Apparire al meglio, fare bella figura, avere l’approvazione degli altri è un desiderio comune a tutti. Fa parte del proprio patrimonio genetico e viene spiegato con l’evoluzione che nel tempo ha subito l’essere umano.
Ricercare l’apprezzamento e l’accettazione da parte del prossimo, della cerchia di conoscenze e di affetti, della società in generale è naturale. Ed ecco da cosa nasce il timore del rifiuto e perché si deve superare la paura del giudizio da parte degli altri, senza che questa condizioni o immobilizzi il proprio agire.
Quando nasce il timore
Superare la paura del giudizio altrui presuppone che ci sia un disagio all’idea che il pensiero di chi ci sta vicino sul nostro conto possa essere negativo. L’uomo, in quanto essere sociale, sa quanto importante sia la cooperazione. Quando cresce impara che la stima va conquistata e che la sopravvivenza è legata allo stare in un gruppo. Ecco perché tiene così tanto all’accettazione.
Quando le altre persone ci giudicano, aumenta l’ansia. In condizioni di normalità, i livelli sono sotto controllo. Tuttavia ci sono dei casi in cui l’intensità aumenta, soprattutto quando dobbiamo dare prova delle nostre capacità di fronte a una platea, reale o figurata che sia, intenta a osservare. Chi non riesce a gestire la pressione si sente oppresso e cerca delle vie di fuga.
Le strategie disfunzionali
Per superare la paura del giudizio degli altri, o stati di nervosismo in generale, in alcuni casi si cercano dei diversivi. L’uso di ansiolitici, di alcol o droghe leggere riducono i livelli di ansia: vengono assunti in maniera preventiva, ma anche dopo un evento particolarmente impegnativo. Tuttavia sono delle soluzioni dannose per la salute e che hanno un effetto limitato nel tempo, ecco allora che non possono rappresentare delle soluzioni reali e definitive.
Oltretutto, esistono alcuni comportamenti che proteggono dalla critica diretta e che sono anche abbastanza noti e di facile individuazione. C’è chi si porta le mani sul volto per coprirlo durante una discussione, chi dà ragione al proprio interlocutore pur di non esprimere la propria opinione in merito a un determinato argomento. Anche queste, però, sono strategie controproducenti. Non aiutano a superare l’ansia, piuttosto la rafforzano e fortificano in chi la prova la convinzione di essere inadeguato.
Disturbi psichiatrici
Il timore di essere giudicati è centrale in cui soffre di un disturbo di ansia sociale. Gli esperti dicono che non si tratta semplicemente di essere timidi, ma si vive nella costante sensazione di ricevere la critica da parte dell’altro. Ha la sensazione perenne di essere osservato, anche nella vita di tutti i giorni.
Pure in chi è affetto da un disturbo deviante di personalità ha questo timore, ma accade in contesti più numerosi e vari. I cosiddetti evitanti non cercano l’inclusione sociale, ma l’esatto opposto: un senso di estraneità.
La paura del giudizio la conosce anche chi è affetto da un disturbo narcisistico di personalità. Il disprezzo per le altre persone è espressione di un profondo e radicato senso di inadeguatezza. L’essere apprezzato diventa fondamentale per l’autostima. A tal proposito, ecco come comportarsi con un narcisista. Inoltre, anche il fatto stesso di avere un problema di natura psicologica o psichiatrica diventa motivo di vergogna e di timore che possa scaturire il disprezzo del prossimo.
Le possibili soluzioni
Superare la paura del giudizio, dicono gli esperti, può passare da un approccio cognitivo comportamentale. Consiste nell’elezione per lavorare su un disagio. Di norma si comincia valutando le origini e l’intensità del problema.
Nel passaggio successivo, si prende consapevolezza dei pensieri che sottostanno al timore della critica da parte del prossimo e si impara a monitorarli. Si acquisiscono alcuni strumenti per gestire l’ansia anticipatoria, quella che scaturisce prima che si verifichi l’evento tanto temuto. Dopodiché si agisce su quella situazionale, con delle strategie volte ad accettare l’ipotetico giudizio altrui. Infine ci si espone per gradi alle situazioni sociali che creano disagio e si decatastrofizzano i possibili scenari.
Pian piano, si acquista fiducia nelle proprie capacità e ci si abitua all’idea di poter ricevere delle critiche, che il rifiuto non sia poi così pericoloso. Non piacere a qualcuno è possibile e non succede nulla: si tratta di un normale evento sociale.
Alcuni consigli utili
Per tollerare, accettare e superare il giudizio degli altri il segreto – gradualmente – è quello di esporsi alle situazioni che più spaventano. In questo modo si impara a percepire l’ansia come un’emozione.
Il passo successivo è non focalizzarsi sullo stato di disagio, sulla critica negativa, sul disprezzo. Partendo da una situazione poco minacciosa, ci si può esercitare a spostare il focus verso qualcos’altro, qualcosa di diverso, di esterno.
Può essere utile anche abbassare l’attivazione emotiva anticipatoria. Quando la si aspetta, si possono mettere in atto alcuni esercizi di respirazione che aiutano ad abbassare il livello di ansia percepito a uno stadio gestibile.
Interpretare in maniera diversa la mente del prossimo può aiutare a superare l’ansia del giudizio. In sostanza, nessuno può conoscere con certezza quali sono i pensieri degli altri. Per esempio, prendersi del tempo in un luogo affollato e domandarsi quali possano essere i gusti, le passioni e le intenzioni delle persone – quelli differenti dai nostri – può aiutare a non attribuire i propri stati mentali a coloro che ci circondano. Possono risultare efficaci anche delle letture di auto-aiuto sul tema, delle linee guida che aiutino a mettere in atto i consigli sopracitati.
L’aiuto di un professionista
Il primo passo per risolvere un problema è riconoscere di averne uno. Quando ci si rende conto che da soli non ce la si può fare, che si rimane sopraffatti dagli eventi e dalle paure, il supporto di un esperto in materia è la strada più sicura ed efficace da percorrere: mai ricorrere al fai da te o al sentito dire, è in gioco la propria salute.
Uno psicoterapeuta può aiutare a capire per quale ragione il giudizio altrui sia così importante, e dare gli strumenti per interrompere i circoli viziosi e iniziarne di virtuosi, di nuovi e più sani. Vivere appieno è un diritto e un dovere.