Una nuova Billie Eilish: la ragazza prodigio che nel 2017 divenne famosa con l’album Don’t Smile At Me è decisamente maturata: oggi, dopo 50 milioni di copie vendute nel mondo, la popstar prodigio inserita tra gli artisti di maggior successo dei nostri tempi, si racconta in una veste inedita in occasione dell’uscita del suo terzo album.
Lo scorso 17 maggio, infatti, Billie ha rilasciato il suo nuovo lavoro dal titolo Hit Me Hard and Soft, un album di riscoperta di se stessa in cui si racconta mettendo a nudo la propria anima e i propri demoni. In una recente intervista rilasciata a Rolling Stone, l’unica prima dell’uscita del progetto, la popstar ha raccontato di essersi sentita profondamente destabilizzata all’inizio della sua carriera. Sensazione più che comprensibile se si pensa che Billie ha raggiunto un successo fulmineo a soli 17 anni, ancora troppo giovane per affrontare in maniera consapevole tutto quello che le stava succedendo.
Nell’intervista Billie ha dichiarato: “Sento che quest’album mi rappresenta. La protagonista non è un personaggio. È la versione “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” di me. Racconta la mia giovinezza e chi ero da bambina […] È come se stessi tornando a essere la ragazza che ero. L’ho pianta come se fosse morta. L’ho cercata in ogni cosa, ed è quasi come se fosse affogata, colpa del mondo e dei media. Neanche ricordo più quando se n’è andata”
Un affogare metaforico che ha rappresentato una fase difficile della vita della cantante che ha dovuto abbandonare in fretta la sua vita da bambina per crescere velocemente e affrontare la sua carriera appena sbocciata, sentendosi sopraffatta da tutto ciò che le stava accadendo.
Per rappresentare al meglio la sua sensazione, Billie ha voluto immortalarla anche nella cover dell’album, affrontando uno shooting che lei stessa ha definito difficile, dichiarando “se faccio una cosa e non soffro, non mi sembra di farla bene”
Nei brani del nuovo album l’artista affronta temi profondi ed estremamente intimi come il suo rapporto con le ragazze, la difficoltà di gestire i sentimenti all’inizio di una relazione, ma anche la depressione e il dismorfismo corporeo di cui soffre da sempre, così come la difficoltà di vivere costantemente sotto i riflettori in una fase della vita in cui ancora non sei ben consapevole di cosa ti sta accadendo intorno e vorresti solo fermarti un attimo a respirare.
Già agli scorsi Golden Globes la cantante aveva parlato della depressione raccontando di come si fosse sentita infelice e depressa soltanto un anno prima e di come la canzone scritta per il film Barbie l’avesse salvata, sdoganando così ulteriormente il fondamentale tema della salute mentale.
D’altronde la stessa Billie non ha mai fatto mistero di aver sofferto anche in passato di depressione e di autolesionismo, specie nella fase tra i 13 e i 16 anni, dichiarando di stare ancora imparando a prendersi cura di sé e della propria salute mentale, aggiungendo che quando c’è bisogno occorre chiedere aiuto e non sentirsi mai soli.
Ora nel suo album Billie torna a parlare di questo, ma anche dell’altro problema che l’accompagna da quando era piccola, ovvero il dismorfismo corporeo, quella sensazione di non riuscire ad accettare il proprio corpo e non riuscire neanche a guardarsi allo specchio. Disturbo che Billie affronta vestendosi con capi che le nascondono il corpo, come ha più volte spiegato.
Il terzo disco di Billie rappresenta dunque la maturità di un’artista che ha seguito una parabola ascendente che non sembra arrestarsi: prodotto dal fratello Finneas, Hit Me Hard and Soft è un album che racchiude 10 brani non anticipati da nessun singolo perché, come ha spiegato la stessa popstar, questo album per lei dev’essere "come una famiglia" e non vuole che “un bambino si trovi da solo al centro della stanza”.
Un album di rinascita, per un’artista che non smette mai di stupirci.