Elena Cecchettin è stata protagonista al Salone del Libro di Torino, dove domenica 12 maggio ha letto un sentito monologo contro la violenza patriarcale. La sorella di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio nello scorso novembre, continua a metterci la faccia, e a spendersi pubblicamente su questa importantissima tematica.
L'intenzione di Cecchettin è ancora una volta puntare il dito su quelle che sono le concause sociali e culturali che pongono le condizioni per la violenza maschile sulle donne. "L’aggressione, lo stupro e il femminicidio non sono semplicemente dei delitti passionali ma atti di potere"
Concetti particolarmente cari a Cecchettin, che all'indomani del femminicidio di cui è stata vittima sua sorella ha deciso da subito di non tacere, e di puntare il dito contro gli schemi di potere del patriarcato.
"Penso che il corpo della donna sia sotto attacco. Guerra nella guerra. Quando si tratta di conquistare territori lo stupro è considerato arma di guerra. Un modo per dimostrare di essere più potenti" - ha detto Cecchettin.
Esiste una via d'uscita da questo status quo? Secondo Cecchettin è fondamentale lavorare sull'autodeterminazione delle donne stesse. "Dobbiamo essere rivoluzionarie, riprenderci lo spazio che ci spetta, smettere di farci piccole per rispettare quelle che sono le aspettative della mascolinità fragile che ha bisogno di dominare per sentirsi appagata, che come un oppressore ci vuole zitte e ubbidienti [...]. La cultura dello stupro, radicata nel tessuto stesso della nostra società, legittima ogni forma di violenza e di sopraffazione nei confronti delle donne"
Presente al Salone del Libro e al monologo di Elena Cecchettin anche il padre Gino Cecchettin, autore insieme a Marco Franzoso, del volume "Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia".