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Camila Cabello e la salute mentale: la chiave per guarire è «più empatia, meno giudizio e più compassione»

Camila Cabello primo piano
La nuova baddie del pop mondiale torna a parlare dei suoi problemi di salute mentale e, nonostante i continui attacchi social degli hater, oggi si scopre più forte e sicura di sé: il suo segreto per sconfiggere ansia e disturbi ossessivo compulsivi? Terapia, farmaci ma soprattutto auto-compassione.

Mamma cubana e padre messicano, Camila Cabello è una delle cantautrici più talentuose e amate dalla Gen Z, un vero e proprio vulcano di creatività che da poco ha pubblicato il suo nuovo album dal titolo C, XOXO, un sorprendente mix di dolcezza e caos.

Ventisette anni e un disturbo ossessivo-compulsivo che le crea non pochi disagi, Camila non esita a parlare di salute mentale anche se, come rivela in un’intervista alla BBC, oggi riesce a parlarne in maniera più serena rispetto al passato. Sì perché, nonostante il tema della salute mentale e dei problemi ad essa connessi sia ormai stato sdoganato dalla maggior parte delle celebs, c’è ancora chi come Camila teme di venire giudicato per alcuni aspetti terapeutici, come ad esempio l’assunzione di farmaci.

Recentemente anche Ed Sheeran aveva affrontato il problema della salute mentale raccontando che ci aveva messo del tempo prima di raccogliere il coraggio per andare in terapia, perché ancora oggi andare dallo psicologo viene considerata da molti una cosa strana.

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Camila, che in questi anni è stata ripetutamente vittima di body shaming da parte della rete e dell’industria discografica, non nasconde la difficoltà di affrontare determinati discorsi, ma allo stesso tempo trova il coraggio di aprirsi raccontando che si sente «privilegiata ad aver avuto successo e che deve ringraziare quelle cose che hanno reso la sua vita molto più facile come strumenti, terapia e farmaci».

Lei stessa ammette di essersi sentita tante volte in colpa per ciò che provava, per l’ansia, i continui mal di testa, l’insonnia: «C’era una vocina dentro di me che mi diceva che sarei stata un’ingrata a non considerare tutte le cose belle della mia vita e che nascondere quella ferita aperta, di cui ho evitato di parlare negli ultimi anni, sarebbe stato la soluzione più efficace e veloce. Ma tutto ciò non corrisponde alla realtà. C’era qualcosa che mi faceva male dentro e non avevo gli strumenti per guarire o per gestire questa situazione. Per guarire, avrei assolutamente dovuto parlarne. Negare la mia sofferenza e darmi delle colpe non aiutava. Avevo bisogno di pronunciare tre rivoluzionarie parole: mi serve aiuto» ha rivelato Camila sulle pagine del WSJ Magazine.

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Camila Cabello e i disturbi ossessivo compulsivi: il racconto della popstar

Camila si era lasciata andare ad un lungo sfogo nel corso di quell’intervista rivelando che le foto che la ritraevano erano solo una parte della sua vita e che «Non ci sono foto dell’anno scorso che mostrano un altro lato di me, mentre piango con mia madre e le racconto della mia ansia e dei sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo. Di me e di mia madre in una stanza d’hotel a leggere dei libri sul disturbo ossessivo-compulsivo perché volevo disperatamente venirne a capo. Di me mentre vivo un'angoscia costante, incrollabile e implacabile che ha reso la vita quotidiana dolorosa e dura».

Oggi le cose sono cambiate e non solo nell’aspetto: Camila Cabello ha cambiato stile e appare più autentica che mai tanto che, da più parti, è stata definita una delle nuove baddie della musica pop, ovvero la nuova generazione di cantanti audaci e un po’ “cattive” che non temono di esprimere la propria opinione. La stessa cantautrice ha dichiarato «La voce che ho trovato con questo nuovo album ha questa vibe da grande baddie. Mi sono presa dei rischi, me sono fregata e ho fatto quello che voglio. Ed essere bionda mi ha permesso di rimanere fedele a questo sentimento», mentre riguardo agli stati d’ansia ha dichiarato: «Ho ascoltato la mia ansia, perché so che lei sta provando soltanto a tenermi al sicuro, ma non le dò più tanta retta. Non lascerò che sia lei a prendere delle decisioni per me».

Una delle chiavi di guarigione di Camila è stata anche l’auto-compassione, un sentimento che lei stessa mette in pratica ogni qual volta affronta giorni bui: «Penso che si tratti davvero di curare te stesso con gentilezza e amore. Più empatia, meno giudizio e più compassione hai per te stesso e per le tue emozioni difficili, più avrai quell’empatia e spazio per le altre persone» ha dichiarato.

Da sempre impegnata per la difesa dei diritti della comunità Lgbtqia+, Camila ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Vanity Fair che «Non possiamo mai smettere di lottare per l'uguaglianza. Perché anche sono stati fatti molti passi avanti, in campo ci sono sempre forze che cercano di contrastare i progressi. Bisogna sempre essere visibili e orgogliosi di chi si è e lottare per chi non può farlo. Ai giovani vorrei dire che ci sarà sempre qualcuno che ti capisce e che c'è sempre speranza, che la tua identità è un bellissimo viaggio, bisogna abbracciarlo e non avere paura di essere se stessi. Finché non arriveremo a questo punto, non possiamo smettere di lottare».

Un bellissimo messaggio di speranza e uguaglianza che non può lasciare indifferenti.

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