Hai presente quei legami basati su manipolazioni, ricatti e paure che dall’esterno ci paiono incomprensibili? Ecco, sappi che si chiamano traumatic bonding e che sono basati su un intreccio talmente intricato di emozioni e schemi che per chi li vive è davvero difficile uscirne
Cosa è il traumatic bonding
Il concetto di traumatic bonding è centrale quando si esaminano le dinamiche delle relazioni manipolative o nocive. Questo termine si riferisce alla formazione di un legame profondo tra individui, spesso caratterizzato da una combinazione di modalità abusive e momenti di gentilezza da parte del manipolatore, che rende difficile per l'altra persona distaccarsi dalla relazione.
Identificare un traumatic bonding da una prospettiva esterna può sembrare semplice. Si tende a meravigliarsi di come le persone rimangano intrappolate in relazioni evidentemente dannose, dove la manipolazione e il disagio sono manifesti. Tuttavia, per chi vive all'interno di questa dinamica, riconoscere la situazione per quello che è rappresenta una sfida notevole. Trovarsi in mezzo a un legame dove prevale la manipolazione, la paura e il trauma, impedisce di riuscire a valutare la propria condizione in modo chiaro e imparziale.
La consapevolezza emerge come strumento fondamentale per contrastare questo tipo di legame. Per chi vuole evitare di cadere nella trappola di un legame traumatico, o per chi comincia a percepire segnali preoccupanti nella propria relazione, il passo più importante è imparare a riconoscere le red flag e a comprendere le strategie per proteggersi.
VEDI ANCHE LifestyleRiconoscere un manipolatore affettivo è l’unico modo di difendersi: ecco come fareIl traumatic bonding è una relazione insana e distruttiva
I traumatic bonding, detti anche trauma bonding, in estrema sintesi sono delle relazioni insane, distruttive e decisamente pericolose. Si tratta, infatti, di legami affettivi che non si basano su sentimenti, emozioni e atteggiamenti positivi, come l’amore, il rispetto e la stima reciproci, la fiducia nell’altro, la voglia di stare insieme. Al contrario, poggiano su basi alquanto insidiose e ad alto tasso di cadute rovinose. A tenere insieme i due partner in questo caso sono i ricatti emotivi, morali e fisici, le paure, le manipolazioni, gli abusi, le punizioni e le ricompense.
Tipicamente, in questi rapporti, c’è un partner narcisista che diventa il carnefice. Un partner cioè che mette se stesso e i suoi bisogni al centro della relazione, ignorando e addirittura disprezzando la persona che ha al suo fianco, e che ha un costante bisogno di ammirazione e di riconoscimento da parte dell’altro. La vittima, invece, spesso è una persona fragile, che finisce con il diventare dipendente dall’altro.
In realtà, il trauma bonding non riguarda solo le relazioni romantiche, ma può innescarsi in qualsiasi legame fra adulti, per esempio in quelli fra colleghi, fra capo e subordinato, fra professore e studente, fra genitore a figlio, fra rapitori e prigionieri. Il trauma bonding più comune, però, è proprio quello che riguarda la coppia.
Come inizia il traumatic bonding
Ma come nasce un traumatic bonding? In genere, tutto inizia con una fase di esaltazione e di eccitazione, che possono essere totalizzanti. La vittima è affascinata dall’atteggiamento spavaldo e sicuro di sé del carnefice ed è attratta dal suo magnetismo, sentendosi orgogliosa per averlo conquistato, ed estremamente fortunata. Può capitare che il carnefice della coppia provi a frastornare l'altro con il classico love bombing (tipica strategia di chi ha tratti narcisisti) o con le classiche frasi del manipolatore.
Quest’onda travolgente, però, finisce presto e a quel punto iniziano i problemi. Il narcisista mette in atto una serie di comportamenti ripetitivi, come manipolazioni, ricatti, incastri, dando origine a un ciclo di abuso. Si sviluppa così un legame di attaccamento tossico, che purtroppo si autoalimenta in un circolo vizioso: a ogni nuovo misfatto, il rapporto malato si rafforza.
Nella maggior parte dei casi, tutto accade molto velocemente: la sequenza degli eventi è talmente veloce e travolgente che la vittima non si rende conto di essere in mezzo a un vero e proprio tsunami.
VEDI ANCHE LifestyleLa strategia del no contact: come metterla in atto e perché è fondamentale per chiudere una relazione tossicaPerché non è amore
In un traumatic bonding non c’è nulla di romantico o di bello. All’inizio, la vittima potrebbe anche sentirsi amata, pensare che quella che sta nascendo è una favola d’amore, che dà sicurezza e felicità, ma non è così. Con il tempo, il manipolatore eserciterà manipolazioni e abusi fisici, emotivi e/o mentali sempre più forti e intrappolanti.
Il partner di un narcisista finisce quasi sempre con l’essere bloccato e intrappolato in relazioni distruttive, senza nemmeno esserne consapevole. Gli schemi tossici, infatti, diventano così ripetitivi e “normali” che egli si abitua a questo tipo di normalità, finendo con il confondere trauma e amore.
Le ferite subite, invece di allontanare, avvicinano ancora di più. Il narcisista mette in atto uno schema di punizioni/ricompense costruendo una sudditanza e dipendenza sempre più forti, che creano dubbi e paure nella vittima, che così ha sempre più bisogno dell’approvazione dal manipolatore.
Questo spiega perché ciò che sembra così lampante dall’esterno non sia affatto “visibile” all’interno e perché la vittima non riesca a troncare. La persona invischiata in un traumatic bonding perde la lucidità, il contatto con la realtà, non sa più che cosa le fa bene e che cosa le nuoce, trova sempre delle ragioni per giustificare ciò che fa l’altro.
Come reagire al traumatic bonding
Uscire da un traumatic bonding è sicuramente difficile, ma non impossibile. La vittima deve lavorare su se stessa, spostando il focus della relazione e dal manipolatore alla propria vita. Ecco qualche consiglio utile.
- Adottare la tattica dell’indifferenza: un narcisista ha bisogno di continue rassicurazioni e di infiniti elogi. Se viene ignorato entra in crisi.
- Rompere in modo definitivo: non rispondere alle telefonate, ignorare i messaggi, cestinare le email. Se non si vuole ricadere nei vecchi schemi, non bisogna più aver alcun contatto.
- Chiedere aiuto e sostegno emotivo: spiegare alle persone vicine la situazione e chiedere loro di intervenire al minimo segnale di pericolo.
- Vivere nel momento presente il più possibile, senza avere rimpianti e senza cadere nell’errore di pensare “e se”, “ma se”.
- Lavorare sul miglioramento dell'autostima e della fiducia in se stessi.
- Affidarsi a un terapeuta per iniziare un percorso professionale.
Attenzione alle red flags
Hai il sospetto che il nuovo ragazzo/la nuova ragazza che ti piace sia un po’ narcisista? Dai retta al tuo istinto e non sottovalutare la situazione: se agisci per tempo potresti evitare la nascita di un traumatic bonding. Meglio scappare a gambe levate da quella persona se ti trovi davanti queste red flags:
- vuole che tu sia sempre disponibile e non accetta che tu abbia i tuoi spazi;
- ti fa una sfuriata se non rispondi subito a messaggi e telefonate;
- si mette sempre al centro dell’attenzione;
- non ti ascolta e ignora le tue esigenze;
- pretende che tu faccia gesti plateali in pubblico per lei.