Correva l’anno 2001 e la canzone “Tre parole” rimbalzava da una radio all’altra diventando, ben presto, un vero e proprio tormentone. Uno di quelli che non puoi non conoscere e il cui ritornello “Sole, cuore, amore” veniva canticchiato un po' ovunque.
Poi di Valeria Rossi, l'autrice del pezzo, si erano un po’ perse le tracce anche se la sua hit ancora oggi risuona facilmente al primo “Dammi tre parole…”.
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Detta così potrebbe sembrare la solita storia di una meteora che per poco tempo ha illuminato il mondo della musica per poi finire nel dimenticatoio, ma la storia di Valeria Rossi è diversa e vale davvero la pena di essere raccontata. Perché è una storia forte, di quelle che quando la ascolti non puoi rimanere indifferente: intervistata su La Repubblica infatti, la cantante ha ricordato il successo dei primi anni 2000, ma ha anche scavato a fondo nella sua vita, raccontando un episodio molto sofferto.
A soli 10 anni Valeria è stata vittima di un abuso sessuale e per tanto tempo ha nascosto questa cosa persino alla sua stessa famiglia.
Purtroppo chi è vittima di abusi spesso si sente inconsciamente colpevole e prova vergogna, anche se non ha alcuna colpa. Questi sentimenti spesso scatenano nella persona un senso di rifiuto verso la vicenda e un’incapacità di parlarne a cuore aperto proprio con le persone che dovrebbero maggiormente starle vicino, ovvero i propri familiari. Sono processi psicologici molto delicati che variano da persona a persona, ma che spesso portano la vittima di abuso a tacere per paura di non essere creduta o per timore del giudizio.
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La stessa cosa probabilmente dev'essere accaduta a Valeria Rossi che, per lungo tempo, ha taciuto questa scomoda verità evitando di parlarne anche in famiglia.
«Da ragazzina, avevo appena 10 anni, sono stata abusata. Si tratta di una storia molto accidentata e dolorosa nella mia crescita», ha raccontato la cantante che, lontana dalle scene per lungo tempo, si è dedicata nel frattempo alla scrittura di 3 libri e alla crescita di suo figlio Miro, oggi 14enne.
Perché Valeria abbia deciso di rivelare questo complesso accaduto della sua vita proprio ora lo spiega lei stessa a La Repubblica: «Ho deciso di parlarne per la prima volta in questo libro, Come un cane bianco, proprio perché avevo bisogno di mettere questa vicenda in un contenitore e non parlarne così a secco. Perché situazioni come queste ti espongono e non è che si tirano fuori così, come se si fosse al mercato. Nel libro mi sentivo più protetta».
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La voglia di aprirsi finalmente al mondo, parlando apertamente di quanto accaduto, è per Valeria Rossi un passaggio catartico che le permette di affrontare non solo un ricordo doloroso in sé, ma anche un momento davvero difficile in cui ha dovuto tenere il segreto anche con i suoi familiari. La cantante ha infatti raccontato:
«Oltre all'abuso in sé, un altro dramma per me è stato non avere sponde. Perché adesso ne stiamo parlando ed è importante farlo. Ma prima non bisognava parlarne, nemmeno in famiglia. E in una situazione in cui non capisci bene cosa sta succedendo e senti che c'è qualcosa che non va, ecco, ti senti abbandonata. Anche perché è successo in un ambiente che in teoria doveva essermi vicino, che doveva proteggermi. Per questo oggi tra i miei impegni c'è quello di aiutare e stare vicina a giovani donne vittime di abusi e maltrattamenti».
L’obiettivo di Valeria oggi è quello di dedicarsi a qualcosa di diverso da quello che è il mondo della musica, crescere suo figlio, aiutare gli altri e dedicarsi ad una disciplina che l’ha conquistata, la bioenergetica.
Tuttavia il ricordo di Tre Parole resta importante nella sua vita, visto che le ha permesso anche di acquistare casa ai suoi genitori e cantarla ancora le suscita emozioni, come dimostrato poco tempo fa in occasione della sua partecipazione alla trasmissione di Carlo Conti “I migliori anni”.
In un post di Instagram dove ha raccontato le emozioni provate sul palco televisivo, Valeria ha scritto:
«Oggi, dopo anni di lavoro su me stessa, sui miei blocchi corporei, di cui sono diventata esperta e terapeuta, posso dire con orgoglio che la soddisfazione che provo nel condividere la mia arte è doppia. È come se ogni nota, ogni parola, portasse con sé un pezzo di quel viaggio interiore che mi ha permesso di arrivare qui, di fronte a voi, più completa e radicata».
E noi siamo certi che quel “Sole, cuore, amore” abbia acquistato oggi un significato ancora più profondo.