Non basta essere famosi, talentuosi e di successo. Non basta neanche essere protagonisti di importanti pellicole cinematografiche, pubblicità di marchi illustri, copertine patinate e red carpet, né tantomeno essere campioni su un campo di calcio: il body shaming, a quanto pare, colpisce tutti.
GLI "UOMINI-TOPO" (RODENT MAN)
E dopo anni di commenti cattivi riversati sulle celebs donne, adesso le critiche sull’aspetto fisico coinvolgono anche gli uomini. L’ultima “moda”, passateci il termine, è quella degli Hot Rodent Men, ovvero Uomini-Topo, chiamati così nientemeno che dal New York Times che per primo ha definito in questo modo i maschietti dai lineamenti simili a quelli di un roditore, come una bocca piccolina e un naso pronunciato.
Anzi, Il New York Times ne ha fornito una definizione ancora più esaustiva: il Rodent Man è «Un uomo dalle fattezze di “topo” e non convenzionale, non dotato di un sorriso a trentadue denti o della faccia cesellata come Brad Pitt o Chris Hemsworth, ma dal viso più appuntito. Hanno volti spigolosi e orecchie grandi. Risultano taglienti e sfuggenti».
Nonostante il loro aspetto “animalesco” però, questi Rodent Men sono anche definiti Hot, ovvero dotati di grande fascino e carisma, qualità sempre molto apprezzate in un uomo, tanto che coloro che sono stati inseriti nella lista dei Rodent Men sono comunque considerati dei veri sex symbol, amati e venerati dal pubblico femminile nella maggior parte dei casi. Una volta si diceva “Non è bello, ma è un tipo” per definire personaggi famosi e non dal fascino non convenzionale, ma oggi tutto è cambiato.
E comunque parliamo di attori del calibro di Jeremy Allen White, iconico protagonista di Shameless e The Bear, e di Timothée Chalamet, protagonista insieme a Zendaya di Dune2 e candidato all’Oscar a soli 22 anni per il ruolo di Elio Perlman in Chiamami con il tuo nome. Attori che piacciono molto, tra i più richiesti di Hollywood, vere e proprie giovani promesse del cinema internazionale. Ma anche Adam Driver, Mike Faist, Josh ‘O Connor, Barry Keoghan, Kieran Culkin e persino il veterano William Dafoe sono stati inseriti di diritto nella lista degli Uomini-Topo, senza dimenticare cantanti come Ghali e persino calciatori.
IL BODY SHAMING A MARTIN ADAM
Proprio pochi giorni fa l’attaccante dell’Ungheria, Martin Adam, è stato vittima di body shaming per il suo corpo più da rugbista che da calciatore, secondo molti. Barba da vichingo e simpatia contagiosa, Martin Adam è stato preso di mira dagli haters durante questi Europei di Calcio 2024 che lo hanno trasformato nel protagonista di parecchi meme. Vedendoli, Adam ha dichiarato «Certo che uno o due mi colpiscono, di solito ci rido sopra - ha detto in conferenza stampa -. Sono nato in questo modo, ho questa forma corporea, non sto dicendo che ero così grande quando sono nato, ma ho una genetica che non posso cambiare».
Purtroppo però non tutti reagiscono con sportività, è proprio il caso di dirlo, come Martin Adam o come gli attori di Hollywood che restano comunque dei sex symbol nonostante vengano definiti “uomini-ratto”: il body shaming non risparmia nessuno e fa seri danni, portando a minare l’autostima di chi ne è vittima e conducendo spesso a problemi di ansia, depressione o disturbi alimentari.
E che colpisca gli uomini o le donne non fa differenza, resta ugualmente dannoso perché può portare anche a comportamenti discriminatori e a violenza di genere, fino al bullismo vero e proprio.
D’altronde, come cantava Carmen Consoli nel suo brano profetico “Uomini Topo” del 2018 «L'idea che gli altri hanno di noi non è un dettaglio trascurabile».