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Kasia Smutniak punta sulla salute mentale e lascia il cinema: «Non voglio più fare l’attrice, sono cambiata»

kasia smutniak primo piano
Dopo 20 anni di carriera Kasia Smutniak ha deciso di dire addio alle scene e cambiare vita dichiarando «Non voglio più fare l'attrice e penso sia la decisione più punk che ho preso».

Ci sono momenti della vita che segnano la nostra anima in modo indelebile e danno il via ad un cambio di passo importante: è quello che è accaduto a Kasia Smutniak, attrice poliedrica che in tanti anni di carriera ha saputo egregiamente dividersi tra tv e grande schermo, interpretando sempre ruoli di rilievo. Ora Kasia ha deciso di dire addio al cinema, vediamo perché.

La sua storia professionale ormai consolidata l’ha portata, ad un certo punto, a voler vedere cosa ci fosse più in là di dove si trovava, a voler rischiare e raccontare qualcosa di diverso da solito. Così ha deciso di cimentarsi alla regia con un documentario forte come un pugno allo stomaco: Mur.

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Mur racconta il ruolo della Polonia all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina: presentato in anteprima mondiale al Festival di Toronto prima e al Festival di Roma dopo, il documentario di Kasia affronta un viaggio in Polonia, sua terra d’origine, scandito da una serie di muri: quello del ghetto ebraico davanti al quale è cresciuta e quello costruito dal governo al confine con la Bielorussia per respingere i migranti provenienti dalla Siria.

Una storia forte fatta di dolore e sofferenza vissuto sulla pelle di innocenti.

È proprio Mur a segnare un cambiamento profondo nell’attrice che ha dichiarato: «Mentre indossavo i panni di Livia Drusilla, a Cinecittà per la serie Domina, ricevevo i messaggi dal bosco di Mur, le foto, i video, le coordinate Gps di persone in fin di vita, con i figli accanto, in mezzo ad atrocità indescrivibili. Quel periodo ha provocato in me uno sdoppiamento che non scorderò mai. Sono esperienze che ti cambiano. Me le tengo per me. Il mondo intorno non è cambiato. Sono cambiata io».

E quando cambia qualcosa dentro, si sa, anche quello che si ha intorno cambia e sembra non bastare più, un po’ come quando cambia il corpo e i vestiti che abbiamo indossato fino al giorno prima improvvisamente non li sentiamo più adatti a noi.

Così anche Kasia ha maturato una decisione importante che, secondo quanto racconta, avrebbe già dovuto prendere anni fa ma che ha sempre rimandato, tornando “sulla ruota come un criceto”: quella di lasciare per sempre il cinema.

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L'addio al cinema di Kasia Smutniak

Ad un certo punto Kasia da quella ruota ha deciso di scendere veramente e ha dato l’annuncio del suo addio al cinema e alla carriera di attrice: «Ho sentito la voglia di mescolare le carte e di rischiare», ha spiegato infatti l’attrice intervistata da La Stampa «Sono entrata in un’altra fase della vita e ho sentito l’esigenza di smettere. Ci avevo provato anche prima, ma ogni volta mi bloccavo e risalivo sulla giostra, come un criceto. Non voglio più fare l’attrice. Penso sia la decisione più punk che ho preso finora, anche perché l’ho maturata in un momento bellissimo della mia carriera».

Durante i suoi 20 anni di carriera Kasia Smutniak ha raccontato tante storie che valeva la pena raccontare ed è stata tante donne diverse nei film che ha interpretato, dai più leggeri ai più impegnati come quelli firmati dai registi Ozpeteck e Genovese, vincendo anche parecchi premi. «Da più di vent'anni racconto storie e ho creduto davvero, ogni volta, che valesse la pena raccontarle. A un certo punto la realtà che mi circondava, le persone che incontravo, le loro vicende, mi sembravano più interessanti di quelle che mi capitava di interpretare. Mi sono chiesta, ma cosa sto raccontando? Ho deciso di fermarmi per seguire un puro istinto» ha continuato Kasia nell'intervista.

Inevitabilmente il discorso passa anche dal suo storico amore e lei stessa rivela che è stato davvero difficile rimanere a lavorare in Italia dopo la morte di Pietro Taricone, scomparso nel giugno 2010 per colpa di una sfortunata manovra di atterraggio mentre si trovava con il paracadute, portandolo alla morte dopo un intervento molto lungo e complicato.

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«Mi hanno chiesto tutti di parlarne e non l’ho mai fatto. Quando è successo, la cosa più difficile è stata rimanere qui, in Italia» ha dichiarato infatti Kasia, consapevole che sarebbe stato più facile tornare nel suo Paese di origine, la Polonia, e cercare di vivere una vita diversa. Dall’amore con Pietro è nata anche una splendida figlia, Sophie. Di lei l’attrice ha detto «Somiglia a sé stessa. Sono molto fiera di lei, ha un’identità autonoma che è interessante osservare, mi sembra molto più forte di quanto non fossi io alla sua età. A vent’anni io ero in balia delle onde».

Kasia Smuniak e la lotta alla vitiligine

Kasia ha avuto anche problemi che hanno inciso sulla salute mentale in un certo momento della sua vita: la modella e attrice ha infatti sofferto di vitiligine, una malattia autoimmune che si manifesta come disturbo della pigmentazione causato dalla distruzione dei melanociti.

Intervistata da Vanity Fair l'attrice ha raccontato di come ha scoperto di soffrire di questa malattia e di come all'inizio si sia accanita nella ricerca di una guarigione, per poi capire che tutto questo faceva parte di un percorso di crescita interiore. «All’inizio non l’ho presa per niente bene. È una malattia autoimmune che ha una fortissima componente psicosomatica. E così mi sono detta: posso combatterla con la volontà. Ma intanto mi creava tantissima insicurezza: mi truccavo le mani con il fondotinta anche solo per portare mio figlio all’asilo. Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni» ha raccontato Kasia.

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Fino a quando un giorno ha deciso di gettare la maschera e far vedere al mondo la sua sofferenza pubblicando su Instagram una foto in cui mostrava le macchie della pelle che aveva sempre cercato di nascondere: «Ero un po’ emozionata prima di farlo. Poi sa che cosa è successo quando l’ho pubblicata? Assolutamente niente. Sa quante persone mi hanno telefonato? Nessuno. Zero. Che grandissima lezione per me. È stato un viaggio dentro me stessa, in cui ogni incontro mi ha aiutata a fare un passo in più».

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