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Imane Khelif: la pugile algerina potrà battersi nella categoria donne, ma scatena l’odio social

imane khalif
Imane Khelif potrà gareggiare a Parigi 2024 contro Angela Carini nella categoria donne: il Comitato Olimpico Internazionale smentisce la squalifica agli scorsi Mondiali di Pugilato, ma fa scoppiare la polemica su stampa e social.

Le Olimpiadi di Parigi 2024 non smettono di stupire non solo nelle varie categorie sportive in gara, a colpi di medaglie e fotofinish, ma soprattutto per le storie che si intrecciano nei dietro le quinte e che vengono raccontate giorno per giorno dai suoi protagonisti e dalla stampa. Solo ieri l’opinione pubblica era concentrata su storie incredibili come quella della schermitrice italo-brasiliana che è scesa in pedana nonostante un tumore al coccige da operare, e già oggi l’attenzione è puntata tutta su lei, Imane Khelif, la pugile algerina che proprio domani potrà gareggiare alle Olimpiadi di Parigi 2024 contro l’italiana Angela Carini per conquistare un posto agli ottavi di finale della boxe femminile.

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La storia di Imane Khelif

Se vi state chiedendo cosa ci sia di eccezionale in tutto questo, dobbiamo fare un piccolo passo indietro perché agli scorsi Mondiali di pugilato Imane era stata ritenuta non idonea a gareggiare e squalificata. Come lei anche la taiwanese Lin Yu-tin ed entrambe con la stessa motivazione: non potevano partecipare ai mondiali di pugilato femminile perché nel loro DNA sono presenti cromosomi XY anziché XX, dunque la tipica situazione genetica propria dei “maschi”.

Dunque sia Imane che Lin avevano fallito il test ormonale e non avevano superato i test d'idoneità di genere che in gergo viene definito "verifica del sesso".

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Questo le aveva di fatto messe fuori da giochi mentre ora, alle Olimpiadi, Imane è stata ammessa a gareggiare con un’altra donna e potrà dunque combattere contro l’italiana Angela Carini nei pesi welter, giocandosi il match nella categoria 66 kg.

L'ammissione di Imane Khelif alle Olimpiadi e le rezioni social

L’ammissione di Imane Khelif alle Olimpiadi nella boxe femminile ha scatenato un’ondata di pesanti critiche da parte degli haters che hanno popolato i post social sulla boxeur, esprimendo commenti al limite dell’omofobia. Critiche piuttosto forti però sono arrivate anche da altri atleti che hanno considerato la situazione che si è venuta a creare paradossale e pericolosa.

L’ex campione del mondo Barry McGuigan ad esempio ha commentato dicendo «È scioccante che sia stato loro permesso di arrivare fin qui, cosa sta succedendo?» riferendosi alle atlete di boxe femminile ammesse alle Olimpiadi dopo la squalifica ai Mondiali. E anche l’atleta messicana Brianda Tamara all’epoca della squalifica si era detta soddisfatta della decisione perché «I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini» riferendosi proprio a Imane.

Dunque l’IBA (International Boxing Association) che regola l’accesso ai Mondiali di pugilato aveva ritenuto non idonee sia Imane Khelif che Lin Yu-tin a partecipare nella categoria di boxe femminile perché al test del DNA presentavano cromosomi XY e «per questo erano state estromesse dagli eventi sportivi così da garantire integrità e equità della competizione», mentre il Comitato Olimpico Internazionale al contrario ha dichiarato che «Tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi olimpici di Parigi 2024 rispettano le norme di ammissibilità e di iscrizione alla competizione, nonché tutte le norme mediche applicabili in conformità con le regole 1.4 e 3.1 dell'Unità di pugilato di Parigi 2024».

In realtà l’obiettivo del Comitato Olimpico è quello di muoversi nel solco dell’inclusività e per questo ha deciso di non effettuare più il test di “verifica del sesso” utilizzato invece per l’ammissione ai Mondiali.

Il portavoce del CIO Mark Adams ha supportato la sua decisione chiarendo: «Queste atlete hanno gareggiato più e più volte prima di Parigi per molti anni, non sono arrivate ​​all’improvviso. Hanno gareggiato a Tokyo nel 2021. La federazione deve stabilire delle regole per garantire che ci sia equità ma, allo stesso tempo, ci sia la possibilità per tutti di partecipare. Questo è un equilibrio difficile».

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La volontà, nella vicenda di Imane Khelif alle Olimpiadi, è dunque quella di evitare di creare un precedente ai Giochi Olimpici permettendo a tutti di gareggiare senza creare disparità di genere e situazioni che vadano contro il concetto di inclusività promosso proprio dai Giochi.

Imane Khelif dunque potrà portare alto il nome dell’Algeria e battersi come pugile donna contro l’italiana Carini. I commenti di odio social però non si placano, supportati anche alcuni titoli della carta stampata che definiscono Imane “pugile transgender” o “biologicamente uomo” e la stessa Imane, al momento della squalifica ai Mondiali, aveva detto di sentirsi al centro di un complotto affinché l’Algeria non potesse vincere la medaglia d’oro, alimentando involontariamente la polemica.

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