Alzi la mano chi odia le telefonate! Un recente sondaggio riportato dal quotidiano irlandese "The Irish Times" ha rivelato un fenomeno crescente di telefonofobia, soprattutto tra la Gen Z. Il sondaggio condotto da Sky Mobile e OpenMarket, ha evidenziato che il 26% degli intervistati della Gen Z ignora le telefonate, mentre il 20% le trova "cringe". Lo stesso vale per i Millennials: infatti, il 75% degli intervistati preferisce inviare messaggi o email piuttosto che fare una telefonata, sia di lavoro che nella vita privata.
Sembra esserci un legame tra la telefonofobia e una ridotta voglia di interagire con persone reali, sia di persona che a voce. L'ansia da prestazione o l'ansia in generale possono rendere il dialogo diretto stressante. Questo tipo di ansia si manifesta come una preoccupazione costante di dire la cosa sbagliata, di non essere compresi correttamente o di essere giudicati negativamente. In una conversazione faccia a faccia o telefonica, non c'è molto tempo per pensare alle risposte, il che può aumentare il livello di stress. Oltre al fatto che, comunicando tramite messaggi o email, le persone possono gestire meglio il proprio linguaggio senza essere "smascherate" dalle espressioni facciali o dal tono di voce.
Quante volte ci è capitato di pensare "Questa call/videocall poteva essere una mail"! O di trovare meme con frasi del genere. La telefonofobia infatti è stata sdoganata sui social, diventando motivo di discussione e viralizzando racconti ed esperienze col fine di normalizzare questa fobia sempre più comune. Non è strano infatti trovare sui social sempre più hashtag come #phoneanxiety, #howphoneanxietyfeels e #phoneanxietyismybitch, segno di quanto sia diffusa la telefonofobia.
Diversamente da quanto si potrebbe pensare visto il risultato del sondaggio, la telefonofobia non è un fenomeno nuovo né esclusivo delle nuove generazioni. Anche il famoso artista Salvador Dalí aveva il terrore di parlare al telefono, dimostrando che l'ansia telefonica esiste da molto tempo!