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Le donne vivono di più ma peggio: perché succede?

vivere nel passato
17-06-2024
Un recente studio pubblicato su Lancet conclude che le donne vivono più a lungo, ma hanno una qualità della vita peggiore rispetto agli uomini: ecco perché succede

Le donne vivono di più, ma peggio rispetto agli uomini. In estrema sintesi è questa la conclusione di uno studio pubblicato da Lancet

Ma cosa dice di preciso la ricerca pubblicata su Lancet? Lo studio si concentra sulle differenze di genere nel contesto dell'invecchiamento. I dati parlano chiaro: sebbene l'aspettativa di vita sia più alta per le donne, esse vanno incontro a un rischio di malattie più elevato. Il campione analizzato arriva da 18 paesi OCSE, mentre 5 sono le aree analizzate, vale a dire: benessere, produttività e partecipazione, equità, sicurezza e coesione. In tutti i paesi presi in esame gli indicatori relativi a queste aree sono sempre più favorevoli per gli uomini che per le donne, anche se in alcuni paesi (Irlanda, Spagna e Polonia) le differenze sono più trascurabili. Gli squilibri più evidenti invece si riscontrano nei Paesi Bassi, in Italia e in Germania: vuol dire che in questi stati le differenze di genere sono più impattanti a sfavore delle donne.

Ma quali sono i motivi che determinano questo gap nella qualità della vita tra uomini e donne? La risposta potrebbe essere trovata in tutti quei fattori che vanno nutrire il gender gap.

Si parte dal gap lavorativo e salariale: in Italia ad esempio le donne hanno minore accesso al lavoro, e guadagnano meno degli uomini. A fine 2023 il Servizio studi della Camera dei deputati ha fornito dati abbastanza chiari: solo il 55% delle donne in età lavorativa (20-64 anni) è inserita in un contesto di lavoro, contro una media europea che ammonta al 69,3%. Per quanto riguarda invece il gender pay gap, l'indagine della Camera ci dice che le donne italiane guadagnano in media 7922 Euro all'anno meno degli uomini.

Questa indagine ci dà visibilità anche su un'altra questione importantissima: ci dice infatti che il 52% delle donne che lasciano il lavoro lo fanno perché non riescono a conciliarlo con la vita famigliare. Il che vuol dire che il lavoro di cura e di gestione della casa è ancora principalmente sulle spalle delle donne, ed è un lavoro così ingente e con un tale carico mentale, che spesso impedisce di occuparsi di altro (e quindi di avere una propria indipendenza economica).

E per quanto riguarda la salute? Anche questo è un fattore predominante nel definire la qualità della vita, e in cui è stato dimostrato che spesso le donne vengono penalizzate. Mai sentito parlare della Sindrome di Yentl? Questa definizione si rifa a un racconto di Isaac Singer in cui una donna era costretta a travestirsi da uomo per partecipare a una scuola rabbinica, e va a inquadrare quel subdolo fenomeno per cui i medici tendono a sottovalutare i sintomi riferiti dalle pazienti donne, perché spesso non aderenti a quelli maschili. Ricordiamo infatti che storicamente la sintomatologia femminile è meno studiata. Proprio per rimediare a questo fenomeno negli ultimi decenni si è fatto largo il concetto di medicina di genere, che consiste nel concentrare la ricerca medica anche sulle specificità della fisiologia femminile.

Questi sono solo due esempi su due aree della vita estremamente importanti (salute e lavoro), che possono influenzare in maniera enorme la qualità della vita. Di sicuro sulla condizione delle donne c'è ancora molto lavoro da fare in tantissimi ambiti.

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