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Che cos’è il glass ceiling?

donna con carriera in salita
14-12-2021
Il glass ceiling è una barriera che non si vede, ma che ha un effetto significativo sulla carriera di una donna: un limite da superare una volta per tutte
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Le opportunità di lavoro, almeno in teoria, dovrebbero essere uguali per tutti: donne e uomini, giovani e anziani. Dovrebbe vigere la meritocrazia, parlare l’esperienza e il curriculum di un professionista.

Succede, però, che a valutare un candidato o a occuparsi della gestione delle risorse umane, siano – per l’appunto – esseri umani con direttive specifiche e retaggi culturali che incidono (e non poco) sulla carriera delle donne.

Con glass cealing, infatti, si intende una barriera invisibile che impedisce a una professionista di avanzare di livello, in base alle proprie capacità.

Il lavoro è un diritto, per tutti

La difesa di una maggiore equità nel mondo del lavoro ormai è una battaglia che va avanti da decenni. A volte si ha la sensazione che qualcosa stia migliorando, altre che si facciano dei preoccupanti passi indietro.

Purtroppo, succede che alcune discriminazioni siano talmente subdole e perpetrate di nascosto che individuarle diventa ancora più difficile che negli anni Cinquanta. Ecco perché il glass ceiling è un limite invisibile, un nemico più difficile da sconfiggere. Perché non si mostra per quello che è, chi lo avalla non gioca quasi mai a carte scoperte.

La situazione in Italia

Molte donne, nel nostro Paese, ancora oggi devono sgomitare parecchio per far valere diritti che dovrebbero ormai essere ampiamente acquisiti. Ottenere anche semplicemente un impiego non è sempre facile e, quando ci si riesce, non è detto che si abbiano le stesse opportunità di avanzamento di carriera di un collega – parigrado – di sesso maschile.

Il fenomeno, in italiano, si chiama “segregazione occupazionale”, ma sta prendendo sempre più piede la versione in inglese. Ciò vuol dire che, purtroppo, c’è bisogno di definirlo a livello internazionale. Perché è un problema reale, esiste e va superato.

Che vuol dire glass ceiling?

Letteralmente, questa espressione si traduce “soffitto di vetro”. È un limite che impedisce di andare in alto, come un tetto, ed è di vetro perché è trasparente, non si vede. Si tratta di un fenomeno complementare allo sticky floor ("pavimento appiccicoso"). Insieme, impediscono alla donna di crescere come professionista. Spesso chi n'è vittima deve sbatterci la faccia prima di rendersene conto.

E qui torniamo all’accezione subdola e meschina, fatta di sotterfugi, di una discriminazione nel vero senso della parola. Purtroppo, si tratta di una questione radicata nella società più di quanto vogliano far credere. Gli slogan che inneggiano alla parità di genere buttano fumo negli occhi e fanno credere che il mondo sia migliore. In alcuni casi è davvero così, ma in altri no. E capirlo non è sempre facile.

Si tratta di una discriminazione talmente radicata, considerata il più delle volte normale, che non si individua immediatamente. Altre volte, la consapevolezza è forte, ma la paura di reagire e alzare la testa è tale che non si fa nulla. Perché non si vuole perdere quello che si ha, anche se è meno di ciò che ottiene un collega uomo.

In definitiva è un tetto metaforico, dove chi sta sotto può vedere cosa c’è al livello superiore (e viceversa), ma si trova impossibilitato a cambiare lo status quo. Tuttavia, non è un’impresa impossibile, e rompere il glass ceiling non è solo un diritto, ma anche un dovere.

Come reagire

La discriminazione professionale tra uomini e donne è figlia di una società patriarcale, dura a morire nonostante le battaglie femministe e la presa di coscienza da parte delle nuove generazioni. Non è ancora del tutto sradicato il concetto per il quale la donna sia addetta alla cura della casa e dei figli, e l’uomo sia colui che porta i soldi in famiglia. Quindi, chi sceglie una strada diversa, deve percorrerla in salita.

Dopo il primo lockdown, appena un paio di anni fa, su dieci lavoratori rientrati in ufficio, sette erano uomini (e solo tre donne). “Sono andati persi 84mila posti di lavoro, di cui 65mila riservati alle donne. Sono considerate parte dello stato sociale, del welfare, devono occuparsi delle fragilità dei bambini e degli anziani”: ha commentato la scrittrice Michela Murgia.

Per combattere il nemico, bisogna agire dall’interno. Accettandolo, riconoscendolo, rendendolo visibile e cambiando il sistema. È necessario l’impegno di tutti, uomini e donne che credano in un reale mutamento della società.

Meglio collaborare e non essere rivali, perché l’obiettivo deve essere comune. Le differenze di genere vanno considerate un valore aggiunto, la diversità arricchisce e aiuta a crescere. Non siamo di fronte a un ostacolo, ma a un’opportunità.

Alcune donne che hanno sfondato il glass ceiling

La lotta contro i mulini a vento, per quanto utopistica, qualcuno è riuscita a vincerla. A diventare un esempio per chi ha voglia di farcela, di riscatto. Basti pensare a Chiara Ferragni, imprenditrice digitale che ha rivoluzionato un intero settore ancora in divenire.

Anche Anna Wintour, direttrice del magazine Vogue da oltre trent’anni, ha abbattuto il glass ceiling. Così come Alexandria Ocasio-Cortez, membro della Camera dei Rappresentati del Congresso degli Stati Uniti. Insomma, le donne ancora una volta sono chiamate a dimostrare quanto la tenacia e la perseveranza paghino. Insieme, possiamo sfondare il soffitto di cristallo.

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