In un mondo ideale fatto di rispetto reciproco e di parità di diritti, tutti ci meriteremmo una candidata come Alexandra Hunt, una giovane donna che sta correndo per vincere le primarie democratiche in Pennsylvania, dimostrando coraggio e tenacia.
Ma nel mondo che viviamo, invece, quella stessa donna che sta combattendo per il Paese che ama è già stata stigmatizzata per il suo passato. Basta googlare il nome di Alexandra Hunt per vedere come testate giornalistiche internazionali stiano titolando le notizie che la riguardano con quella professione da stripper che la donna pare aver svolto in passato.
Sì, quella donna che si è candidata per il Congresso è un'ex spogliarellista. Ma questo, ci chiediamo, conta davvero così tanto?
Alexandra Hunt: ricercatrice, sportiva, attivista
Classe 1993, capelli castani e occhi coraggiosi che rispecchiano una forza straordinaria. Lei è Alexandra Hunt, ricercatrice, allenatrice di calcio e attivista per la parità dei diritti umani.
Figlia di insegnanti, la giovane candidata al Congresso sperimenta in prima persona tutte le difficoltà della diversità nella società contemporanea: suo fratello ha un disturbo di apprendimento, e lei impara da subito quanto sia difficile sfidare le barriere della diversità.
Così da giovanissima combatte. Lo fa per suo fratello, per se stessa e per gli altri, diventando la sostenitrice delle uguaglianze di genere, razza, classe sociale e abilità.
La sua voce diventa sempre più forte, sempre più importante al punto tale che sceglie di correre alle primarie democratiche in Pennsylvania. L’obiettivo? Quello di unirsi ad altri politici per un cambiamento concreto che garantisca le stesse opportunità a tutti.
I titoli altisonanti e le interviste
Ed ecco che quando il suo nome appare tra gli altri candidati, viene seguito inevitabilmente da quella professione che ha svolto da giovane. “Una spogliarellista si candida per il Congresso” - titolano i media internazionali - come se questo fosse davvero rilevante, come se il mestiere che ha svolto potesse denigrarla.
Nessuno scoop, però. A raccontare del suo passato e delle scelte che riguardano la sua vita privata è stata proprio la stessa candidata - come si può leggere sulla biografia messa in mostra sul suo sito web.
Anche in una recente e sincera intervista concessa al Washington Post ha ammesso di aver fatto molti lavori per pagarsi gli studi al college di Richmond.
Ha fatto la cameriera, ma i soldi non le bastavano, così ha scelto di iniziare a lavorare come spogliarellista e ha coronato il suo sogno più grande: quello di laurearsi e di farcela con le sue sole forze.
I pregiudizi, ieri come allora, hanno influito sulle sue scelte professionali. Ma piuttosto che arrendersi, Alexandra Hunt ha continuato ad andare avanti a testa alta, trovando anche il tempo di dedicarsi ad attività di volontariato con associazioni che lottano per la prevenzione dei suicidi.
La corsa al Congresso
È stato con l’arrivo della pandemia che tutto si è mostrato chiaro davanti ai suoi occhi: quell’attivismo, quella voglia di fare e di cambiare il mondo dovevano essere messi al servizio degli altri.
Durante i mesi dell’emergenza sanitaria, Alexandra si è ritrovata come tutti a gestire il peso della solitudine, acuita ancora di più - a detta sua - dalla gestione dei governatori del passato. Così ha scelto di candidarsi, affinché nessuno più si sentisse solo e abbandonato dalla politica.
Il rapporto con il passato
Dal momento stesso in cui Alexandra Hunt ha scelto di candidarsi, il suo passato è tornato a farle visita. Nonostante siano trascorsi anni da quell’esperienza da stripper, tutti si sono preoccupati di sventolarle in faccia la questione, alla stregua di un reato commesso o di una pena da estinguere.
È stata anche allontanata dalla squadra di calcio in cui allenava - a causa delle perplessità di alcuni genitori - dopo che la notizia è rimbalzata sui media. Ma un po’ Alexandra se lo aspettava, sapeva che candidandosi il suo passato sarebbe stato sotto i riflettori.
Ma questo non l’ha fermata. Perché quel lavoro fatto in giovane età non è uno stigma da portare o una vergogna da insabbiare. È semplicemente qualcosa che ha riguardato le sue scelte personali e che, in qualche modo, oggi la porta ad agire con consapevolezza sulle sue scelte future e quelle di tutti gli altri, qualora venisse eletta.
La lotta contro i pregiudizi e il debito studentesco
E allora chi è Alexandra Hunt? Non solo un'ex spogliarellista, ma una donna che ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto, con una laurea presa in anticipo e due master, oltre alle numerose attività di volontariato a cui ha preso parte in prima persona.
Oggi corre per il Congresso Usa nelle primarie esemplari della Pennsylvania, combattendo contro il grandissimo peso che grava sugli studenti americani. Lo fa insieme al partito progressista, affinché venga risolto il problema del debito studentesco.
Ma non è solo quello il focus su cui verte la campagna. Alexandra infatti ha già in mente dei programmi di aiuto per tutte le vittime dell’emergenza sanitaria e vorrebbe estendere l’assicurazione sanitaria.
E mentre per alcuni è solo la prima ex spogliarellista che si candida, per noi e per gli altri Alexandra Hunt è già il simbolo della lotta contro i pregiudizi.