Giornalista, scrittrice e attivista, Ece Temelkuran è una donna che tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e la libertà di pensiero e che vogliono opporsi alla deriva autoritaria e populista in cui sta scivolando una parte della società dovrebbero imparare a conoscere. Ecco da dove iniziare.
La carriera
Nata nel 1973 a Smirne (Turchia), Ece Temelkuran si è laureata in giurisprudenza ma non ha mai esercitato la professione se non una volta per difendere i bambini curdi in una class action politica come atto simbolico.
Ha lavorato come editorialista per i giornali turchi Milliyet e Habertürk, da cui è stata licenziata in seguito alle sue critiche al governo, soprattutto in merito al massacro di curdi avvenuto a fine 2011 al confine tra Turchia e Iraq. Ha collaborato anche per la CNN International e i suoi articoli sono stati tradotti e ripresi da altre testate importanti, fra cui The Guardian, The New York Times, New Statesman, Frankfurter Allgemeine, Der Spiegel e Le Monde Diplomatique.
Ece Temelkuran è autrice di diversi libri, tra saggi e romanzi. In italiano sono stati pubblicati i saggi Turchia folle e malinconica (Spider & Fish, 2018) e Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura (Bollati Boringhieri, 2019) e il romanzo Soffiano sui nodi (Spider & Fish, 2019). I suoi libri di giornalismo investigativo affrontano argomenti molto controversi in Turchia e non solo, come la questione curda, quella armena e la libertà di espressione.
Gli eventi importanti che l’hanno vista protagonista
Ece Temelkuran negli anni ha conquistato sempre più spazio e popolarità e oggi è una delle voci politiche europee più influenti. È considerata uno dei romanzieri e commentatori politici più noti della Turchia. Ece ha partecipato, infatti, a eventi importantissimi: per esempio nel 2017 è stata invitata come panelist al Women in The World Summit insieme a Hilary Clinton, mentre pochi mesi fa ha tenuto una lectio magistralis durante la Milano Digital Week su media, diritti, uguaglianza, inclusione e cultura.
Ha partecipato anche a diversi appuntamenti prestigiosi del mondo dell’editoria, come il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Festivaletteratura di Mantova e il Festival internazionale del giornalismo di Perugia.
Fa parte del Consiglio di Internazionale Progressista, un’organizzazione politica internazionale che unisce attivisti, leader politici e organizzazioni progressiste di sinistra che vede fra i suoi membri anche Noam Chomsky, Naomi Klein e Yanis Varoufakis.
Come è nata la sua passione per la scrittura e la critica
Come si legge sul suo sito ufficiale, il primo libro che sua madre le lesse fu Il pesciolino nero di Samed Behrengi, in cui un pesciolino nero lascia i suoi amici e la sua famiglia per il “grande mare”. Esattamente come il protagonista del libro, anche Ece Temelkuran sta ancora vagando per il mondo alla ricerca della verità, collezionando storie.
Ha iniziato a scrivere a otto anni quando, sempre sua madre, le regalò un taccuino di poesie. Subito Ece pensò che il suo destino fosse proprio quello di scrivere poesie. Da allora ha continuato a riempire pagine su pagine, scoprendo come la scrittura sia un’arte niente affatto ordinaria e usuale.
A muovere i suoi scritti, che siano racconti, denunce, romanzi, saggi, tweet o articoli, è quasi sempre la rabbia per ciò che accade o la bellezza che osserva nel mondo.
Ece Temelkuran, i riconoscimenti ufficiali
Nel 2017 Ece Temelkuran ha vinto l’Edinburgh International Book Festival First Book Award. Inoltre, ha ricevuto il PEN Translate Award (con il libro Women Who Blow on Knots) e il Premio Nuovo Ambasciatore d’Europa. È stata anche nominata Editorialista politica più letta della Turchia.
È stata inserita due volte nella classifica delle dieci persone più influenti dei social media. Su Twitter conta 2,7 milioni di follower, su Instagram 135 mila e su Facebook quasi 500 mila.
Ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria dalla città di Palermo per il suo lavoro a favore delle voci oppresse. E anche il Premio per la libertà di pensiero Ayşe Zarakolu dell’Associazione per i diritti umani della Turchia.
Inoltre, le è stata offerta una residenza artistica presso la Santa Maddalena Foundation, collegata al Premio Gregor Von Rezzori.
L’ultimo libro
Nel suo ultimo libro, Come sfasciare un paese in sette mosse. La via che porta dal populismo alla dittatura, l'attivista affronta un tema a lei molto caro: l’ascesa dei populismi di destra e in generale dell’autoritarismo.
E lo fa in maniera ironica e provocatoria, creando una sorta di guida per i dittatori alle prime armi, che in realtà è più una guida – indispensabile - per chi si vuole opporre a questa deriva.
Secondo la Temelkuran, la trasformazione di una democrazia in una dittatura è un processo progressivo, che segue dei precisi passaggi. Essi possono essere riassunti in sette step, che riguardano tutti i populismi di destra, non solo quello turco: crea un movimento; disgrega la logica, spargi il terrore nella comunicazione; abolisci la vergogna; smantella i meccanismi giudiziari e politici; progetta i tuoi cittadini e le tue cittadine ideali; lascia che ridano dell’orrore; costruisci il tuo Paese.