Smartphone e salute mentale
Non usare lo smartphone troppo spesso, né troppo a lungo può migliorare la nostra salute mentale. Vero o falso? Giusto o sbagliato? Forse addirittura un'affermazione ovvia, se non fosse che staccarsene è difficilissimo? Quali sono le conseguenze dell’astenerci dall’uso del cellulare? Smartphone e salute mentale sono davvero così strettamente collegati? Sono solo alcune delle domande che probabilmente ti sei posta mille volte quando hai configurato l’impostazione per capire quante volte al giorno sblocchi lo schermo. I numeri sono alti, se non altissimi, e spesso per quale motivo?
Per nessun motivo in particolare. Scrollare sui social o farsi un giretto sulle App è diventata un’azione tanto naturale, un riflesso muscolare che ormai è difficile da tenere sotto controllo, specialmente quando siamo sovrappensiero.
Eppure il problema si pone, tanto che addirittura su TikTok si sta facendo largo un trend abbastanza surreale, che consiste nel sostituire il proprio smartphone con un vecchio telefono anni 2000, di quelli senza connessione internet e senza app, per capirsi. Secondo svariati creator sarebbe la soluzione perfetta per vivere serate fuori totalmente spensierate, senza il rischio di mandare messaggi imbarazzanti agli ex o di pubblicare qualcosa di compromettente sui social. Fjolla Arifi su Buzzfeed ha pubblicato un vero e proprio reportage in cui racconta di aver usato per una intera settimana un vecchio Motorola Razr al posto del suo smartphone, e a quanto racconta la vita non è così tremenda senza uno smartphone.
VEDI ANCHE LifestyleIl digital detox può migliorarti la vita: ecco come imparare a farloI più esposti agli smartphone
I detrattori dello smartphone lo indicano spesso come un oggetto che sottrae dalla realtà. Puntano il dito contro i vagoni della metropolitana dove cinquanta persone sono tutte vicine tra loro, ma ognuna concentrata sul suo schermo. Un isolamento autoindotto, un modo per uscire dalla routine e dalla realtà che non può fare bene. Il punto non è questo, però.
La questione è un pelino differente. Secondo il Mental State of the World 2021, un report di Sapien Labs che monitora la salute mentale nel mondo, i dati sono molto indicativi. La popolazione tra i 18 e i 24 anni è particolarmente esposta a fenomeni, pare, in grado di deteriorare la loro salute mentale, e la situazione psicofisica è notevolmente peggiore rispetto agli anni passati.
La prima correlazione che viene fatta dagli scienziati tra il calo della salute mentale e lo smartphone è la più evidente. In altre parole, il tempo sottratto ai rapporti sociali “reali” ridurrebbe le competenze nei settori trasversali della vita quotidiana. La mancanza di contatto fisico (come abbiamo visto amplificata all’ennesima potenza nel pieno della pandemia) causa piccoli scompensi nelle soft skills. Per esempio, i giovani d’oggi sono meno capaci di leggere le espressioni facciali o il linguaggio del corpo, o gestire il contatto fisico. Sono tutti piccoli elementi che, secondo lo studio di Tara Thiagarajan di Sapiens Lab provocano “risposte emotive non adeguate” al contesto.
Non usare lo smarphone ci mette in contatto con la realtà
Potrà sembrare una frase precostruita, ma come sempre il segreto sta nell’equilibrio tra il mondo reale e quello digitale. Tra le necessità di mettersi in contatto con gli amici e quella di incontrarli. Insomma, Secondo il report un giovane sotto i 18 anni prima di internet trascorreva circa 15-25mila ore della sua vita interagendo con parenti e coetanei. Tra i ragazzi dell’era dell’internet le ore sono calate fino a mille o cinquemila. Il report è stato effettuato da Sapien Labs da un campione di statunitensi e da altri 34 Paesi.
La mancanza di sviluppo di abilità sociali semplici deriva da un minor tempo trascorso nella vita vera, e causa quelli che possono essere definiti come fenomeni di distacco dalla realtà e, in molti casi, depressione. Spesso chi trascorre troppo tempo nella sua testa, sul suo schermo, senza rapportarsi con le altre persone finisce per essere succube di pensieri intrusivi e strani, problemi di autostima, paura, ansia, tristezza e talvolta dissociazione totale dalla realtà.
VEDI ANCHE LifestyleQueste sono le abitudini che danneggiano la nostra salute mentaleNon usare lo smartphone non è la soluzione
La soluzione è questo problema è complessa e spesso molti di noi comprendono al volo il bisogno di staccarsi dallo schermo, pur non riuscendo a farlo. Ecco perché l’assistenza psicologica dovrebbe essere alla portata di tutti, specialmente degli strati della società più fragili che spesso sono le più esposte ai tranelli della tecnologia.
La soluzione non è andare a vivere in una casa su per i monti senza luce elettrica né acqua corrente, per quanto possa sembrare divertente (circa). La soluzione è l’educazione alla tecnologia, la quale dovrebbe sempre partire dalle famiglie e dalle scuole ed estendersi a tutta la società che circonda gli individui. Insomma, instaurare un rapporto sano con lo smartphone è il primo passo per non entrare nei complessi circoli viziosi che ti portano a vedere i social media come un punto di riferimento, o qualcosa su cui dovresti basare le tue aspettative della vita. Al contrario, le aspettative della tua vita dovrebbero sempre emergere dalla vita reale, e non da una versione edulcorata, tagliata, montata e filtrata della stessa.
La dipendenza da smartphone
L'uso dello smartphone e dei social media genera una gratificazione immediata e un temporaneo, volatile senso di benessere. Sbloccare lo schermo e accedere ai social per guardare qualche reel ci scollega temporaneamente da una realtà che non è sempre il massimo. Un piccolo piacere immediato e facile da raggiungere, senza troppo impegno, senza fatica per conquistarlo.
Un benessere, quello dello smartphone, che alla fine causa dipendenza. La vibrazione del telefono è un segnale marchiato a fuoco nel nostro istinto, ormai, che ci segnala un possibile contatto sociale. Un richiamo irresistibile che va tenuto sotto controllo. Non usare lo smartphone, nel 2023, non è la soluzione per tutti. Imparare a dominare l’istinto di volerne sempre di più è difficile, ma può aprire le porte della realtà.