Avere il ciclo, a volte, non è facile. E ci sono tanti pregiudizi e stereotipi che non facilitano la sua normalizzazione. Qualche esempio? Uno su tutti: che le donne “impazziscono” poco prima dell’arrivo del ciclo. Si tratta di uno stereotipo legato alla scarsa conoscenza sul tema. Vediamo insieme perché è importante promuovere la period-positivity.
Come e perché è nata la period-positivity
C'è tanta disinformazione quando nominiamo il ciclo, ma non solo. Perché ben poche donne conoscono la period-positivity, le sue caratteristiche e la sua importanza. Possiamo definirla come un insieme di valori inclusivi e standard da raggiungere con il tempo attraverso l'informazione e la sensibilizzazione. A coniare il termine è stata Chella Quint, ed è diventato comune quando ha iniziato a promuoverlo mediante il suo hashtag.
Definito come l'alfabetizzazione mestruale, è una campagna che si sta diffondendo e che dovrebbe coinvolgere tutte le persone del mondo, senza eccezioni. Il significato dei messaggi della period-positivity è legato a doppio filo con la lotta agli stereotipi più diffusi: non solo ce ne sono fin troppi, ma arrivano a condizionarci la vita in modo inevitabile.
La necessità di combattere gli stereotipi più comuni sul ciclo
Persino noi donne talvolta non sappiamo davvero come funzioni il nostro ciclo e ci lasciamo condizionare da alcune frasi fatte: un esempio molto comune è il nervosismo che precede i giorni dell'arrivo delle mestruazioni. Essere positivi su questo argomento, tuttavia, ci insegna a liberarci di alcuni dogmi e stigmi.
Alcuni aspetti sono essenziali: proviamo a parlare del nostro ciclo con tutti. Chiamiamo i prodotti per il ciclo con il loro nome, senza alcuna vergogna o sentendoci sbagliate, e insegniamo agli altri che cos'è davvero il ciclo, perché sapere è potere e ci libera dall'ignoranza. Sconfiggiamo i tabù, ma soprattutto non discutiamone come se fosse un mostro.
Period-positivity per incoraggiare la discussione sul ciclo
Approfondendo questo argomento, scopriamo che la period-positivity significa impegnarsi per combattere la stigmatizzazione delle mestruazioni, così da favorire un dialogo aperto e positivo. Per molte donne, avere il ciclo può essere traumatico: non possiamo sottovalutare i dolori e le sofferenze che può causare, o lo stesso sbalzo ormonale.
Ci sono donne, infatti, che si vergognano del ciclo, che ne hanno paura, o che almeno una volta nella vita ne sono rimaste traumatizzate. Dovremmo stigmatizzarle? Far ricadere su di loro la colpa? No. In realtà la period positivity significa non giudicare le altre. In diverse occasioni, anche a seconda delle proprie emozioni, è possibile che le donne si vergognino del ciclo.
Perché la verità è che avviene sempre una sorta di estremizzazione. Da una parte, c’è chi giudica il ciclo impuro, chi fa battute sulle mestruazioni, chi le ridicolizza. Dall'altra, c’è un movimento che dice che devi viverlo in modo positivo e allegro. Non funziona così. Dobbiamo liberalizzare le mestruazioni senza pretendere che siano sempre fantastiche per tutte o, al contrario, un inferno. Ognuna le ha come le ha. Ed è giusto e normale così.
Period-positivity e Tampon Tax
Il ciclo non è un lusso, e in Italia ci stiamo battendo per la Tampon-Tax (e lo ha fatto di recente anche Francesca Michielin). Tuttavia, sempre in linea con gli estremismi di cui abbiamo parlato, ci sono fin troppe persone che incoraggiano l’uso di alternative ecologiche. Il che è fantastico, ma può non essere una scelta adatta a chiunque.
Non dobbiamo essere obbligate, né dobbiamo sentirci in obbligo. È questo il punto della period-positivity: normalizzare il ciclo, non dargli un significato che lo faccia passare da un estremo all'altro. È la nostra vita, il nostro corpo. Siamo noi a dover scegliere come vivere le mestruazioni nel migliore dei modi: magari con un pizzico di positività che possa renderle accessibili, inclusive e soprattutto non sporche.