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Sessismo e clausole maschiliste: il concorso Miss France accusato di discriminazione

Miss France 2019
Come bamboline, come le casalinghe robotiche de La Donna Perfetta: il concorso Miss France imporrebbe alle sue partecipanti dei criteri di selezione sessisti e svilenti. E ciò riaccende i riflettori sull'universo dei concorsi di bellezza
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È un rombo, un tumulto: Osez le féminisme, una delle principali organizzazioni femministe in Francia, sta facendo tremare Miss France. Il concorso di bellezza nazionale francese è sotto accusa per una serie di clausole e richieste che sarebbe eufemistico definire spinose.

Sono già diversi anni, in realtà, che le associazioni femministe globali tengono gli occhi puntati sui concorsi di bellezza, che in alcuni casi sembrano essere rimasti legati a un'impronta patriarcale che vorrebbe la donna ridotta a un semplice oggetto, un delizioso suppellettile.

Ciò che però Osez le féminisme sta facendo è di più: l'organizzazione ha infatti unito le forze con tre candidate di Miss France che non hanno passato la selezione, per portare il concorso di bellezza in tribunale.

Le proteste e i criteri arcaici di Miss France

«Protestiamo ogni anno contro una competizione che si basa su valori sessisti, ma non cambia mai nulla: cercare di sensibilizzare non è più sufficiente, abbiamo deciso di utilizzare mezzi legali»: così ha dichiarato Alyssa Ahrabare, capo di Osez le féminism al quotidiano LeMonde.

Ma quali sono i punti critici del regolamento di Miss France che hanno mosso e continuano a muovere tanto sdegno? In primis, le aspiranti reginette di bellezza devono astenersi dal bere alcolici o dal fumare in pubblico, perché questo comportamento è "antiestetico e inelegante".

Poi, devono essere sempre impeccabili per celebrare lo "spirito improntato al bon ton e alle buone maniere" della manifestazione: niente parole fuori posto, imprecazioni, né gesti scomposti.

Infine, devono essere più alte di 1.70 cm e non devono avere piercing né tatuaggi, fatta eccezione per quelli piccolissimi di grandezza inferiore a 3 centimetri, preferibilmente in punti non visibili o semi nascosti.

Le aspiranti reginette, inoltre, non devono essere né sposate né avere avuto figli. Il mancato rispetto di questi "criteri" è la squalifica.

Inutile dire che nel complesso, il quadro restituito è arcaico e svilente. E che non stupisce che ci sia chi sta cercando di alzare la testa.

Il concorso, la causa e il contratto

Considerando che i criteri per scegliere le aspiranti reginette sono considerati discriminatori, Osez le féminisme sta portando Miss France di fronte al tribunale di Bobigny.

La causa avrebbe a che fare con il diritto del lavoro perché, di fatto, tra le aspiranti candidate e le società Miss France ed Endemol Production viene stipulato un vero e proprio contratto.

Contratto che, a questo punto, contiene clausole che violano il Codice che vieta, in un'assunzione, qualsiasi criterio legato a "morale, età, situazione familiare o aspetto fisico".

Attualmente, non c'è stata risposta da parte di Miss France. Eppure questa vicenda lascia l'amaro in bocca. E ci fa riflettere su quello che è ancora un retaggio attivo nell'ambito dei concorsi di bellezza.

Il caso Miss Italia 2019

Una polemica simile a quanto accaduto con Miss France (se non della stessa portata e con le stesse implicazioni legali) si è svolta in Italia nel 2019. Sotto accusa fu proprio il nostro concorso nazionale, Miss Italia.

Quell'anno, molte attiviste ed esponenti politiche cominciarono a prendere di mira il concorso di bellezza per via delle restrizioni di taglia, altezza e per via delle performance, ritenute antiquate e ridicole.

Diverse giornaliste posero l'accento sul fatto che per molti, troppi versi, il concorso promuoveva l'immagine di una donna oggetto che alimentava molestie e reati come lo stalking, che portano a un numero crescente di femminicidi.

Di fatto, però, Miss Italia si è mosso facendo sì che venissero incluse aspiranti reginette di ogni taglia, etnia e orientamento sessuale.

In generale, comunque, la strada è ancora lunga. E ci vorranno tempo e parecchie limature per riuscire a trasformare un concorso estetico in qualcosa di più profondo, più vivo e più inclusivo.

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