Attivista ugandese, vive in prima persona le devastanti conseguenze del cambiamento climatico che colpisce drasticamente il suo paese d'origine, e il mondo intero. Vanessa Nakate è una delle più giovani impegnate nella lotta contro il cambiamento climatico. Suo il movimento Rise Up Movement attraverso il quale vuole sensibilizzare le nuove generazioni ed informarle sulle devastanti conseguenze.
Vanessa Nakate vuole salvare il mondo e chiede a gran voce l'aiuto dei leader mondiali. Il mondo sta cambiando velocemente e drasticamente. A fare le spese del cambiamento climatico è soprattutto l'Africa ma le conseguenze riguardano tutti noi. Nessuno escluso. Siamo nel bel mezzo di una crisi e la voce di Vanessa Nakate non è la sola che vuole sensibilizzare sull'argomento. Ma sensibilizzare non basta più: è ora di agire.
L'impegno per il clima
L'impegno di Vanessa Nakate per il clima è relativamente recente. Siamo infatti solo nel 2019 quando una giovanissima Vanessa inizia ad appassionarsi alle questioni relative ai cambiamenti climatici, che vive in prima persona.
"La Terra è la nostra casa e la nostra responsabilità. Il modo in cui ti prendi cura della tua casa è lo stesso in cui dovresti prenderti cura del nostro pianeta", le sue parole nel 2019. Il suo impegno per il clima inizia quell'anno; a sensibilizzarla è la realtà del suo paese di origine.
Alluvioni e vittime si registrano ogni anno in Uganda, la sua terra Natale. Un inverno particolarmente caldo, con temperature mai registrate prima di quel momento negli ultimi tre mesi dell'anno hanno conseguenze devastanti sul territorio e Vanessa non può restare a guardare inerme.
Sciopera ogni venerdì, insieme ai suoi fratelli o in solitaria. Decide di patire proprio dalle zone che conosce meglio, ovvero Kampala e i suoi luoghi strategici. Sciopera all'esterno del Parlamento ugandese e mostra con orgoglio uno striscione che diventa uno slogan. “Amore verde, pace verde”, le sue parole. In Uganda in un primo momento non è stata sostenuta dai giovani, tanti erano coloro che temevano di incorrere in severe punizioni.
La sua prima sostenitrice è stata una ragazza di 15 anni, divenuta leader del movimento Friday For Future in Uganda.
Le origini dell'attenzione per il clima
L'attenzione di Vanessa Nakate per il clima e l'impegno attivo contro il cambiamento climatico hanno avuto origine da un incontro con uno zio, Charles Kamoga.
Durante una conversazione con lui, Vanessa scopre una realtà traumatica e spaventosa e decide di mettere il suo tempo, e la sua vita, al servizio dell'umanità. Analizza la situazione climatica in Uganda e realizza con lo zio quanto fosse notevolmente cambiato il clima negli ultimi decenni.
Gravi danni all'agricoltura ma anche alluvioni e numerose vittime: il cambiamento climatico miete morti.
Vanessa Nakate, allora, sposa la missione di sensibilizzare l'opinione pubblica, concentrandosi sui più giovani, e di combattere il netto cambiamento climatico. Ha poco più di 20 anni quando inizia a protestare in Uganda e lo farà "fino a quando i leader non reagiranno e il presidente dichiarerà un'emergenza climatica".
Il suo Rise Up Movement
Vanessa Nakate è la fondatrice del movimento Rise Up Movement, evoluzione naturale di Youth for Future Africa. La missione della giovane attivista è quella di coinvolgere i suoi coetanei e di metterli al corrente delle problematiche devastanti legate al cambiamento climatico.
Vanessa Nakate aspira innanzitutto a coinvolgere le nuove generazioni, quelle che un domani si troveranno a prendere le più importanti decisioni politiche. Si avvicina agli studenti delle scuole medie e superiori e parla di cause e conseguenze: delle cause del cambiamento climatico globale e delle sue conseguenze per la salute mondiale.
Tra le campagne attive, anche quella per la salvaguardia della foresta pluviale della Repubblica Democratica del Congo, uno dei polmoni verdi più importanti dell'Africa.
Vanessa Nakate a Youth4Climate
"L'Africa è la più bassa per emissioni eppure paga pesantemente la crisi climatica. Non è ironico?", si chiede Vanessa Nakate in occasione della sua visita a Milano per Youth4Climate e rivolge la stessa domanda al pubblico che la ascolta attentamente, rapito dalle sue parole.
L'Africa è responsabile per il 3% delle emissioni globali ma soffre più di ogni altro continente, un'ingiustizia alla quale non si può porre rimedio. Siccità e inondazioni, morti, c'è tanta sofferenza. Si muore di fame. Un racconto sconvolgente quello di Vanessa Nakate che grida: "Chi pagherà per tutto questo? Chi pagherà per le persone che muoiono, che scappano, per le specie che scompaiono?". Si commuove.
Chiede, con Greta Thunberg, un intervento netto da parte dei leader mondiali.
Quando fu vittima di razzismo
Sembra un racconto d'altri tempi eppure l'episodio risale solo ad un anno e mezzo fa. Vanessa Nakate fu vittima di razzismo, tagliata da una foto che la vedeva tra le protagoniste. Al World Economic Forum di Davos cinque giovanissime attiviste avevano appena tenuto una conferenza stampa sul clima e posato per una foto di gruppo. Greta Thunberg, Isabelle Axelsson, Luisa Neubauer, Loukina Tille e poi c'era lei: Vanessa Nakate, la cui immagine è stata rimossa dalla foto di gruppo.
“Ora ho imparato la definizione di razzismo”, aveva scritto sui social dopo aver denunciato l'accaduto in un video, divenuto virale nel giro di pochi minuti. Tanti i messaggi di solidarietà che hanno raggiunto Vanessa Nakate in quelle ore. L'immagine, successivamente, è stata sostituita e l'agenzia di stampa aveva dichiarato di non essere in cattiva fede.