Le donne che hanno conquistato lo spazio sono molte più di quelle che ti immagineresti e sono una più eccezionale dell’altra. Da Valentina Tereshkova fino alla nostra eccezionale Samantha Cristoforetti, eccoti la storia del cosmo attraverso gli occhi delle donne.
Dietro le quinte, ma essenziali
I primi voli nello spazio erano, come forse già sapete, appannaggio esclusivo degli uomini. Le donne potevano partecipare, sì, ma da dietro le quinte. Il loro era un ruolo nell’ombra, apparentemente secondario. Eppure, non ci sentiamo di sottovalutarlo. L’esempio più lampante di tutto ciò è Margaret Hamilton del MIT. È stata lei, indirettamente, una delle prime donne che hanno conquistato lo spazio. Anzi: uno dei primi esseri umani!
La Hamilton è un’informatica, un ingegnere e una scienziata nata negli Stati Uniti. È stata la direttrice della Software Engineering Division del MIT Instrumentation Laboratory. Se tutte queste parole non ti dicono molto, non ti preoccupare. Quello che devi sapere, è che è stata lei – insieme al suo team – a sviluppare il software di bordo del programma Apollo. Lo stesso che, nel 1969, ha permesso a Neil Armstrong di sbarcare sulla luna. Nella foto che vedi sopra, Margaret Hamilton viene ritratta accanto al suo “piccolo” capolavoro: il programma per intero, compilato a mano. Proprio come si faceva allora. Non potevamo dunque iniziare questo percorso tra le astronaute senza pensare a donne come lei.
Le prime donne che hanno conquistato lo spazio
La prima donna a partecipare a un programma spaziale in qualità di astronauta è stata Valentina Tereshkova nel 1963. A soli 26 anni è stata selezionata per entrare nell’equipaggio della Volstok 6. Lo stesso programma che, due anni prima, ha portato il primo uomo a uscire dall’orbita terrestre – Yuri Gagarin. Figlia della guerra fredda e comandante della navicella, Tereshkova effettua 49 orbite terrestri prima di atterrare, pochi giorni dopo, in Kazakistan. Devono passare altri 20 anni prima che un’altra donna faccia parte di un equipaggio spaziale, e sarà sempre una russa. È il 1982 e stiamo parlando di Svetlana Savickaja, la quale riesce a raggiungere la stazione spaziale Salyut 7.
È solo il 1983 quando la prima donna statunitense riesce a mettere piede nello spazio. Praticamente l’altro ieri. Sally Ride entra a far parte dell’equipaggio del Challenger come addetta alle comunicazioni. Ha anche collaborato allo sviluppo del braccio robotico dello space shuttle.
Dobbiamo aspettare poi il 2008 per trovare la prima donna statunitense in posizione di comando a bordo di uno shuttle: stiamo parlando di Peggy Whitson della NASA, la quale ha rivestito il ruolo di comandante all’Expedition 16. È lei la prima donna comandante della Stazione Spaziale Internazionale. Successivamente, nel 2009, è diventata anche Capo dell’ufficio astronauti.
Samantha Cristoforetti: un modello a cui ispirarsi
Il testimone di Peggy Whitson verrà presto raccolto da Samantha Cristoforetti. Astrosamantha, come la chiamano tutti, è stata la prima donna italiana a fare parte degli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Nel 2015 ha conseguito il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo, ovvero 199 giorni, superato poi di nuovo dalla Whitson e infine dalla statunitense Christina Koch. Impossibile raccontarvi tutta la Cristoforetti in poche parole, e dunque abbiamo selezionato un frammento di una sua vecchia intervista in cui ha rivelato che questo era il suo lavoro dei sogni, fin da bambina. “Sono sempre stata avventurosa, mi piaceva l’idea dell’esplorazione. E poi sono cresciuta in montagna: crescere in un paesino ti consente di vivere un’infanzia poco supervisionata dagli adulti. Tutto il mondo era il mio parco giochi”.
Donne che hanno conquistato lo spazio: Mae Jemison
Questo elenco non può concludersi senza la menzione d’onore a Mae Jemison, prima donna afroamericana a viaggiare nello spazio. Il suo primo volo è stato a bordo dello Space Shuttle Endeavour, il 12 settembre 1992. Astronauta, ingegnere e medico: fino al 1985 fa parte dei Peace Corps, un’organizzazione di volontariato per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Quando scopre che le candidature per il programma degli astronauti erano state aperte, nel 1983, si candida.
La sua ispirazione era l’attrice afro-americana Nichelle Nichols, volto di Uhura in Star Trek. La sua unica missione spaziale è stata nel 1992, quando ha volato in qualità di specialista sul STS-47, missione di cooperazione tra Stati Uniti e Giappone. A bordo ha svolto alcuni esperimenti di natura scientifica, ma anche “sociale”, portando con sé alcuni oggetti. Oltre al poster di un teatro di danza americano, simbolo della sua passione per il ballo, Jemison si è portata sculture d’artigianato africano, a simboleggiare che lo spazio – contrariamente a quanto si pensi – appartiene a tutte le nazioni.
Per rendere un po’ più completo questo elenco, non possiamo non menzionare Claudie Haigneré, prima astronauta francese ad aver volato nello spazio. C’è poi Chiaki Mukai, prima giapponese nello spazio, e anche Sunita Williams, veterana statunitense che, nel 2020, è stata assegnata al primo volo operativo della CST-100 Starliner, previsto per il 2021.