Trend

Chi era Dorothy Arzner, la prima regista di Hollywood

Dorothy Arzner durante la direzione di uno dei suoi film
Dorothy Arzner è stata una grande regista e una grande donna dal punto di vista umano, professionale e sociale. Dichiaratamente lesbica, ha messo in scena storie di donne libere e indipendenti, anticipando il futuro

Una donna in un’industria, quella del cinema, dominata dagli uomini che è riuscita a eccellere e a rimanere scolpita nella storia. Con 24 anni di onorata carriera, in cui ha diretto più di 20 film, Dorothy Arzner ha dato vita a oltre 100 pellicole sotto la veste di montatrice. È stata di ispirazione per colleghi del calibro di Francis Ford Coppola, ha lanciato Katharine Hepburn ed è stata la prima donna membro della Director’s Guide Association.

Nel cinema americano, il suo lavoro è stato oggetto di studio negli anni ’70 da parte del movimento femminista. Dorothy Arzner è stata una precorritrice dei tempi, non solo dal punto di vista umano ma anche da quello sociale.

Una donna disposta a tutto per i propri obiettivi

Chi era Dorothy Arzner, regista di Hollywood

Dorothy Arzner è nata a San Francisco nel 1897, ma pochi anni dopo – in seguito al terremoto del 1906 – è arrivato il trasferimento a Los Angeles. Il profumo del cinema entrò subito nella vita di una bambina dal destino segnato: nel ristorante del padre bazzicavano stelle come Mark Sennet, Mary Pickford e Douglas Fairbankas.

La sua passione è stata talmente prepotente da indurla a lasciare gli studi di medicina e iniziare dal basso, dalla scrittura, a fianco di Willian de Mille, un nome nel cinema muto. Da subito Dorothy ha dimostrato di avere determinazione e di non volersi arrendere. Durante un’intervista alla rivista "Silver Screen", nel 1933, ha dichiarato: “Quando sono andata a lavorare in uno studio, ho preso il mio orgoglio, ne ho fatto una bella pallina e l’ho lanciata dalla finestra”.

Un susseguirsi di successi

Il suo inizio è stato come dattilografa per quella che poi diventò la Paramount Pictures, dopo sei mesi le è stato proposto di passare al montaggio. Si è occupata di Sangue e Arena (1922), il blockbuster di Rodolfo Valentino. Il suo talento era tale da ricevere la proposta di dirigere un film per la Columbia Pictures, ma non era ancora arrivato il momento di cambiare.

La svolta è arrivata dopo Fashions for Women, quando ebbe la possibilità di scegliere cosa dirigere. Quattro anni di film muti che la portarono a diventare la prima regista donna di un film sonoro, L’Allegra Brigata con Clara Bow. La storia di una donna che sceglie di essere indipendente e di non essere succube di un uomo: una scelta coraggiosa per quei tempi, ma che l’ha premiata. Questa pellicola è stato il terzo maggior successo della Paramount. È stata quella la circostanza in cui inventò anche il boom, il microfono con l’asta fuori dall’inquadratura, per mettere a proprio agio l’attrice protagonista.  

L’indole femminista

Dorothy Arzner al lavoro
Dorothy Arzner durante le riprese del suo film "Fashions for Women"

Dorothy Arzner è considerata da sempre una regista femminista, attenta a raccontare le storie di donne che altrimenti difficilmente avrebbero avuto voce. Una donna che voleva mostrare la competenza prima di tutto; storie vere, reali in film popolari. Pellicole sempre sotto la supervisione del Codice Hays, un istituto di censura particolarmente attento al lavoro dell’unica donna regista e dichiaratamente lesbica.

È stata Arzner a dare a Katharine Hepburn il suo primo ruolo davvero importante in Falena d’argento (1933). L’attrice era un’aviatrice libera e indipendente, con una relazione con un uomo sposato. Uno dei rari casi in cui il cinema dell’epoca raccontava la sessualità dal punto di vista femminile.

Fra i suoi film più iconici Working Girls, che racconta le vicessitudini di due ragazze che arrivano a New York in cerca di lavoro, e Balla, ragazza balla: la storia di due ballerine che mettono a repentaglio la loro amicizia per l’amore verso lo stesso uomo. Un fallimento ai botteghini, ma un film molto apprezzato dalla critica femminista.

Il Sewing Circle

Dorothy Arzner è stato un membro del Sewing Circle di Hollywood, un gruppo riservato a sole donne lesbiche, fondato dall’attrice Alla Nazimova. A questo circolo facevano parte anche Greta Garbo, Barbara Stanwyck e Marlene Dietrich. Un luogo di incontro privilegiato in una società che considerava i gay e i bisessuali come dei sovversivi, degli elementi pericolosi per lo status quo. Uno stile di vita, il loro, illegale e che andava contro le leggi dell’epoca sulla sodomia.

La regista ha lavorato e avuto delle relazioni con molte donne dell’industria del cinema, ma il suo vero e unico amore è stato Marion Morgan, una ballerina e coreografa alla quale è rimasta legata per oltre 40 anni. Arzner non ha mai ostentato il suo orientamento sessuale, ma non lo ha nemmeno nascosto. E anche in questo è stata una donna all’avanguardia, apripista per tante altre.

Una donna austera, ma dal cuore grande

Il suo ultimo film è stato Sacrificio supremo, una pellicola sulle atrocità della guerra. Dorothy Arzner si è dedicata per un po’ alla produzione di film per il Women’s Army Corps, un ramo femminile dell’esercito degli Stati Uniti. Poi si è dedicata ad alcuni spot per la Pepsi, perché amica dell’attrice Joan Crawford, sposata a sua volta con Alfred Steele (amministratore delegato dell’azienda). Il suo genio, infine, lo ha dedicato all’insegnamento, per poi spegnersi a 82 anni nel 1979.

Non le è mai stato riconosciuto alcun premio, soltanto una stella sulla famossima Hollywood Walk of Fame nel 1986. Tuttavia sono in tanti a doverle dire grazie e ad aver goduto del suo lavoro avanguardista. Significative sono le parole che le ha dedicato Francis Ford Coppola: “Era un po’ austera, ma aveva il cuore grande come il mondo e lo sapevo perché, ogni volta che veniva a lezione, portava sempre scatole di biscotti e cracker perché sapeva che stavamo morendo di fame e non avevamo soldi”. L’affermazione in un mondo prettamente maschilista per Dorothy Arzner non è stata per nulla facile, ma lei aveva la stoffa per farcela e lo ha dimostrato sino alla fine.

Riproduzione riservata