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Come Miss AI rivela i nostri canoni di bellezza distorti dai social media, e non solo

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Miss AI, il primo concorso di bellezze artificiali, mette in discussione il concetto di bellezza ed evidenzia come questo sia influenzato dai social media

Ad aprile, Fanvue - piattaforma per creator che si occupa di fornire servizi a metà strada tra OnlyFans e Cameo - ha lanciato il primo concorso di bellezza per creatori di AI: Miss AI. Tutte le partecipanti sono influencer e modelle generate dall'intelligenza artificiale con dei profili social ben allestiti di contenuti di vita quotidiana ma anche commerciale. Mentre i concorsi tradizionali premiano la bellezza delle partecipanti, questo concorso premierà la capacità dei creator di generare "bellezze digitali" attraverso l'uso di prompt specifici.

Miss AI: le finaliste

Tra le finaliste troviamo Aiyana Rainbow, una biker/dj rumena queer con una chioma arcobaleno perfetta, ma anche Kenza Layli, influencer marocchina che indossa l'hijab e promuove vari prodotti, dal benessere personale al turismo locale. Seren Ay, bellissima ragazza turca dai capelli rossi, è immortalata spesso in lavori tradizionalmente maschili come elettricista o pompiere. Questi esempi rappresentano stereotipi di una bellezza classica e di una vita ostentatamente perfetta che già siamo abituati a vedere.

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Inoltre possiamo notare come le finaliste siano tutte magre, di carnagione chiara e giovani. Alla base di questa scelta, non ci sono solo prompt ma una tendenza dell’AI a proporre personaggi frutto di stereotipi. Uno studio condotto dal Washington Post aveva chiesto a MidJourney, DALL-E e Stable Diffusion di creare immagini di belle donne, scoprendo che quasi tutte rappresentavano figure magre, giovani e dalla carnagione chiara, con solo il 2% che mostrava segni di invecchiamento.

Sandhini Agarwal, responsabile dell'AI affidabile di OpenAI, ha confermato che:

"Il modo in cui le persone vengono rappresentate nei media, nell'arte, nell'industria dell'intrattenimento si riversa nell'AI"

Questo evidenzia non solo come le immagini generate riflettano il mondo da cui provengono, ma anche una preoccupante tendenza della società a valorizzare un solo tipo di bellezza, rivelando un problema più ampio e profondo riguardo alla percezione e alla rappresentazione della bellezza e della diversità nel mondo digitale.

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