Selfcare

Tre modi per capire davvero quando lo stress sta diventando tossico

Stress tossico
Lo stress tossico può minare e non poco il nostro benessere psicofisico. Scopriamo come riconoscerlo e come distinguerlo dallo stress positivo

Sentirsi stressati sembra essere la norma per milioni di persone in ogni parte del globo. Aspettative, obiettivi da raggiungere, pressioni, task, richieste, urgenze dell’ultimo minuto sono solo alcuni de fattori che scatenano quella reazione del nostro corpo chiamata stress. Ma quello che forse non sappiamo è che lo stress di per sé non è negativo. Non ve lo aspettavate, vero? In realtà è proprio così. Lo stress tossico è quello che in gergo si definisce distress ed è ben diverso rispetto alla sua controparte positiva chiamata eustress.

Due facce di una stessa medaglia fatta di cambiamenti nei livelli di ormoni prodotti proprio dallo stress, che se accumulati e non gestiti, portano a un sovraccarico estremamente dannoso per la salute. Un sovraccarico che si traduce in stress tossico. Ecco cos’è e come si riconosce lo stress tossico, da cosa differisce dallo stress positivo e come si palesa.

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Differenza tra stress positivo e stress tossico

Vi sentite motivate, piene di energia e voglia di fare in un mix tra eccitazione, carica e alti livelli di produttività? Allora avete a che fare con lo stress positivo, conosciuto anche come eustress. Si tratta di una condizione che si basa, così come lo stress negativo o tossico che dir si voglia, su un cambiamento dei livelli di adrenalina, cortisolo e noradrenalina nel nostro organismo. Una modificazione che aumenta la pressione sanguigna e che si ripercuote in maniera positiva sul nostro corpo e sulla nostra mente. La differenza con lo stress tossico sta proprio in questo cambiamento.

Infatti se il cambiamento nell’eustress ha ripercussioni benefiche e positive, per quanto concerne il distress non possiamo dire lo stesso. Mentre l’eustress aiuta a mantenere alti i livelli di energia e motivazione, limitando la sua azione nel tempo e prevedendo sempre una rapida fase di relax e distensione, il distress fa esattamente il contrario. Durando più a lungo, protraendosi nel tempo e non prevendendo una fase successiva di rilassamento, lo stress negativo si trasforma in angoscia e poi in ansia, arrivando a minare la salute fisica e mentale e diventando a tutti gli effetti una condiziona tossica.

Produttività vs Sopraffazione

Le dicotomie spesso possono aiutare nella comprensione delle caratteristiche che differenziano una condizione sana da una condizione tossica. Ed è proprio per questo che andremo a indicarne alcune di seguito. Tra le più esaustive vi è il rapporto di opposizione tra produttività e sopraffazione. Facciamo un esempio concreto. Ci troviamo a svolgere le nostre mansioni lavorative e lo facciamo con una forte carica, un desiderio di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e livelli di energia e produttività molto alti. Questa è una tipica condizione di eustress.

Al contrario, se le stesse mansioni vengono svolte con un senso di sopraffazione, di pressione, di angoscia e frustrazione, allora ciò che stiamo vivendo è una tipica condizione di distress, dunque di stress tossico. Sentirsi fagocitati dai task, soffocati dai progetti e dagli impegni lavorativi è un chiaro campanello d’allarme che, soprattutto se protratto nel tempo, trasforma l’angoscia tipica dello stress tossico in ansia, un disturbo che può anche diventare cronico e degenerare verso attacchi di panico e fobie sociali.

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Energia vs Esaurimento

Vi è mai capitato di dover affrontare una sfida e di sentirvi piene di carica e desiderio di affrontarla? Questo succede perché il nostro corpo sa riconoscere le sfide e ci aiuta ad essere all’altezza di esse aumentano la nostra frequenza cardiaca e i nostri livelli di glicemia in modo da farci avere l’energia necessaria per affrontarle. Ma come abbiamo imparato a capire, ciò è benefico solo se si tratta di una condizione a breve termine seguita da un rilassamento totale del corpo e della mente.

Quando si protrae nel tempo, non solo non ci rende più proattivi, ma arriva a travolgerci portandoci all’esaurimento. Sentirsi scarichi, annientati, stanchi e preoccupati è una chiaro segnale del fatto che il nostro corpo non è più in grado di gestire correttamente il rilascio degli ormoni dello stress, debilitandoci e trasformandosi in stress tossico.

Motivazione vs Ansia da prestazione

Stesso discorso vale per la terza dicotomia: Motivazione vs Ansia. Abbiamo appena ricevuto una promozione sul posto di lavoro, abbiamo finalmente superato brillantemente quell’esame che ci stava così a cuore, siamo state invitate a un evento o una cerimonia importante. Le nostre emozioni si caricano di positività, di potenza, di benessere, di eccitazione e la voglia di aumentare le nostre prestazioni si espande.

Al contrario, in una situazione di distress, affrontiamo le situazioni con un senso di oppressione, come se ci travolgesse un’ondata di sensazioni difficili, se non impossibili da gestire che ci bloccano e che minano il nostro benessere e la nostra serenità. La nostra motivazione viene danneggiata, perché il cambiamento o i cambiamenti che stiamo vivendo ci opprimono invece di caricarci, evocando sentimenti negativi che ci danneggiano in maniera del tutto tossica.

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