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Cosa dobbiamo imparare dalla storia delle foto ritoccate rese illegali in Norvegia?

ragazza che si scatta un selfie
Corpi (in)opportunamente snelliti e tonificati, volti levigati, sorrisi sbiancati: le foto ritoccate rese illegali in Norvegia sono un passo avanti per il body positive
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Qual è il metro di misura che regola l'adeguatezza dei nostri corpi sui social? Mentre siamo ancora qui a chiedercelo, le foto ritoccate rese illegali in Norvegia arrivano e sbaragliano tutto, svegliando il nostro dormiente amor proprio.

Se c'è qualcosa che questa storia ci insegna, è che il cambiamento è già in atto: un cambiamento virtuoso, che ci ricorda che ognuna di noi è perfetta così com'è e che nessuna foto, nessuna immagine, devono imporci una forma che non ci appartiene. Ma andiamo per ordine.

Se ritocchi una foto, dillo

Che cos'è successo, nello specifico? Semplice: la Norvegia ha preso atto del disagio psicologico di giovani e meno giovani, sempre più insoddisfatti del proprio corpo, sempre più ancorati a esempi irreali.

Esempi irraggiungibili, intangibili e sì, assolutamente inesistenti. Ma il Paese scandinavo non si è limitato a rilevare il problema. Ha anche pensato a una soluzione.

La Norvegia ha introdotto degli importanti emendamenti al suo Marketing Act approvato nel 2019. A giugno il parlamento ha approvato una legge regolata dal Ministero norvegese per l'Infanzia e la Famiglia, per la quale i post ritoccati devono essere contrassegnati da un apposito logo ideato proprio dal Governo.

La legge entrerà in vigore dall'estate 2022 e attualmente riguarderà solo i post con contenuti pubblicitari. Chi non apporrà il logo alle foto modificate dovrà pagare multe salatissime. Dovranno essere esplicitate anche le modifiche: uso di filtri che alterano l'immagine, riduzione di misure, modifiche al colore o alla forma della pelle. Non servirà, invece, esplicitare l'uso di filtri sui paesaggi.

Gli influencer e la dismorfia corporea

Come l'hanno presa gli influencer norvegesi? In modo esemplare: alcuni dei più importanti hanno chiesto, addirittura, di ampliare la legge a tutti i post, non solo a quelli sponsorizzati e legati alla pubblicità.

La dismorfia corporea è, infatti, un problema sempre più serio. Un nemico feroce che divora l'anima di tutti coloro che, restando a lungo sui social, iniziano a pensare che il loro corpo, il loro fisico, non sia fatto nel modo giusto.

Il provvedimento norvegese si affianca agli interventi di tanti influencer e vip nel mondo (comprese Clio Make-Up, Valentina Ferragni e Shannon Doherty) e ci fa aprire, ancora una volta, gli occhi sul fatto che è importante difendere ciò che siamo e non aspirare a chi non potremo mai essere.

La nostra bellezza era solo nostra, la nostra imperfezione è ciò che ci rende uniche. E non servono filtri. La speranza, adesso, è che la legge norvegese sia un esempio per ogni Paese, al fine di riequilibrare un mood che propende, pericolosamente, verso la ricerca spasmodica di qualcosa che non c'è.

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