Una donna alla guida della Tunisia. Mentre l’Europa sta affrontando in questi giorni la fine dell’era di quella che probabilmente al momento potrebbe essere definita la figura politica femminile più rilevante del globo, la cancelliera della Germania Angela Merkel, nel mondo arabo un’altra sta iniziando il proprio cammino: Najla Bouden. È di poche ore fa, infatti, la notizia che sarà lei la nuova premier della Tunisia.
Le condizioni del ruolo
La Bouden diventa l'undicesimo capo del governo tunisino dalla rivoluzione del 2011. La sua nomina rappresenta anch’essa una significativa rivoluzione visto che si tratta della prima volta che il mondo arabo assegna a una donna un compito tanto rilevante.
Ciononostante è doveroso dire che purtroppo non è tutto oro quello che luccica. Questo passaggio infatti, seppur storico, nasconde un retroscena non di poco conto.
Il presidente Kais Saied, lo stesso che ha affidato a Najla Bouden il ruolo di premier, a fine luglio ha sciolto il governo e sospeso il Parlamento, dandosi di fatto pieni poteri. Inoltre, con un decreto ad hoc firmato solo pochi giorni fa, il 22 settembre 2021, ha stabilito che sia lui a poter nominare il premier e i ministri, ad assegnare il potere esecutivo e ad avere l’ultima parola su quello giudiziario.
Insomma, quella tunisina al momento sembra essere una democrazia quantomeno zoppa, pur a fronte delle rassicurazioni del presidente che ha assicurato che quelle in atto siano misure eccezionali e non definitive ma di passaggio, in attesa di importanti riforme politiche più strutturate e, pare, di una revisione della Costituzione.
Una svolta storica e l’endorsement di Angela Merkel
Nonostante dopo queste vicende il ruolo di Najla Bouden risulti fortemente ridimensionato, la sua nomina non può non essere salutata con assoluto entusiasmo e ottimismo. Si tratta comunque di un significativo passo avanti per una cultura, quella araba, dove in molti casi non solo alle donne non è consentito l’accesso a ruoli politici di spicco, ma vengono negati loro anche i più elementari diritti. Come ha dichiarato lo stesso Kaïs Saïed: «Questo è un momento storico, un onore per la Tunisia e un tributo alle donne tunisine».
La sua nomina pone fine a due mesi di potere vacante in Tunisia, dopo la destituzione lo scorso 25 luglio del suo predecessore, Hichem Mechichi, ed è stata salutata con favore anche da Angela Merkel, che in una telefonata con Saied si è congratulata per la scelta, rimarcando come sia «essenziale che la Tunisia torni ad essere una democrazia parlamentare».
La nuova sfida che attende Najla Bouden non è semplice, visto che il suo compito sarà quello di formare il nuovo governo il prima possibile con l’obiettivo di traghettare la Tunisia fuori dal forte periodo di crisi che sta vivendo, di combattere la corruzione e il caos che pervadono molte istituzioni statali e garantire a tutti i tunisini i loro diritti di base all’istruzione, ai trasporti, alla sanità.
«Sono onorata di essere la prima donna a occupare la posizione di primo ministro in Tunisia, lavorerò per formare un governo coerente che affronti le difficoltà economiche del Paese, che combatta la corruzione e che risponda alle richieste dei tunisini». Queste le sue prime parole da premier, affidate a un profilo Twitter nuovissimo, aperto poco dopo la nomina, probabilmente con l’obiettivo di farsi conoscere un po’ di più dall’opinione pubblica e dai cittadini tunisini.
Chi è Najla Bouden
Nonostante il suo sia un profilo di primissimo livello, di lei si sa infatti pochissimo.
Classe 1958, la nuova premier tunisina è nata a Qayrawan, capitale dello Stato omonimo, sede della più antica moschea del Maghreb e sito Unesco.
Ingegnere di formazione, è Professoressa di geologia presso la Scuola Nazionale degli Ingegneri di Tunisi, un ruolo che le ha conferito negli anni una lunga esperienza accademica e nella ricerca, in particolare nel settore della valutazione di scenari di sismici e della gestione delle catastrofi e della vulnerabilità degli edifici.
Dal 2006 al 2016 è stata la principale consigliera di sette ministri dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica e nel 2011 è stata incaricata del controllo qualità presso lo stesso ministero, dopo essere stata presidente dell’unità di gestione degli obiettivi.
Si deve a lei, inoltre, l’istituzione del primo Programma di sostegno alla qualità (PAQ) a supporto dei progetti che vertono sulla garanzia di qualità, il buon governo, l’innovazione e l’imprenditoria.
Al momento è responsabile dell’attuazione del programma finanziato dalla Banca mondiale presso il ministero dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica che dà sostegno alla riforma dell’istruzione superiore in corso in Tunisia.
Alle sue spalle anche un’esperienza nell’Ufficio delle Nazioni Unite. Oltre ad aver partecipato a diversi gruppi di lavoro e programmi nella regione Medio Oriente Nord Africa (Mena), la neo premier è anche co-presidente del Gruppo consultivo mondiale sulla scienza e la tecnologia dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione dei rischi di catastrofi (Undrr).