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The Wom e Webboh: contenuti e una survey per sensibilizzare la Gen Z sulla violenza di genere

01-12-2023
A una settimana dal 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ecco i risultati di un’indagine Webboh Lab. In occasione della ricorrenza The Wom e Webboh hanno diffuso una serie di contenuti per responsabilizzare i più giovani sul tema
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The Wom e Webboh - i brand Mondadori Media rivolti alla Gen Z - hanno veicolato una serie di attività e contenuti volti a sensibilizzare e comprendere il punto di vista dei più giovani sul tema della violenza di genere in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

I CONTENUTI DELLA GIORNATA DEL 25 NOVEMBRE DI THE WOM E WEBBOH

In occasione del 25 novembre i due brand hanno pubblicato un palinsesto fitto di contenuti social e web per sensibilizzare l’audience sul tema della violenza di genere, offrendo strumenti utili sia da un punto di vista pratico - come i numeri d’emergenza - sia da un punto di vista culturale - d'aiuto a prevenire e combattere il fenomeno - per le giovani generazioni.

In particolare The Wom ha veicolato uno speciale editoriale dedicato, contenuti informativi, poesie, eventi e chiamate all’azione, e un carousel Instagram illustrato ispirato alle storie vere di donne e alle loro paure che ha stimolato più di 2.000 persone a raccontarsi pubblicamente, raccogliendo oltre 130.000 like.

Insieme a Sorgenia, è stato poi realizzato un contenuto di sensibilizzazione articolato in piccoli suggerimenti su cosa fare nel caso in cui ci si trovasse accanto a una persona che sospettiamo possa essere vittima di violenza. Il progetto, legato alla campagna #sempre25novembre di Sorgenia (sempre25novembre.it), mira a tenere alta l’attenzione su questa emergenza sociale tutti i giorni dell’anno e non solo il 25 novembre.

The Wom ha pubblicato inoltre contenuti in partnership con l’associazione DONNEXSTRADA con la campagna "La violenza non è solo fisica ma...", allo scopo di illustrare i vari tipi di violenza, sia psichica sia fisica. L’iniziativa ha riscontrato grande successo tra le follower, grazie anche alle video interviste a 3 attiviste dell’Associazione che hanno toccato temi quali la violenza di genere, i metodi per difendersi da aggressioni e violenze psicologiche e le modalità con cui è possibile aiutare le vittime di violenza.

Webboh ha poi scelto di dare visibilità al numero anti-violenza e stalking 1522, pubblicando sulle sue Story Instagram - ogni giorno, per una settimana alle ore 15.22 - il messaggio: "Quando ne hai bisogno, chiama: è importante". Inoltre, ha provveduto a diffondere il decalogo della Polizia di Stato che può aiutare a riconoscere una relazione tossica. Il motto scelto da Webboh per sensibilizzare l’argomento "Questo non è amore" ha trovato riscontro tra i suoi follower con più di 150.000 like e più di 5.000 salvataggi del post.

I due brand sostengono DONNEXSTRADA, l’associazione no profit che offre un aiuto alle vittime di violenza, promuove il cambiamento della società, fornisce supporto legale e psicologico alle vittime, lavora per la prevenzione e che, inoltre, ha creato una rete di 150 punti viola - luoghi sicuri per le donne dove poter chiedere aiuto - in tutta Italia.

LA RICERCA DI WEBBOH LAB

Webboh Lab, il primo osservatorio permanente dedicato alla Gen Z, ha condotto una instant survey sul tema della violenza sulle donne: dalle 8.000 risposte di ragazze di età compresa tra i 12 e i 20 anni è emerso che l’83% delle giovanissime italiane, interrogate sulle cause dei comportamenti violenti di genere, ritiene che il motivo principale sia rappresentato dal contesto culturale in cui vivono quotidianamente.

Dalla ricerca emerge che, nella percezione delle ragazze, esistono almeno cinque profili di uomo violento:

  • Self absolver (43%) - coloro che hanno continue giustificazioni per comportamenti violenti, riflettendo una cultura che li perpetua
  • Medievali (19%) - che hanno un legame con i ruoli di genere radicati e le dinamiche familiari
  • Amplifiers of violence (17%) - che vivono l'aggressività come eco delle cattive notizie dei media sulla violenza del mondo che li circonda e l’impatto sulla società
  • Underpressured (12%) - rappresentati da coloro che lottano contro lo stress personale e la pressione familiare
  • Deresponsabilizzati (9%) - che imputano agli squilibri di potere e dei ruoli di genere la causa della loro violenza.

L'individuazione di complessi e differenti profili di uomini violenti porta alla consapevolezza della necessità di misure molteplici che vadano ad agire sui diversi piani. Dalle interviste emerge che le soluzioni proposte dai diversi esperti - dall’educazione affettiva al percorso psicologico, dalle attività di sensibilizzazione fino all’adozione di misure più restrittive in presenza dei primi segnali di aggressività - debbano essere applicate in modo mirato rispetto ad ogni profilo comportamentale e rispetto al singolo soggetto.

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