Se quando qualcuno ti chiede come stai rispondi sempre: “Benissimo!”, con un sorriso a trentadue denti, potresti offrire della sindrome della papera. Ovviamente non si tratta di una vera patologia (come potrebbe far intendere la dicitura "sindrome"), ma si tratta di un modo di fare non esattamente benefico eppure molto molto diffuso.
Il principio è semplice: ti mostri felice all’esterno anche se stai soffrendo interiormente e ti senti stanca. In sostanza chi si comporta in questo modo fa proprio come una papera: all’apparenza sembra che galleggi sull’acqua senza fatica, ma guardando sotto la superficie vedremo che sta nuotando in continuazione per restare a galla.
VEDI ANCHE LifestyleAutosabotaggio: perché lo facciamo e come smettereSindrome della papera
Il termine “sindrome della papera” è stato coniato dagli esperti dell’Università di Stanford. Un modo per esprimere e per analizzare un disagio che accomuna tantissimi studenti. Ragazzi e ragazze impegnate a mostrarsi sereni e con la situazione totalmente sotto controllo, nonostante si sentano stremati, stanchi e stressati.
Il principio è semplice: si lotta per sopravvivere alla pressione, sorridendo e andando avanti anche di fronte a un’evidente difficoltà. Proprio come accade alle papere: questi studenti universitari provano a nascondere il fatto di essere sull’orlo di una crisi di nervi, mostrandosi rilassati. Insomma: fingono di scivolare senza difficoltà sull’acqua, quando in realtà stanno faticando immensamente per restare a galla.
Una condizione che, secondo gli esperti, non riguarda solo gli studenti universitari, ma coinvolge tantissime persone. Dalla vita professionale all’amore, passando per l’amicizia e il lavoro: quante volte hai represso i tuoi sentimenti, cercato di cancellare la stanchezza e sorriso, andando avanti nonostante tutto. D’altronde inutile negarlo: tutti noi attraversiamo dei periodi fatti di alti e bassi, affrontando ostacoli che spesso ci sembrano insormontabili. L’importante in questo caso è smetterla di muoversi furiosamente, ignorando il problema, ma chiedere aiuto per trovare finalmente pace.
Le cause
Da cosa deriva la sindrome della papera? Si tratta – come abbiamo già capito – di un problema che non riguarda solo l’ambiente universitario e gli studenti, costretti a subire una competizione continua e un carico di studio spesso eccessivo. La sindrome della papera colpisce anche chi sul lavoro cerca sempre di dare il meglio, accettando anche di lavorare più del dovuto pur di dimostrare qualcosa. Oppure le donne che si dividono con estrema difficoltà fra la cura dei figli, il lavoro e un legame da tenere in piedi con il proprio partner.
VEDI ANCHE LifestylePerché ti senti depressa anche se in realtà va tutto bene?Alla base ci sono tanti fattori. Prima di tutto una società in cui ci viene impedito di essere stanchi e dove chi molla viene etichettato come “debole”. Dove dire di non farcela viene considerato un errore, perché ci viene richiesto di essere costantemente persone di successo, iperproduttive e realizzate. Ma anche un’incapacità di gestire le emozioni e di esternarle, facendo i conti con la possibilità di sentirsi fragili di fronte agli altri. Eppure sentimenti come la paura, il timore di non farcela e l’insicurezza rappresentano la normalità per molti. Qualcosa a cui dare un nome per affrontarlo e gestirlo nel modo migliore.
I sintomi
Il rischio di un crollo psicologico, in chi soffre della sindrome della papera, è concreto, dunque meglio correre ai ripari cogliendo da subito i sintomi di questo disagio emotivo.
Il primo sintomo della sindrome della papera è la preoccupazione costante: un insieme di pensieri che porta un overthinking continuo e pressante. I pensieri si susseguono e non si riescono a fermare in nessun modo, aggrovigliandosi senza un senso logico e in un loop che logora il corpo e riempie la mente. Tutto questo provoca – a catena – una sensazione di perenne ansia e stress. Alla difficoltà a concentrarsi si somma quella legata alla mancata concentrazione. L’autostima dunque tende a calare e si assumono degli atteggiamenti autosvalutanti.
Cosa fare
Il primo passo per superare la sindrome della papera è chiedere aiuto. In sostanza ciò che dovresti fare è smetterla di nuotare continuamente per restare a galla, soprattutto quando la situazione si fa opprimente. Un’idea potrebbe essere quella di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per capire anche se il nostro malessere può essere ricondotto a problematiche più serie come depressione e ansia, e cominciare a lavorarci sopra.
Al supporto psicologico andrebbe sommato un cambiamento nello stile di vita. Parliamo di impegnarsi in un’attività fisica regolare, qualunque essa sia: l’ideale per scaricare le tensioni represse e promuovere al meglio la produzione di endorfine, ormoni capaci di migliorare l’umore. Non dimenticare poi sane abitudini come il sonno e un’alimentazione sana, capaci di consentire a corpo e mente di riposare e di recuperare le capacità cognitive. Infine non dimenticare interessi e hobby che possono offrire una necessaria pausa dalle pressioni legate alla vita quotidiana.
Le pratiche di mindfulness, come respirazione profonda e meditazione, possono inoltre aiutare a centrare nel presente i pensieri, riducendo aspettative sul futuro e la ricerca obbligata di risultati. Infine è essenziale non dimenticare di essere compassionevoli nei propri confronti, usando gentilezza e comprensione, in particolare di fronte a difficoltà e fallimenti.