La sua voce è ormai una delle più amate e conosciute del mondo della radio e della tv: stiamo parlando della celebre speaker radiofonica Ema Stockholma. Di una bellezza carismatica e dall’accento che tradisce il passato trascorso in un paesino a Sud della Francia, Ema Stockholma, già intervistata anche da The Wom, non ha mai fatto mistero di aver trascorso, durante l’infanzia e l’adolescenza, anni decisamente difficili che l’hanno segnata parecchio.
Dietro il suo affascinante sorriso si nasconde infatti un passato da incubo dominato un’inquietante figura violenta: sua madre Dominique.
Già in passato, durante diverse interviste, la speaker aveva rivelato di essere stata vittima di violenze e abusi da piccola, ma ora Ema Stockholma è tornata a parlare della sua infanzia in occasione del programma “La Fisica dell’amore”, lo show educativo di Rai2 condotto da Vincenzo Schettini. Intervistata in occasione del programma la conduttrice radiofonica ha rivelato particolari inquietanti del suo rapporto madre-figlia.
«Vivevo in un vero e proprio film horror da quando sono nata fino a quando sono scappata di casa. Da ragazzina vivevo in casa con mia madre e mio fratello più grande di me. Mia madre era molto violenta, era una persona con gravi problemi psicologici ma nessuno se ne è mai accorto e quindi nessuno ci ha mai dato una mano. In casa c'era molta violenza fisica e psicologica, soprattutto fisica» ha raccontato Ema che ha aggiunto il dispiacere per il fatto che nessuno, nel suo nucleo familiare, pur sapendo, ha fatto niente per aiutarla.
Il suo passato costellato di violenza però ha trovato per fortuna un alleato indispensabile e salvifico proprio nella scuola.
«Dopo tutto questo avevo bisogno di una valvola di sfogo, questa per me era la scuola» ha aggiunto Ema per poi proseguire: «Quando prendi le botte a casa, vai a scuola e cerchi di replicare la stessa cosa. Se ti insegnano le botte, tu provi a fare solo quello. Io non sono nata cattiva ma nel corso del tempo ho provato ad esserlo per vedere se quella potesse essere la mia difesa. Per me la scuola è stata fondamentale perché mi ha salvato la vita» ha dichiarato Ema Stokholma.
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La fuga poi era sembrata a Ema Stockholma la via migliore da percorrere e così, a 15 anni, era scappata di casa prendendo un treno per Roma, dove sapeva che avrebbe trovato suo padre Antonio che l’aveva accolta bene, ma al racconto della violenza subita dalla figlia non aveva mostrato grande interesse.
Tuttavia le violenze subite, le frasi cattive che le rivolgeva sua madre hanno lasciato indubbiamente un segno indelebile fino a quando, qualche anno, su suggerimento dell'amica e collega Andrea Delogu, Ema Stockholma non ha capito che doveva rivolgersi ad uno specialista che potesse aiutarla.
Già tempo prima, intervistata a Verissimo, la speaker aveva rivelato particolari agghiaccianti su quella madre che lei stessa non esita a definire “mostro”.
Ai microfoni di Silvia Toffanin, Ema Stockholma aveva infatti rivelato, sulla sua infanzia: «In casa non c'erano amore o parole dolci, solo violenza verbale e non, che succedeva tutti i giorni, se non a me a mio fratello. Sono stata vittima di violenze da parte di mia madre, delle volte le cose che mi diceva mi facevano più male della violenza fisica, che comunque subivo. Con le parole ha fatto dei danni che mi sono portata avanti fino a poco fa».
Ma non solo, perché secondo il racconto di Ema Stokholma, sua madre le chiese addirittura di compiere un gesto estremo: «Mi ha portato su un ponte, nel paesino nel sud della Francia dove vivevamo, e mi ha spronato a buttarmi di sotto. Stavo per farlo, poi il libraio del paese è passato per caso e abbiamo lasciato perdere. Nessuno sapeva, non parlavo con gli adulti. Scappavo sempre di casa, e mi riportavano sempre lì, senza chiedermi niente. Ma come è possibile che una bambina di sette, o dieci anni, scappi di continuo? Non se ne poteva parlare, era un tabù, e io avevo paura che lo dicessero a mia madre. Mia madre era un mostro, lo era davvero. Adesso ho capito perché faceva così. Era giovane quando ha fatto due figli con l'uomo che amava, che poi l'ha lasciata. Nella disperazione possiamo soffrire tanto da fare cose sbagliate. Non sono per il perdono, non mi sento superiore a mia madre al punto di perdonarla. L'ho capito, e ho provato empatia. Mi basta capirla, non odiarla più» ha concluso Ema Stokholma con una saggezza fuori dal comune, frutto anche di un grande lavoro di analisi e conoscenza di se stessa.
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