Il coraggio di perseguire un ideale basato sulla libertà; la forza e la determinazione di non fermarsi davanti agli ostacoli, neanche quando le portarono via ogni ricchezza. Anche in quel momento Cristina Trivulzio di Belgioioso ripartì, a testa alta ebbe il coraggio di ricominciare, contro ogni pettegolezzo e pregiudizio.
Un'eroina del Risorgimento il cui operato contribuì a cambiare il Paese, una di quelle che fino a questo momento avevano vissuto all'ombra degli uomini. Nel celebrare i 150 anni dalla sua scomparsa, Milano le dedica una statua. Ed è la prima (di una lunga serie) di una donna, verso la costruzione di una città inclusiva, sempre più orientata verso la parità di genere. L'opera si trova in Piazza Belgioioso.
Chi è Cristina Trivulzio di Belgioioso
Cristina Trivulzio di Belgioioso è un'eroina del Risorgimento. Un personaggio poliedrico, noto per il suo coraggio e per il desiderio di libertà che ha contraddistinto ogni istante della sua vita.
Tale aspirazione alla libertà più assoluta e pura l'ha portata anche ad ignorare i continui pettegolezzi sul suo conto, non pochi viste le numerose battaglie.
La sua statua è la prima dedicata ad una donna, dopo 121 statue in omaggio agli uomini presenti nel capoluogo meneghino.
Si sposò a 16 anni per separarsi dopo soli 4 anni. Dai 20 anni visse da donna single, una tendenza per niente semplice in quel periodo storico. Ha fatto del suo desiderio di libertà uno dei pilastri fondamentali della sua esistenza. Nella sua vita conobbe anche l'esilio: allontanata dall'Italia, a Parigi si adoperò per organizzare un salotto intellettuale.
Visse nella la povertà, perdendo ogni forma di ricchezza, e dai più poveri ripartì una volta fatto ritorno in Italia. Aprì una scuola per i figli dei contadini e garantì loro l'assistenza sanitaria necessaria in caso di bisogno. Da donna, fu particolarmente attenta alle altre donne e a loro riservò uno spazio appositamente pensato per l'allattamento dei neonati, un'attenzione per niente scontata all'epoca.
Giornalista, scrittrice, filantropa, partecipò alle Cinque Giornate di Milano.
Nel 1848 e 1849 prese parte alle insurrezioni di Milano e di Roma, anche questa volta con un'attenzione particolare rivolta ai più fragili e alle persone in difficoltà: il suo supporto consisteva nella gestione del soccorso sanitario precursore dell'ambulanza, per garantire interventi d'urgenza sul campo.
Il significato della statua
Per la città di Milano non si tratta di un semplice omaggio ad un personaggio storico. La presentazione della statua dedicata a Cristina Trivulzio di Belgioioso nasconde molto altro.
L'intenzione è quella di gettare basi ancora più solide verso la costruzione di una città sempre più inclusiva e fondata sulla parità di genere a partire proprio dalla memoria storica. Sono molte, infatti, le grandi donne che hanno fatto la storia d'Italia, tante delle quali hanno vissuto nell'oblio. Non se ne parla abbastanza, non se ne parla più. Vengono dimenticate.
Dalla città di Milano arriva adesso un gesto tangibile: si riparte dalla storia per compiere importanti passi avanti nell'epoca contemporanea. Si recupera la memoria delle grandi donne della penisola, sacrificate da una storiografia eccessivamente al maschile.
"Questa giornata segna una grande svolta per la città, un riconoscimento simbolico alle donne che hanno dato un contributo importante alla crescita di Milano nella storia", dichiara Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano.
Perché Cristina Trivulzio di Belgioioso
La sua è la prima statua dedicata ad una donna a Milano, e ci auguriamo possa essere solo l'inizio di una lunga serie. Perché sia stato deciso di dedicare proprio a Cristina Trivulzio di Belgioioso la primissima statua ispirata ad un personaggio storico femminile sono in molti a chiederselo.
Le risposte e i chiarimenti del caso non tardano ad arrivare: è stata sicuramente una delle donne eccezionali della storia d'Italia, ma come mai è stata scelta proprio lei, tra le tante?
Francesca Moncada di Paternò, Presidente di Dimore del Quartetto, ha spiegato, nel corso della cerimonia di disvelazione dell'opera, che a questa domanda replica in modo volutamente provocatorio: "Perché non tutte quante?"
L'intenzione è quella di restituire valore alle donne straordinarie che hanno contributo alla storia d'Italia, al pari degli uomini già molto noti e tanto celebrati.
"Dobbiamo restituire alle persone che hanno fatto cose straordinarie il loro valore davanti alla società, proprio per presentarle alle prossime generazione e permettere alle bambine e ai bambini che passano per le strade di chiedersi chi sono queste persone e cosa hanno fatto", le parole di Francesca Moncada di Paternò, attenta alle generazioni future.
L'intenzione è quindi quella di portare all'attenzione delle nuove generazioni figure femminili storiche fondamentali, audaci e coraggiose quanto gli uomini che onoriamo già in tutta la penisola.
"La caratteristica più straordinaria di Cristina è il coraggio di essere libera. Ha fatto qualsiasi cosa perseguendo un pensiero, anche quando le portarono via tutto il suo capitale e si ritrovò a Parigi senza niente, è andò avanti, sentendosi quasi ancora più libera di continuare il suo cammino, poiché non aveva più nemmeno l’appartenenza a un ceto sociale a tenerla imbrigliata", ecco la motivazione nel volerla ricordare (e celebrare).