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Beyoncé discriminata ai Country Music Awards: snobbato l’album “Cowboy Carter”

Beyoncé
Nessuna nomination per Beyoncé ai Country Music Awards nonostante Cowboy Carter sia il disco country dell’anno: «Le critiche mi sono servite per superare i miei limiti» ha dichiarato Queen Bay, ma il padre dell’artista tuona: «Snobbata perché nera».
 

Può una delle artiste più importanti del mondo, autrice di successi planetari e icona di stile assoluta, tanto da essere soprannominata Queen Bay, venire snobbata durante dei premi musicali?

A quanto pare sì. Ed è quello che è accaduto a Beyoncé, completamente ignorata ai Country Music Awards 2024, dove l’artista ha partecipato con quello che è già l’album country dell’anno, ovvero Cowboy Carter. Per lei neanche mezza nomination e, ovviamente, questa cosa non è passata inosservata, dando vita ad un’ondata di polemiche nelle quali è entrato anche il padre dell’artista, furioso per il trattamento riservato a sua figlia.

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Ma andiamo con ordine, perché in realtà questo epilogo ha un precedente illustre.

Nel 2016 Beyoncé venne chiamata ad esibirsi ai Country Music Awards e in quell’occasione portò un brano tratto dall’album Lemonade dal titolo ‘Daddy Lessons’ interpretato insieme alle Chicks. La performance però non sortì gli effetti sperati perché i fan del genere country si lamentarono della presenza di Beyoncé attaccando il suo attivismo, ma anche criticando il fatto che non è un’artista country. Le polemiche portarono così i CMAs a cancellare la cantante dai propri canali e, per tutta risposta, una delle Chicks, ovvero Natalie Maines, commentò questa decisione appellandoli come «Str*nzi razzisti».

Fine della storia? Non proprio. Da quel momento i rapporti tra Beyoncé e i Country Music Awards divennero piuttosto tesi, ma la cantante decise comunque di rilanciarsi nel settore country proprio con l’album Cowboy Carter, dichiarando che l’idea era nata proprio «da un’esperienza che mi aveva fatto sentire non benvenuta perché era davvero chiaro non lo fossi», facendo apertamente riferimento proprio all’episodio del 2016.

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Eppure l’esperienza è comunque servita a qualcosa, tanto che Beyoncé ha dichiarato «Le critiche che ho affrontato quando sono entrata in questo genere mi hanno costretta a superare i limiti che mi erano stati posti» dimostrando una grande forza d’animo nonostante gli attacchi.

Ora però il fatto che la cantante non abbia ricevuto nessuna nomination dalla Country Music Association, nonostante il successo di Cowboy Carter, sembra proprio una sorta di ripicca immotivata e difatti il padre di Beyoncé – nonché suo produttore - si è infuriato perché la figlia non è stata presa in considerazione e non ha ricevuto neanche una nomination, in nessuna delle categorie in gara.

Secondo quanto riportato da diverte testate Matthew Knowles, padre dell’artista nonché suo produttore, avrebbe dato la colpa della mancata nomination ad una questione puramente razzista: «È stata tutta una questione di colore della pelle. Ci sono più bianchi in America e purtroppo non votano in base all’abilità e ai successi di chi compete. L’esclusione di mia figlia parla da sola: ‘Cowboy Carter’ è stato uno degli album country più venduti dell’anno».

Ad accendere ancora di più gli animi, e ad alimentare la polemica in atto, c’è anche il fatto che in testa alla classifica delle preferenze al momento c’è Morgan Wallen, sospeso tre anni fa dalla sua discografica per razzismo, con 8 candidature e a seguire Post Malone con 4 nomination. In lizza anche Shaboozey che aveva collaborato proprio con Beyoncé nel brano Sweet, Honey, Buckiin’, e che porta a casa 2 nomination, mentre per Beyoncé il contatore resta fermo a zero.

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E c’è già chi parla di preferenze nei confronti dei cantanti country uomini, a scapito delle donne, anche se in realtà un ulteriore problema sarebbe dovuto al fatto che l’album Cowboy Carter avrebbe ricevuto poca promozione nelle radio country nazionali: persino il brano 'Texas Hold 'Em', che già era diventato il primo singolo di un'artista nera in testa alle canzoni country hot di Billboard, era stato spinto più dagli streaming e dai download che dalla promo in radio.

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