Giorgia Soleri parla della diagnosi di ADHD. Balzata all’onore delle cronache per la sua lunga relazione sentimentale con il leader dei Maneskin Damiano David, Giorgia Soleri nel tempo è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante in rete, distinguendosi soprattutto per la sua lotta in favore dei diritti delle donne e per l’informazione continua su tutte quelle malattie considerate “invisibili” dalla società, ma che sono altamente invalidanti e dolorose.
La stessa influencer soffre da anni di endometriosi e, in un recente convegno dedicato a questa tematica svoltosi alla Camera dei Deputati, è stata chiamata a raccontare la sua esperienza: il risultato è stato una testimonianza intima e profondamente vera di ciò che attraversano le donne affette da questa malattia.
“L’arrivo del menarca, per me, è coinciso con un nuovo, inaspettato desiderio: l’arrivo della menopausa. E mentre mia madre correva per le scale urlando ‘sei diventata una signorina!’, io mi contorcevo dal dolore chiedendomi per quanti anni avrei dovuto sopportare quello strazio. In quel momento, a 14 anni e 15 giorni, ho scoperto la realtà di un corpo che ti si rivolta contro” aveva raccontato durante il convegno Giorgia.
Una patologia fortemente invalidante contro cui l’influencer combatte da sempre, che l’ha costretta ad affrontare diversi interventi, ma che non le ha risparmiato critiche da parte di chi, non riconoscendo segnali tangibili, ha spesso etichettato l’endometriosi come malattia “immaginaria”. Tra le tante visite mediche e diagnosi infatti, non era mancata quella che a Giorgia era appara come una lama tagliente e beffarda, visto il dolore che provava ogni volta che le arrivava il ciclo: “Signorina, lei è in perfetta salute”.
Solo nel 2021 era finalmente arrivata una diagnosi per quella malattia invalidante che l’aveva costretta per anni a imbottirsi di antidolorifici e svegliarsi ogni due ore la notte per cambiare l’assorbente.
Oggi però Giorgia Soleri si ritrova a dover affrontare un nuovo problema, non meno invalidante: l’ADHD. Era stata la stessa attivista, lo scorso febbraio, a rivelarlo ai suoi followers:
“Sono disordinata a livelli spaventosi e patologici. Un disordine pervasivo e invalidante, che è stato causa di infiniti litigi e traumi nella mia famiglia (…) ma è stato anche causa della fine della mia mia ultima relazione con Damiano. Letteralmente ogni cosa che tocco viene lasciata in giro. Sono in grado di tornare a casa e spogliarmi nel tragitto dall’ingresso alla camera lasciando i vestiti a terra. Andare in bagno e abbandonare scarpe e mutande sul tappetino, mettermi sul divano a sgranocchiare qualcosa e lasciare carte e cartacce tra cuscini e pavimento. Cucinare e dimenticare la cucina disordinata con pentole e stoviglie in giro per giorni. Comprendo che convivere con questo grado di disordine possa essere complesso purtroppo senza una motivazione valida. Non voglio giustificare nessuno, ma davvero l’ADHD è molto più di “ho una pila di vestiti sulla sedia” aveva raccontato.
Le dichiarazioni di Giorgia sono tornate attuali in questi giorni per via della giornalista Grazia Sambruna che, su X, avrebbe commentato così “Io non so quando abbia detto questa cosa, ma è riuscita a far passare pure l’esser lerciona per una malattia invisibile (a occhio, la decima). Come ho già chiarito, in questo tweet non prendo in giro il disturbo in sé (ci mancherebbe). Ma il personaggio che, oggettivamente, campa lamentando disturbi vari ed eventuali. Ma senza nulla togliere al disturbo, sto solo dicendo che questa sta al decimo oramai”
Per tutta risposta Giorgia ha fatto notare alla giornalista la sua scarsa empatia dicendole, invece di disinformare e invalidare diagnosi conclamate, dovrebbe informare e sensibilizzare su questi disturbi che, seppure invisibili, sono concreti e riguardano tante donne. E ha rivendicato il sacrosanto diritto al lamento, dedicando un post su Instagram all'argomento.
La Soleri, che è da sempre molto attenta alle tematiche femminili e alla salute mentale, recentemente ha raccontato ai suoi fan di aver impiegato tutta la sua vita, metà della quale passata in terapia, per diventare la persona che è oggi, più forte e consapevole di se stessa.