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Manuel Bortuzzo: «Noi paralimpici siamo atleti veri: giudicateci per le nostre vittorie e sconfitte»

Manuel Bortuzzo
Un atleta si giudica per le sue performance in gara: ne è convinto Manuel Bortuzzo che quest’anno partecipa alla sua prima Paralimpiade, dopo la sparatoria per uno scambio di persona che nel 2019 lo ha semiparalizzato stravolgendogli la vita.

Parigi, round 2: nella capitale francese hanno preso il via lo scorso 28 Agosto i Giochi Paralimpici e tra i campioni presenti oltre alla schermitrice Bebe Vio c’è anche lui, Manuel Bortuzzo. Il giovane nuotatore, classe 1999, che ha visto totalmente cambiare la sua vita nel 2019 a causa di un proiettile che lo ha colpito per sbaglio semiparalizzandolo, ha gareggiato conquistandosi un ottimo secondo posto nei 100 metri rana categoria SB4, assicurandosi così un posto in finale per realizzare il suo sogno.

Quel famoso 3 febbraio del 2019 in cui avvenne la sparatoria, Manuel stava per realizzare proprio il suo desiderio: volare a Tokyo e partecipare alle Olimpiadi, ma la vita aveva deciso diversamente, mettendolo di fronte alla prova più difficile. Il giovane però non si è mai arreso ed è tornato quasi subito ad allenarsi in vasca, anche se il percorso per arrivare a gareggiare in competizioni come le Paralimpiadi si è allungato, costellandosi di momenti anche molto dolorosi.

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Oltre alla bravura di Manuel, quello che spicca però è il suo coraggio, il suo volersi rimettere in gioco e la sua voglia di normalità: queste sono le sue prime Paralimpiadi, a testimonianza di come il giovane nuotatore non si sia lasciato fermare dallo sfortunato incidente di cui è stato protagonista e non intenda per nulla al mondo rinunciare al suo sogno. Queste Paralimpiadi francesi sono per lui una prova di forza e caparbietà che gli daranno l’opportunità di dimostrare il suo valore come campione internazionale e la sua grande forza d’animo.

Intervistato da La Repubblica, Manuel ha anche voluto ribadire un concetto importante al quale tiene molto: «Stanno trattando le Olimpiadi e le Paralimpiadi nello stesso identico modo: questo è storico. Hanno creato la figura di un campione unico, al di là della sua condizione. L’atleta paralimpico è un atleta vero e non vuole essere messo in primo piano perché gli è successo chissà cosa, gli interessa che se vince è un campione, se perde ha perso». Dunque Manuel ci tiene che, lui come tutti gli atleti paralimpici che hanno vinto o partecipato ai Giochi, siano trattati esattamente come gli atleti delle Olimpiadi classiche, con le stesse critiche costruttive e gli stessi punti di vista.

D’altronde per lui aver ricominciato è già una vittoria: mentre si allenava lo scorso luglio, Manuel aveva dichiarato sempre a La Repubblica: «Se il rivale mi batterà sarà come se vincessi io. Ricominciare a nuotare è stata dura: ricordo le lacrime negli occhialini» a sottolineare quanta fatica e quanta forza di volontà ci sono volute per trovarsi oggi a queste Paralimpiadi.

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Manuel Bortuzzo: in gara alle Paralimpiadi grazie (anche) ad Aldo Montano

5 lunghi anni: è questo il tempo trascorso da quel lontano 2019 che ha cambiato la vita di Manuel per sempre, ma lui, anziché chiudersi nel suo dolore e rinunciare a ciò che ama di più, ovvero il mondo del nuoto, ha reagito come meglio poteva.

Così, in questi anni, lo abbiamo visto affrontare tante sfide e cambiare pelle tante volte, testimoniando i suoi sofferti passaggi anche attraverso i suoi numerosi tatuaggi, passando anche attraverso i reality show, con la partecipazione al Grande Fratello Vip, e gli incontri importanti dai quali sono nate grandi amicizie come quella con Aldo Montano che lo ha spronato a tornare a gareggiare in competizioni importanti.

«Forse sarei arrivato alle Paralimpiadi comunque, ma quel che mi sono portato fuori dalla casa a livello umano è stato un valore aggiunto alla mia vita. Insieme a lui abbiamo ripercorso tutta la sua carriera, è sembrato quasi un passaggio di testimone: lui si ritirava e allo stesso tempo accendeva il fuoco in me» ha dichiarato infatti Manuel.

Tutto questo ha contribuito a dare nuova linfa vitale al suo amore per lo sport, un amore che ha radici lontane: «Il mio sogno inizia quando ero un ragazzino, quando senti di aver centrato la strada giusta, di vivere quel che volevi vivere nella vita, di essere al posto giusto nel momento giusto», ha raccontato infatti il giovane in un'intervista esclusiva a Olympics.com. Ma poi la vita, come spesso accade, ha deciso di scombinare i suoi piani e metterlo alla prova, senza però fermare la sua forza di volontà.

E oggi Manuel si trova, come ha sempre sognato, alle Paralimpiadi per conquistare la sua medaglia d’oro, proprio come un vero campione.

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