Dipendenza da social network
La dipendenza da social network è una problematica sempre più diffusa. I social sono piattaforme che hanno rivoluzionato la nostra vita relazionale nell’ultimo decenni, ma non sempre in positivo. Si tratta di strumenti che hanno cambiato la nostra vita per sempre. Spesso in meglio, certo, il poter comunicare con chiunque, in qualsiasi parte del mondo, con un solo click, metterci in contatto con nuove persone, instaurare nuove amicizie, raccontare le nostre giornate, mostrare i nostri viaggi o i nostri traguardi, sono tutte cose stupende.
Si stima che siano circa 3,8 miliardi le persone che utilizzano i social, trascorrendo su di essi una media di 142 minuti al giorno. Il problema nasce, però, quando questi minuti aumentano a dismisura, creando intorno al soggetto una barriera con la realtà: i contatti umani diventano solo virtuali, il gusto di vivere le cose (e non solo di riprenderle per postarle sui social) si assottiglia, e si sottrae tempo agli affetti, agli hobby e persino al lavoro. Scopriamo come riconoscere quando si è dipendenti dai social network, le conseguenze e come cercare di uscirne.
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I social saranno anche una delle invenzioni più belle dell’epoca moderna, ma, come per ogni cosa, il loro abuso non è mai salutare. Vediamo gente sempre concentrata sullo smartphone, che non posa neanche durante il pranzo o in compagnia degli amici. Se da un lato queste applicazioni hanno permesso lo sviluppo di nuove relazioni sociali e il rafforzamento dei legami già esistenti, donandoci una forma di benessere psicologico, spesso non ci rendiamo conto di essere troppo dipendenti da esse.
In questi anni sono molti gli studi che ci spiegano i potenziali risvolti negativi che derivano da un utilizzo eccessivo dei social. Questa situazione viene sempre più spesso accostata una vera e propria forma di dipendenza.
La cosiddetta “dipendenza da social network” nasce quando si è eccessivamente preoccupati da essi, ovvero spinti continuamente ad utilizzarli, come se ci fosse una vera e propria ragione seria per farlo. I sintomi sono inquadrabili in:
- una sensazione di urgenza nel rimanere connessi,
- una necessità compulsiva di raccontare tutto online (e non alle persone che ci circondano),
- un bisogno di controllare cosa stanno facendo i propri contatti,
- la paura di non risultare abbastanza importanti (numero di like, di followers, di commenti).
La paura di essere tagliati fuori
Dalla dipendenza da social network nasce la così detta FOMO (fear of missing out), ovvero la paura di essere tagliati fuori. Colpisce i più giovani, e non solo, e ci spiega perché molti sono così addicted al mondo virtuale. Per alcune persone i social sono l’unico modo che hanno per interagire con gli altri, per le motivazioni più differenti (che si tratti di insicurezze, di cause di salute, difficoltà personali o perché vivono in centri poco abitati). Per questo, per loro è davvero molto importante restare connessi, hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa, che però, spesso, non è reale, e non si rendono conto di essere gli artefici di questo essere “tagliati fuori”.
L’acronimo FOMO è stato coniato da Patrick J. McGinnis nel 2004, per parlare di ansia sociale (ancor prima dell’avvento dei social moderni). Quest’ansia è auto imposta, è un desiderio di continui aggiornamenti sulle attività svolte dagli altri utenti, per paura di essere esclusi da determinati contesti sociali.
Si tratta di un fenomeno che sembra interessare maggiormente gli adolescenti, che trascorrono anche più di quattro ore al giorno sui social, ma non dobbiamo considerarlo meno grave quando a cascarci sono gli adulti.
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In questi anni sono state individuate e studiate numerose conseguenze negative per l’uso eccessivo dei social, che possono nuocere al nostro benessere personale. Si parte con l’incapacità di smettere di utilizzare questi strumenti, nonostante si percepisca che sia sbagliato. Una calamita attrae i soggetti vittime di questo fenomeno, che anche nei momenti meno opportuni riescono a posare il cellulare.
L’astinenza, come in ogni dipendenza, è un grave fattore: quando c’è l’impossibilità di utilizzare i social, la persona inizia a mostrare degli stati di irritabilità, di malessere, e il rendimento lavorativo ne risente, perché l’attenzione è su altro.
Gli sbalzi d’umore sono inevitabili: i social, per questi soggetti, hanno un effetto di coping, sono il loro mezzo per fronteggiare o superare lo stress e gli eventi spiacevoli. Non si affrontano i problemi ma semplicemente vengono schivati, concentrandosi su altro. La distrazione può essere salutare, questo lo sappiamo, ma il far finta di nulla no.
Ovviamente, la conseguenza più grave è la compromissione dell’ambito socio-relazionale dal vivo, nella vita di tutti i giorni, con persone che sono presenti fisicamente. I social assorbono paure, insicurezze, ci permettono di essere noi stessi, però questo non deve danneggiare il nostro modo di relazionarci con il prossimo quando non c’è uno schermo a separarci. Chi soffre di dipendenza da social network fugge dalla realtà, e non è più in grado (in molti casi) di riuscire a portare a termine una conversazione viso a viso.
Come superare questa dipendenza
Non c’è ombra di dubbio che la forza di volontà sia il punto di partenza per uscire da una dipendenza, ma come ben sappiamo, spesso questa non basta. Se neanche l’aiuto di chi vi circonda, che cerca di riportarvi al contatto con la realtà e la vita fuori dallo schermo non basta, è necessario rivolgersi a uno specialista.
Uno degli strumenti più efficaci per il trattamento di questo disturbo è Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC). Si tratta di una forma di psicoterapia, che parte dalla ricerca dei motivi scatenanti di questa dipendenza da social media. Individuati essi, si passa alla sostituzione graduale dei comportamenti disfunzionali con nuovi alternativi (vita all’aperto, sport, attività ludiche).
Non si tratta di un processo giudicante, ma consapevole, non è una colpa dipendere dai social, è un atteggiamento nocivo per il nostro benessere, e come tale bisogna abbandonarlo. No, non significa necessariamente cancellare i propri profili e dire addio alle amicizie che abbiamo coltivato nel web, ma bensì viverle in maniera più distaccata, e riprendere in mano ciò che si è perso lungo la strada, con una maggiore consapevolezza e sicurezza.