Qualcuno ne conosce già la storia, altri invece no. Ma di fatto, quella di Amelia Earhart è una di quelle vite da raccontare e scoprire. E il motivo è molto semplice: la Earhart è stata la prima aviatrice statunitense ad attraversare in solitaria l’Oceano Atlantico, diventando di fatto un'eroina. Una donna dal grandissimo spirito d’avventura e dal coraggio smisurato, lo stesso che la spinse a compiere imprese rimaste nella storia e a vivere fino in fondo i suoi sogni.
Chi è Amelia Earhart
Amelia Earhart nacque nella casa dei nonni ad Atchison, in Kansas, il 24 Luglio del 1897, trascorrendo la sua infanzia e adolescenza in diverse città degli Stati Uniti e del Canada, per seguire gli spostamenti lavorativi del padre. Fu proprio in compagnia di suo padre che in Amelia si accese l’amore per il volo.
Il 28 dicembre del 1920, infatti, i due si recarono a un raduno aeronautico durante il quale, al prezzo di un dollaro, la giovane Amelia ebbe l’opportunità di salire su un biplano per effettuare un giro turistico sopra Los Angeles. Un’occasione che, di fatto, fu la scintilla che la spinse a voler apprendere l’arte del volo e che accese la passione che l’accompagnò per tutta la sua vita.
Forte della sua convinzione e dell’ardore che provava per l’idea del volo, Amelia Earhart iniziò a prendere lezioni dalla pioniera dell’aviazione, Anita Snook, pagandosele grazie ai mille lavori che riuscì a trovare nel corso del tempo.
A soli tre anni dalla spesa di quel famoso dollaro, Amelia Earhart conseguì il brevetto da pilota, diventando nel 1923 la sedicesima donna al mondo a ottenerlo.
Le imprese
Un amore che non conobbe ostacoli e che, grazie all’aiuto della madre, la portò ad acquistare il suo primo biplano che chiamò Canary e con il quale non solo iniziò la sua carriera di aviatrice ma che l’accompagnò nella vincita del record femminile per aver raggiunto l'altitudine di 14.000 piedi.
Ma non solo. Perché i successi personali di Amelia Earhart sono davvero moltissimi. Uno fra tutti, che segnò definitivamente la sua vita e carriera di aviatrice, lo ebbe nel 1928. Insieme a Wilmer Sturz e Louis Gordon e a bordo di un Fokker, la giovane regina del volo divenne la prima donna che riuscì ad attraversare volando l’Oceano Atlantico.
Un’impresa raccontata nel resoconto del viaggio 20 Hours – 40 Minutes edito da George Palmer Putnam (suo futuro marito) e che divenne subito un bestseller. Sarà ancora lui in seguito a pubblicare l’autobiografia di Amelia, Felice di volare, e Last flight, il racconto del suo ultimo volo.
Ma i sogni, si sa, alimentano altri sogni. E quelli di Amelia Earhart, seppur di proporzioni cosmiche, erano appena iniziati. Spinta dalla sua voglia di avventura, dall’amore per il volo e dalla voglia di mettersi alla prova, il 20 maggio del 1932 partì da Harbour Grace per atterrare 15 ore dopo a Culmore, nell’Irlanda del Nord. Attraversando in solitaria l’Oceano Atlantico, diventò di fatto la più famosa aviatrice dell’intera storia.
Il sogno più grande (e l’ultimo) di Amelia Earhart
Una carriera scritta nelle stelle fin dai sui primi anni di giovane donna dell’aviazione. E una passione che non l’abbandonò mai. Così come la voglia di sognare e di desiderare nuove imprese e possibilità. Nei suoi ultimi anni, infatti, Amelia pianificò il suo più grande progetto, il giro del mondo volando, seguendo la via più lunga, quella equatoriale.
Il primo Luglio del 1937, insieme a Fred Noonan, che sarebbe stato il suo navigatore, partì da Miami dirigendosi e Est. I due percorsero circa 35.000 chilometri facendo diverse tappe lungo il tragitto. Fino a che il 2 Luglio, in seguito a una di queste, decollarono da Lae per non atterrare mai più.
Le loro tracce si persero dopo circa 1.000 chilometri dal decollo e, nonostante le enormi ricerche compiute da mezzi aerei e navali, i due non vennero mai più ritrovati.
Il mistero della scomparsa
Una scomparsa avvolta nel mistero sui cui vennero azzardate molteplici ipotesi. Dalla cattura da parte dei giapponesi convinti che i due piloti fossero delle spie, al più probabile guasto meccanico all’aereo o a un'incomprensione circa l’atterraggio nella tappa successiva, fino anche alla sparizione volontaria di Amelia Earhart per poter iniziare una vita nuova e diversa lontano da tutto e da tutti.
L’unica cosa certa è che Amelia non venne ritrovata, né in passato né mai. Una scomparsa misteriosa, che divenne tanto mitica quanto la persona coinvolta. E che rese la vita e le imprese di Amelia Earhart ancora più grandi.
Una donna e una storia che, al di là dell’epilogo, porta con sé una grandissimo messaggio di straordinarietà, coraggio e forza.