La rinascita di BigMama continua dopo il successo riscosso sul palco di Sanremo, dove lo scorso Febbraio ha presentato la canzone La Rabbia Non Ti Basta. Un passato tormentato, una lotta continua per affermarsi in una società che la vede “diversa”, un combattere contro i propri demoni e contro ogni stereotipo fino a diventare icona della body positivity: BigMama vuole farsi portavoce, contro gli stereotipi, di una rinnovata libertà di essere se stessi.
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Un percorso complesso quello della cantante di cui però va profondamente fiera e che la spinge giorno per giorno a far valere i suoi diritti e quelli di tutti coloro che si sentono “diversi” in una società che non risparmia critiche spietate a chi non risponde ai canoni estetici imposti dai media.
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Dal palco del Liguria Pride Village la rapper lancia il suo grido di libertà dichiarando: «Ci siamo nascosti, tutti, quando quelle mille volte ci hanno fatto credere di non essere adatti, di non essere abbastanza. Un bambino non deve piangere, è da femminuccia. Una bambina deve sedere composta, deve giocare con le bambole, tutto il resto è da maschiaccio. Siamo stati definiti prima ancora di poter davvero vivere il mondo».
E prosegue: «È brutto guardarsi allo specchio e vedere un riflesso che fa finta di essere un qualcosa che in realtà non è, solo ed esclusivamente per piacere agli altri. Brutto andare a scuola e nascondere tutti gli impulsi. Brutto camminare a testa bassa per la strada con dei vestiti che non ci appartengono. Brutto fingere con i propri amici, la propria famiglia. Oggi abbiamo la consapevolezza di dover splendere, ottenere visibilità, influenzare. Lo facciamo per noi, per i bambini e adolescenti che siamo stati, ma soprattutto, lo facciamo per quelli che verranno. Nessuno deve nascondersi per amore. Nessuno deve sparire per amore. Nessuno deve fingere per amore».
BigMama sa bene cosa voglia dire lottare contro gli stereotipi visto che da sempre cerca di combatterli ed è per questo che la rapper e attivista Lgbtq+ ha portato il suo messaggio di uguaglianza, amore universale e di denuncia di bullismo e body shaming persino nell'aula dell'Assemblea Generale dell'Onu.
In quell’occasione la cantante aveva dichiarato «Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come 'non abbastanza' prima ancora che mi si potesse davvero conoscere. Una persona grassa nell'immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile».
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Ma come cantava sul palco dell’Ariston “Credere nei propri sogni salva” e oggi, superati gli anni del bullismo e della violenza verbale, dell’autolesionismo e del terribile linfoma di Hodgkin arrivato proprio quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico, BigMama si fa portavoce di un messaggio di speranza per tutti «La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me».
In un post su Instagram pubblicato in quel periodo BigMama dichiarava: «Non so neanche da dove partire, so solo che non sono mai stata così tanto felice in vita mia. Non ho mai ricevuto così tanto amore e non smetterò mai di ringraziarvi per questo. Tutto questo supporto mi sta letteralmente cambiando, non mi sento più sola e spero che con me ora vi sentiate meno soli anche voi».
Oggi la cantante, icona della body positivity e della lotta agli stereotipi e alle discriminazioni, si gode una nuova serenità e, oltre alla musica si dedica anche alla scrittura: il suo libro Cento Occhi racconta la sua storia e parla della depressione della mamma Angela, ma anche della violenza subita a 13 anni quando venne aggredita mentre era in bici dei coetanei che tirarono delle pietre addosso: «È stata una violenza fortissima e la mia risposta è stata di sprofondare nell'odio per me stessa, ma quel giorno mi sono chiusa in camera e ho scritto il mio primo pezzo. Ho trasformato una cosa brutta in una canzone».