Selfcare

Che cos’è la sofferenza paragonata e perché evitarla

sofferenza paragonata
14-04-2023
Cos'è la sofferenza paragonata e perché, mai e poi mai, dovremmo riservarla a qualcuno che sta soffrendo né tanto meno a noi stessi
Nell'articolo:

Che ci piaccia oppure no, viviamo in una società dove tutto o quasi viene esibito, mostrato, reso pubblico. Anche quando si tratta di dolori e/o sofferenze. E sa da un lato in alcuni casi, può anche fare bene, dando l’opportunità a tanti di capire che non si è soli ma che spesso ciò che si vive è un’esperienza vissuta e condivisa anche da altri, mostrandoci vie possibili di “guarigione”, dall’altro, troppo spesso può sfociare nella cosiddetta sofferenza paragonata.

VEDI ANCHE Paragonarsi agli altri aumenta l’ansia sociale: ecco come smettere LifestyleParagonarsi agli altri aumenta l’ansia sociale: ecco come smettere

Un bruttissimo vizio sempre più diffuso di mettere a confronto le proprie vite con quelle degli altri. E in particolare nei momenti di dolore o sofferenza vissuti, elevando a giudici chi li ha già provati e portando a credere che, chi vi si approccia in seguito, lo farà comunque con un impatto minore rispetto a quanto accaduto a noi.

Cos’è la sofferenza paragonata

In poche e semplici parole, quindi, quando si parla di sofferenza paragonata, non si fa altro che sottolineare la tendenza di molti a paragonare le proprie esperienze emotive con quelle degli altri, giudicandole in base a quanto vissuto in prima persona e mettendo su una scala i vari disagi. E arrivando anche a classificarli e sminuirne l’impatto su chi li vive.

Così facendo, oltre a porsi su un gradino più alto nella scala delle sofferenze (spoiler: non esiste), si arriva anche a negare la possibilità di chi si ha di fronte di vivere ed esprimere ciò che prova. Come se non avessero il diritto di farlo poiché non necessario o coerente con quanto vissuto. Un modus operandi che pone chi sta soffrendo in quel momento a credere di non aver diritto a farlo. Perché c’è chi ha subito sofferenze ed eventi peggiori, voi nello specifico, delegittimando la persona a soffrire. A vivere ciò che prova con l’intensità che sente e portandolo a provare fino anche un senso di vergogna verso ciò che sente.

VEDI ANCHE Perché gli altri ci sembrano tutti migliori di noi? LifestylePerché gli altri ci sembrano tutti migliori di noi?

Sofferenza paragonata: quando lo si fa verso se stessi

Un comportamento che, se è vero che spesso si è pronti ad attuare verso gli altri, è vero anche che in molti casi si riserva a se stessi. Come? Molto semplicemente auto sminuendo ciò che si sente perché, dopo tutto, c’è chi sta peggio, chi ha passato di peggio, ecc. E ponendo la propria sofferenza alla base dell’inesistente scala sopra citata, privandosi della possibilità di vivere le emozioni e il dolore che si sente in favore della sofferenza paragonata che si sta attuando.

Così facendo, oltre a inibire i sentimenti, non si da modo di sfogare il dolore che si prova, né di comprenderlo e superarlo. Intrappolando se stessi e/o gli altri, in un turbinio di emozioni che impediscono di crescere.

Quello che è importante capire, quindi, è che il dolore è dolore. Ogni situazione è a sé e ognuno vive le proprie esperienze in modo diverso, a seconda della propria maturità emotiva, della propria capacità di gestire le emozioni e del proprio bagaglio esperienziale. Niente e nessuno ci da il diritto di paragonarci e/o giudicare la sofferenza altrui così come mai dovremmo farlo noi stessi verso gli altri. Ma anzi, dovremmo lasciare da parte la cattiva pratica delle sofferenza paragonata, imparando a comprendere e  comprenderci e usando maggior empatia verso chi si ha davanti e maggior delicatezza verso ogni emozioni che si prova. Anche e soprattutto le proprie.

Riproduzione riservata