ha delle cicatrici che non necessariamente devono risalire all'infanzia, ma che di base ricalcano proprio le dinamiche del rapporto genitori-figli. Quando si è piccoli la mamma e il papà significano tutto, perché è da loro che si dipende per sopravvivere.

Chiaramente, però, essendo umani, i bambini mettono alla prova i loro confini. Proprio questo atteggiamento sfidante crea delle rotture che portano i genitori a riportarli sulla retta via. Il problema sorge quando questo "rimettere in riga" diventa eccessivamente pregno di disprezzo, dolore e disapprovazione.

Il bambino inizia a pensare che tutto ciò che esce da determinati confini gli porterà via l'amore. Poi, comincia a credere che solo comportandosi in un certo modo, impeccabile e perfetto, sarà meritevole di coccole e attenzioni.

Questa dinamica può verificarsi anche quando si ha un rapporto totalizzante con un partner idealizzato oquando si è chiuse in una relazione tossica. O, ancora quando, nel corso dell'adolescenza, si interagisce con persone negative o aggressive.

Approvazione, amore e dolore si coniugano in un crescendo che condanna chi soffre di questa sindrome a mettere il proprio sé in secondo piano e a cercare briciole d'amore in qualsiasi relazione, anche poco gratificante.

Le conseguenze della sindrome della brava bambina

Chi soffre della sindrome della brava bambina spesso non se ne rende neanche conto. Ha passato talmente tanto tempo ad accontentare gli altri (genitori, amici, partner, colleghi di lavoro e superiori) da seppellire sotto strati molto profondi i propri bisogni.

Ciononostante, prova emozioni dolorose che talvolta non riesce ad associare a qualcosa di preciso. Il suo io si muove tra un profondo senso di responsabilità («io devo comportarmi così o renderò infelici gli altri»), un radicato bisogno di consenso («io ho bisogno di fare questo o non verrò amata»), un grave senso di colpa («non mi sono comportata bene») e un'esigenza drammatica d'amore che spesso trascende in convinzioni errate e dannose quando si esce dal seminato («non ho fatto ciò che dovevo, non merito gioia»).

Ciò la conduce a fronteggiare ansia (con conseguente somatizzazione), stress e attacchi di panico che, per altro, talvolta non riesce neanche a ricondurre a qualcosa di preciso dato che, a conti fatti, ripete uno schema metabolizzato e dunque per lei normale.

La sindrome della brava bambina e la dipendenza affettiva

Talvolta chi soffre della sindrome della brava bambina tende a cadere nelle trappole della dipendenza affettiva. Questo perché, a causa della ricerca d'approvazione, sentirsi amati diventa un’ossessione. I punti comuni tra la sindrome della brava bambina e la dipendenza affettiva sono e saranno sempre due: la scarsa autostima e la bassa fiducia in sé stesse.

Sono proprio queste condizioni a far diventare "necessari" l'amore e l'approvazione da parte di altre persone: le attenzioni altrui diventano un modo per colmare quelle profonde lacune che non si è in grado di riempire in autonomia.

Purtroppo, spesso, la dipendenza affettiva è una spirale autodistruttiva, a maggior ragione se si incontrano partner o persone dai tratti narcisisti o che attuano comportamenti tossici.

Come superarla?

Di fatto, la sindrome della brava bambina si supera facendo focus su sé stesse. I propri bisogni dovrebbero venire al primo posto e, in generale, occorrerebbe riscoprirsi ritagliandosi degli spazi personali e giudicandosi sotto la propria lente.

Purtroppo, spesso non è semplice: l'autostima non è qualcosa che si conquista da un giorno all'altro. Per questo la cosa migliore da fare è iniziare a fare una serie di cose per sé e, contemporaneamente, iniziare un percorso di terapia psicologica che è e rimane sempre il modo migliore per conoscersi e amare sé stessi.

Riproduzione riservata