Imporsi in una società prettamente maschilista, e farlo in un modo decisamente non convenzionale non deve essere quella che si definisce una passeggiata. Lo capì perfettamente Bettie Page, divenuta regina delle pin up, quando esserlo non era semplice e scontato, ma piuttosto un atto rivoluzionario ed espressione di una voglia di cambiamento e di autodeterminazione.
A darle coraggio una forte personalità e un aspetto travolgente. A conquistare furono il suo sorriso contagioso, i suoi capelli neri corvino, ma soprattutto il suo carattere fuori dagli schemi dell’epoca.
Amore a prima vista con la macchina fotografica
Bettie Page nacque a Nashville, in Tennessee, nel 1923. La sua carriera cominciò per caso: a notarla fu Jerry Tibbs, un poliziotto che amava la fotografia e che le propose di posare per lui. A conquistarlo fu la sua figura sinuosa e i suoi occhi blu come il mare profondo.
Una settimana dopo, in seguito a una cena insieme, venne allestito il set. Tra Betty e l’obiettivo fu subito amore a prima vista. Sin dai primi scatti apparve a proprio agio, come se sapesse esattamente come muoversi. La sua spontaneità fu la sua fortuna: donò, infatti, alle sue pose un quid che la rendono una vera celebrità.
Diventò la modella perfetta per dei nudi artistici e il suo erotismo privo di volgarità le permuse di inventare una nuova professione: quella della pin up.
Voglia di indipendenza
Le scelte di Bettie Page furono figlie del desiderio di essere indipendente e di poter gestire la propria carriera in modo personale. La sua vita, contrariamente alle apparenze e a un’interpretazione superficiale delle fotografie di cui era protagonista, fu piuttosto complicata.
La sua voglia di riscatto era atavica. Secondogenita di sei figli, i genitori divorziano quando lei aveva appena dieci anni. Il padre fu un alcolizzato e molestò spesso le figlie. Durante un’intervista a un giornale, la Page rivelò un dettaglio emblematico della sofferenza provata da bambina: “Eravamo così poveri che se trovavamo un’arancia nella calza di Natale facevamo festa”, dichiarò.
Cresce in orfanotrofio, insieme alle sorelle. Fu una studentessa modello, studiò per diventare insegnante ma ebbe sempre un sogno nel cassetto: la carriera da attrice. Fantasticava, infatti, di diventare come le grandi dive che ammirava.
Dopo la laurea sposò Billy Neal, conosciuto al college. In seguito al trasferimento a San Francisco, il marito partì per la guerra. Al suo ritorno, divorziano. Anche in questo caso la sua scelta fu anticonformista. E Betty la ripetè altre due volte.
Un magnetismo contagioso
Vivere una relazione accanto a un personaggio del calibro di Bettie Page non fu certamente facile. Il suo lavoro, la sua bellezza e il suo magnetismo a 360 gradi la resero desiderabile e cercata da tutti. Facile per gli uomini provare gelosia.
Il suo tratto distintivo era la frangetta. A sfoggiarla la convinse Irvin Klaw, un artista all’avanguardia che la immortalò in decine d’immagini sexy. In poco tempo, divenne un simbolo in tutti gli States: fu la prima pin up della storia. La sua immagine sinuosa, in costume da bagno, sorridente e con lo sguardo ammiccante conquistò milioni di lettori.
I soldati appesero le sue foto dietro gli armadietti in caserma, ed ecco spiegato il termine pin up: letteralmente, “da appendere”.
Playboy, arriva il vero successo
Bettie Page raggiunse il culmine della sua carriera quando a volerla fu la celebre rivista Playboy. Diventò una, la playmate, accanto a Marylin Monroe. La sua combinazione di fascino e sensualità risultò essere vincente e le aprì le porte del cinema.
Diventò cantante, attrice e ballerina e divenne il simbolo di un altro genere ancora agli albori: il burlesque. A conquistare fu il vedo-non vedo perfettamente studiato. Buon gusto ed erotismo si sposarono perfettamente.
La sua immagine apparve ovunque: scatole, magliette, copertine di dischi, carte da gioco. Anche le donne restarono folgorate dalla sua personalità, dalla malizia mista a ingenuità. Qualcuna la prese a modello, osservandola in diversi programmi televisivi dove venne invitata come ospite.
Nel giro di poco tempo iniziò a esibirsi nei teatri e nei club e divenne protagonista di decine di filmati. In breve, fu la donna più desiderata e ammirata d’America.
Un periodo turbolento
Purtroppo il successo di Bettie Page venne ostacolato da alcuni leader civili e religiosi, che la accusarono di perversione e di “cospirazione finalizzata alla distribuzione di materiale osceno”. Il senatore del Tennessee, Estes Keafauver, ordinò un’inchiesta congressuale contro di lei.
La Page fu così costretta a ritirarsi a soli 37 anni a causa della mentalità bigotta dell’epoca. Nonostante ciò, la sua bellezza e la sua indole avanguardista non venne dimenticata. Diventò modello per molte altre donne che ebbero, hanno avuto e hanno voglia di spogliarsi dei ruoli imposti da una società patriarcale.
La sua carriera contribuì a cambiare la percezione delle donne del mondo dello spettacolo, anche se lei rifiutò l’etichetta di femminista: “Non ho cercato di essere scandalosa o di essere una pioniera. Non ho cercato di cambiare la società o di anticipare i tempi. Non ho pensato di essere un’emancipata e non credo di aver fatto qualcosa d’importante. Sono solo stata me stessa. Non conosco altro modo di essere o di vivere”, svelò.
Indipendentemente dalle intenzioni, resta un esempio per gli uomini e le donne di tutte le generazioni successive alla sua.
Mai arrendersi
Bettie Page viaggiò molto, diventò coreografa e insegnante in California, Tennessee, Illinois e Oregon. Sviò e disorientò chiunque provò a riconoscerla per strada. Una batosta davvero dura arrivò con il terzo divorzio, che le causa un vero e proprio crollo emotivo. Le venne diagnosticato un disturbo bipolare che rubò la scena al carattere brillante e spiritoso che tutti conoscevano.
Così, scelse l’anonimato e si ritirò a vita privata: non riusciva a sopportare che il suo adorato pubblico la potesse vedere star male. Il fatto di non trovare l’amore vero la fece soffrire. Le vengono attribuite diverse storie omosessuali, tra le altre una con Marilyn Monroe e un’altra con Katharine Hepburn.
La fede
Qualcuno sostiene che il suo ritiro dalle scene dipense dal suo riavvicinamento al cristianesimo. Chiuso una volta per tutte un capitolo, diventò missionaria, ma la sua instabilità mentale si rivela una nemica. Nel 1979 venne arrestata a causa di una violenta lite in strada.
I medici le diagnosticano una forma acuta di schizofrenia con tendenze alla violenza e la ricoverarono per due anni. Dimessa, ma sempre sotto terapia, lavorò per una organizzazione cristiana. Lontano dalle luci della ribalta, i più non seppero neppure se fosse viva o morta.
Fu una polmonite a provocare il suo decesso a 85 anni. Uno dei suoi fratelli, rimasto al suo capezzale, dichiarò: “Era splendida, anche dopo aver esalato il suo ultimo respiro”. E non è difficile credergli.